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Roma, una scuola sul riuso organizzata da Cittadinanzattiva

Domani il via al workshop sul riuso dei beni pubblici realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con l'Agenzia del Demanio. Un incontro tra cittadini e amministrazione pubblica per spiegare le possibilità offerte dall’art. 24 dello Sblocca Italia e «superare la limitazione forviante che si sta diffondendo rispetto allo strumento del baratto amministrativo», dichiara Anna Lisa Mandorino, vice segretario generale di Cittadinanzattiva a Vita.it. L’intervista

di Anna Spena

Un workshop organizzato da Cittadinanzattiva “Il riuso dei beni pubblici e la valorizzazione del territorio: l'art.24 come opportunità per una gestione partecipata attraverso la sussidiarietà circolare”, nell’ambito del progetto “Disponibile!”, si terrà domani 5 aprile a Roma presso la Città dell’altra economia (Largo Dino Frisullo). Un momento d’incontro, realizzato in collaborazione con lAgenzia del Demanio, per spiegare fino in fondo le possibilità offerte dall’art. 24 dello Sblocca Italia; ma soprattutto per «superare quella limitazione forviante che si sta diffondendo rispetto allo strumento del baratto amministrativo dove si individua la figura di un “cittadino operaio”», dice Anna Lisa Mandorino Vice Segretario generale di Cittadinanzattiva. Nell’intervista rilasciata a Vita.it la Mandorino spiega come si avvierà un percorso condiviso tra amministrazioni comunali, esperti e organizzazioni civiche per individuare modalità e strumenti che agevolino il recupero e riuso di beni pubblici inutilizzati e abbandonati, favorendo in tal modo la valorizzazione del territorio.

Com’è nato l’interesse per l’art. 24 dello Sblocca Italia?
Da qualche anno come Cittadinanzattiva stiamo portando avanti una campagna per combattere gli sprechi e lo stato di abbandono in cui riversano tanti edifici. Ci sembra che il fenomeno abbia dimensioni gigantesche ma, nonostante tutti questi edifici abbandonati, si continua lo stesso a costruire e ad edificare il suolo. Quando due anni fa c’è stato l’Iter per lo Sblocca Italia abbiamo provato ad inserire all’interno dell’art. 24 un altro emendamento che non facesse solo riferimento alla valorizzazione del territorio ma che parlasse esplicitamente di riuso e recupero dei beni abbandonati. Inoltre abbiamo sottolineato che questo tipo di iniziative devono essere intraprese per finalità di interesse generale: tutela del diritto; sostegno ai soggetti deboli; cura dei beni comuni. Il nostro emendamento è stato accolto dalla commissione ambiente.

Perché avete deciso di organizzare un workshop?
Sono due i motivi principali che ci hanno portato all’organizzazione dell’incontro che si terrà domani. Il primo riguarda proprio l’interpretazione dell’articolo e in modo particolare la confusione che si è creata rispetto allo strumento del baratto amministrativo: uno scambio tra amministrazione comunale e cittadino, con la concessione di una riduzione o esenzione di tributi in cambio di interventi di pubblica utilità. Ma l’art.24 non parla solo di baratto amministrativo. Declinarlo unicamente in tal senso vuole dire perdere una parte preziosa di indicazioni che esso fornisce rispetto al ruolo centrale e autonomo dei cittadini nella vita pubblica. Il secondo, invece, è quello di creare una piattaforma di elaborazione condivisa sia con le amministrazioni comunali, sia con i cittadini che hanno vissuto quest’esperienza.

Come si svolgerà la giornata di domani?
Il workshop avrà inizio alle dieci del mattino; durerà fino alle 17.00. Abbiamo pensato di dividere la giornata in due momenti: il primo di presentazione in cui si spiegheranno tutte le possibilità offerte dallo Sblocca Italia a cui presenzierà anche il direttore dell’Agenzia del Demanio Reggi; e un secondo momento più operativo dove si creeranno quattro tavoli di lavoro che vedranno la collaborazione tra amministrazioni comunali e cittadini promotori di questi progetti.

Quante iscrizione avete ricevuto?
Quelle confermate sono 60. È un buon risultato.

Perché per Cittadinanzattiva è così importate l’art. 24 dello Sblocca Italia?
Mutua di fatto due espressioni molto importati contenute già nell’ultimo comma dell’art. 118 della costituzione che riguarda la sussidiarietà circolare: iniziativa ed autonomia. Parole importati per il nostro lavoro. Tra l’altro quest’anno cade il quindicesimo anniversario dell’inserimento del comma in costituzione.

Qual è il profilo di un “cittadino attivo”?
Per la nostra definizione un cittadino attivo è quello che partecipa alla costruzione dell’interesse generale e lo fa in maniera autonoma; non necessariamente sollecitato dalle amministrazioni e soprattutto lo fa occupandosi di quei valori citati prima: tutela dei diritti; cura dei beni comuni; sostegno ai soggetti deboli.


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