Solidarietà & Volontariato

“Il gioco è vita se…”. Anap Confartigianato: convegno a Bergamo contro l’azzardo

"Giocare è bello e importante per vedere la vita in positivo, costruire e alimentare le relazioni. Tutto il contrario dell'azzardo, che le disgrega. Noi dobbiamo lavorare per valorizzare belle esperienze e buone pratiche". Così Siro Cini, Presidente di Anap Lombardia, che questa mattina a Bergamo ha aperto il convegno organizzato da Anap-Confartigianato in collaborazione con Vita.

di Redazione

L'azzardo dilaga, corrompe economia e impresa, aggredisce famiglie e reti. Depotenzia l'incontro fra le generazioni, priva giovani e meno giovani di quelle ricchezze – materiali, culturali, simboliche – che potrebbero essere vera risorsa per il Paese. Che fare? Come restiture a giovani e pensionati – due delle fasce maggiormente aggredite dall'azzardo di massa – la capacità di reagire e tornare al valore positivo del vero gioco?

Si è aperto con questa domanda il convegno che “Il gioco è VITA se…”, un’iniziativa promossa da Confartigianato Persone – Gruppo Regionale ANAP Lombardia con la collaborazione con Vita. “Giocare è bello e importante per vedere la vita in positivo, costruire e alimentare le relazioni, tenere vivi corpo e mente – commenta Siro Cini, Presidente di Anap Lombardia – Eppure esiste anche un gioco cattivo, che produce esattamente l’effetto contrario. Parlo del gioco d’azzardo, un fenomeno grave e che riguarda anche molti anziani. Il gioco “vitale” va contrapposto a quello pericoloso, va valorizzato perché crea legame e senso si comunità”.

Oltre ai vertici nazionali, regionali e locali di Anap, saranno presenti anche il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il Presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti e il Presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara.

Giocare è bello e importante per vedere la vita in positivo, costruire e alimentare le relazioni, tenere vivi corpo e mente Eppure esiste anche un gioco cattivo, che produce esattamente l’effetto contrario. Parlo del gioco d’azzardo, un fenomeno grave e che riguarda anche molti anziani. Parleremo del gioco “vitale” contrapposto a quello pericoloso, e di come trarre il meglio dal primo

Siro Cini, Presidente di Anap Lombardia

Molti i relatori e le esperienze che veranno discusse sul tema. Si parte con il il professor Ivo Lizzola, dell’Università di Bergamo, che parlerà del gioco d’azzardo come fattore disgregante. Sarà poi il turno dell’Assessore Regionale al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi, da sempre sul fronte del contrasto al gioco d'azzardo, che presenterà le politiche che Regione Lombardia sta mettendo in campo per contrastare questo fenomeno. A Francesca Antonacci, docente di Pedagogia del gioco presso l’Università Bicocca Milano, il compito di cambiare il quadro e che parlaredel gioco “buono” e dei suoi effetti positivi sulle relazioni. Si tornerà a parlare dei rischi del gioco d’azzardo con una testimonianza di un ex giocatore, che interverranno insieme allo psicologo Simone Feder.

Proprio Feder ci ricorda che "dai primi di gennaio del 2013 ad oggi si sono rivolte al nostro sportello circa 220 persone. Alcune sono con una mail, un colloquio telefonico o un contatto tramite social network. Alcuni hanno richiesto un colloquio individuale, altri hanno invece deciso di partecipare ai gruppi di auto-aiuto per i giocatori d’azzardo patologici e per i loro familiari. La maggior parte delle persone che partecipano ai gruppi ha un diploma di scuola media inferiore, è pensionato o disoccupato (come causa o conseguenza del gioco d’azzardo) e tutti hanno chiesto dei prestiti (in famiglia, a finanziarie, ad agenzie di credito)".

Persone diverse con storie diverse, prosegue Feder, "ma tutte accomunate da una grande sofferenza, dalla distruzione della propria fami-glia, da un castello costruito di menzogne e alibi. Mai nessuna droga era stata così devastante da creare questo tipo di reazioni nelle persone, mai nessuna droga aveva colpito non solo i giovani, ma soprattutto gli anzian. Ognuno si affaccia all’azzardo spinto da una motivazione di- versa, in cerca di qualcosa di diverso, ma in tutti i casi il passo da una “giocata solitaria” ad una vera e propria dipendenza è breve. E se non c’è un famigliare, un proprio caro che, esasperato dalla situazione decide di chiedere aiuto, uscirne è ancora più difficile".

In copertina: Brigitta Sinka, pensionata ungherese di 87 anni, gioca a scacchi con dei ragazzi e entre nel Guinness dei primati per il record di partite giocate in simultanea (Photo credit: ATTILA KISBENEDEK/AFP/Getty Images)


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