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Niger: i trafficanti di migranti sguazzano in mezzo al deserto

Nel maggio 2015, il Niger ha adottato una legge per reprimere i trafficanti di essere umani. A circa un anno di distanza gli effetti sul territorio non si vedono. Anzi, le stime del governo nigerino parlano di 160mila migranti (40mila in più rispetto al 2015) che transiteranno per il Niger nel 2016, diretti verso Libia e Algeria, e poi l’Europa. Ma anche i rimpatrii sono numerosi. L’analisi del giornale Le Nouveau Républicain, media partner di Vita.it

di Seyni Issa

Non c’è repressione che tenga. Un anno fa ci ha provato il governo del Niger, adottando nel maggio 2015 une legge contro i trafficanti di esseri umani accusati di farsi dollari a palate sulla pelle dei migranti che transitano sul territorio nigerino per conquistare prima la Libia o l’Algeria, e poi le coste europee. Secondo l’ufficio ONU per gli affari umanitari (OCHA), da quando è stata lanciata l’operazione per tracciare i flussi migratori in Niger, “11.163 migranti si sono recati in Libia (passando per Séguédine) e in Algeria (attraverso Arli) nel mese di marzo” e più “5.000 migranti che sono entrati in territorio nigerino da questi due paesi”.

I flussi in entrata che attraversano Arlit, città situata nel nordovest del Niger, sono composti in maggioranza da nigerini, sostiene OCHA. Nel dicembre 2014, era stata lanciata un’altra operazione per facilitare i rimpatrii di nigerini vulnerabili entrati illegalmente in Algeria. Da allora, sono tornati in Niger più di 9mila migranti, il 67% dei quali originari della regione meridionale di Zinder. Soltanto nel 2014, più di 80mila migranti hanno attraversato il territorio nigerino per andare in Maghreb e poi in Europa. Il flusso si è intensificato nel 2015 con 120mila migranti, e nel 2016 il governo stima a 160mila il numero di migranti che transiteranno per questo paese situato al crocevia di flussi migratori provenienti dall’ovest, Sud ed est del Sahel.

I dati dimostrano quindi che i flussi migratori non tendono a diminuire dopo l’adozione della legge contro i trafficanti di migranti, o meglio i cosidetti “operatori del settore”, suddivisi tra chi alloggia i migranti e chi li fa viaggiare. “Non basta adottare una legge sperando che il problema verrà risolto come per incanto. Questa legge deve essere conosciuta attraverso campagne di sensibilizzazione nei confronti dei migranti e soprattutto deve essere applicata contro chi la infrange”, sostiene Ibrahim Alhassan, un attivista dei diritti umani basato ad Agadez. “Purtroppo non ci siamo e il business legato all’immigrazioni clandestina è sempre più florente”.

Non basta adottare una legge sperando che il problema verrà risolto come per incanto. Questa legge deve essere conosciuta attraverso campagne di sensibilizzazione nei confronti dei migranti e soprattutto deve essere applicata contro chi la infrange.

Ibrahim Alhassan, attivista dei diritti umani (Agadez, Niger)

La denuncia di Alhassan è confermata dai timori espressi da chi ha deciso di fare del traffico dei migranti un commercio. E’ il caso di Ali Boureima, 32 anni, originario di Dirkout la cui testimonianza era stata raccolta da OCHA poche settimane dopo l’adozione della legge anti-traffico: “Ho sentito parlare di una nuova legge sui migranti, ma non so fino a che punto inciderà sul mio business”, dichiarava Ali che l’anno scorso faceva transitare più di 150 persone al mese in Niger. “Non so se lascerò quest’attività”. Prima Ali gestiva un piccolo negozio. “Grazie alle trattative con i migranti, ho quadruplicato il mio salario”.

I migranti clandestini che lasciano Dirkou per raggiungere la Libia imbarcano su dei pick-up o dei camion adatti ad attraversare il deserto. “Il costo del viaggio è di circa 150 dollari a persona”, indica OCHA. Coloro che superano la frontiera sanno che l’inferno è dietro l’angolo. Senza documenti regolari, e quindi nell’incapacità di ottenere un lavoro contrattualizzato, i migranti irregolari sono costretti a vivere nella clandestinità rimanendo in balia di datori di lavoro senza scrupoli che li sfruttano per poi spesso denunciarli alle forze dell’ordine.

Non so se lascerò quest’attività. Grazie alle trattative con i migranti, ho quadruplicato il mio salario.

Ali Boureima, 32 anni, trafficante di migranti

A. Hervé, detto Pappus, un giovane congolese espulso dalla Libia e che risiede attualmente a Niamey, ne ha fatto l’amara esperienza. “Ho lavorato per due anni e mezzo nell’edilizia come operaio specializzato, ma il mio responsabile mi versava appena un terzo del mio salario mensile. Aveva giurato che mi avrebbe dato il resto più in là, una promessa che non ha mantenuto ovviamente”. Anzi, “quando ho iniziato ad insistere, mi ha denunciato alla polizia che mi ha rinchiuso in carcere per cinque mesi. Dopo di che sono stato rimpatriato in Niger. Le sofferenze che ho patito sono inimmaginabili”.

Ma c’è chi prova sentimenti diametralmente opposti. I trafficanti di migranti possono contare su previsioni molto favorevoli al loro commercio illegale per il 2016. Oltre 160mila migranti illegali annunciati in territorio nigerino per quest’anno sono tanti. Ed è meglio approfittarne ora, prima che la legge venga davvero applicata.

Articolo realizzato nell'ambito di un progetto editoriale supportato dalla Direzione Generale Mondializzazione e Questioni Globali (DGMO) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che associa Vita e Afronline a 25 media indipendenti africani, tra cui Le Nouveau Républicain (Niger).

Foto copertina: Pick-up con a bordo dei migranti diretti verso la Libia (1 giugno 2015). Issouf Sanogo/Getty Images.

Traduzione di Joshua Massarenti.


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