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Il centauro dell’impresa sociale: Nesso o Chirone?

Federico Mento, direttore di Human Foundation, replica all'intervento nell’Aula di palazzo Madama del sen. Luigi Marino che, durante il dibatitto sulla riforma del terzo settore, aveva rappresentato l’impresa sociale come un centauro, un mostro metà uomo e metà cavallo

di Federico Mento

Nel corso del dibattito sulla Legge delega di riforma del Terzo Settore, il Senatore Marino ha evocato la figura del centauro, accostandola all'articolato sull'impresa sociale. Come noto, la mitologia greca abbonda di riferimenti ai centauri, assegnandogli spesso un ruolo tutt'altro che irrilevante. L'astuto centauro Nesso, attraverso un diabolico stratagemma architettato in punto di morte, consegna a Deianira, moglie di Eracle, la camicia avvelenata che sarà lo strumento attraverso cui vendicarsi dell'eroe. Seguendo, allora, il mito di Eracle, l'impresa sociale è da considerare una sorta di camicia di Nesso, che nasconde, in realtà, una visione del welfare affidata interamente all'iniziativa privata. Nell'approvare la norma, si creerebbero le condizioni per lo svuotamento dello stato sociale e del ruolo del Terzo Settore.

Ma se il centauro evocato dal Senatore Marino avesse le qualità di Chirone piuttosto che la malignità di Nesso? Chirone, a differenza degli altri centauri, fu saggio e misurato. Gran parte degli eroi greci, vennero amorevolmente educati ed addestrati da Chirone presso il monte Pelo. Il piccolo Achille, abbandonato dal padre Peleo, fu teneramente allevato dal centauro che, essendo esperto di medicina, gli sostituì l'osso della caviglia, a causa di una bruciatura. Alle cure di Chirone venne affidato Asceplio che, grazie agli insegnamenti del centauro, divenne abile medico e fu venerato come divinità della medicina e guarigione. Chirone fu, inoltre, maestro e tutore di Giasone, l'eroe degli argonauti e del vello d'oro. In punto di morte, colpito accidentalmente dall'amico Eracle, Chirone barattò la propria immortalità con quella di Promoteo, il titano che aveva donato il fuoco all'umanità e in conseguenza di questo gesto era stato punito da Zeus.

Credo che nel disegnare il “centauro” impresa sociale – certamente nel testo originale – il legislatore avesse in mente la figura di Chirone. Offrire una cornice giuridica nella quale accogliere i processi di ibridazione che stanno profondamente innovando modelli di programmazione, erogazione dei servizi. Un'impresa sociale che fa della relazione con i portatori di interesse e dell'accountability le sue polarità. Senza dimenticarsi che le organizzazioni per crescere e rafforzarsi hanno bisogno di accedere alle risorse, che in questo caso non posso che essere capitali pazienti.

Speriamo davvero che il Parlamento, come Eracle, non colpisca accidentalmente l'amico Chirone.


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