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Economia & Impresa sociale 

Il commercio equo certificato in Italia? Ecco quanto vale

Presentato oggi a Milano il rapporto annuale Fairtrade con i dati del 2015. Il valore del venduto del commercio equo certificato in Italia raggiunge i 99 milioni di euro. Le più vendute sono le banane che da sole fanno più del 50% di volume del complessivo dei prodotti, superando le 10.000 tonnellate

di Anna Spena

Presentati oggi da Fairtrade Italia, in occasione dell’incontro “Le filiere Fairtrade e la sfida del cambiamento climatico” che si è svolto questa mattina presso il Centro Congressi Stelline di Milano, i dati che spiegano come quello del commercio equo certificato sia un mercato che paga. Nel 2014 nel mondo i consumatori hanno speso quasi sei miliardi in prodotti Fraitrade.

Ma la crescita delle vendite dei prodotti equo certificati Fairtrade anche in Italia non si arresta, e il valore del venduto nel 2015 raggiunge i 99 milioni di euro, pari al +10% rispetto all’anno precedente. Le più vendute sono le banane che da sole fanno più del 50% a volume del complessivo dei prodotti, superando le 10.000 tonnellate. Seguono lo zucchero (+30% rispetto al 2014) il caffè (+10%) e il cacao (+7%). «Il trend positivo di crescita confermato anche nel 2015 è un segnale chiaro: i consumatori italiani premiano le pratiche produttive responsabili verso ambiente e comunità locali», dice Paolo Pastore, Direttore di Fairtrade Italia. «In Italia 145 aziende sono partner del circuito Fairtrade e con 700 item di prodotto diversi siamo presenti in oltre 5mila punti vendita. Produttori e lavoratori, importatori e aziende, Ong e consumatori, hanno condiviso la visione di un sistema che si migliora sempre e che vuole avere un impatto sempre più profondo».

Giuseppe di Francesco, presidente di Fairtrade Italia, ha poi aggiunto: «Ricorderemo il 2015 come l’anno di Expo, ma soprattutto come l‘anno in cui l’Assemblea Generale dell’Onu ha lanciato i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Siamo convinti che il commercio equo possa giocare un ruolo significativo verso il superamento stabile dell’ingiustizia, obiettivo che vogliamo coltivare usando il commercio come uno strumento vitale per ridurre le disuguaglianze sociali, agendo qui e ora insieme ai consumatori, alle scuole, ai giovani, veri protagonisti di questa epocale sfida di cambiamento».

All’incontro di questa mattina era presente anche Jorge Laimito Quispe, presidente della cooperativa Acopagro nata nel 1997 in Perù, oggi è la prima esportatrice di cacao biologico dal Paese. La cooperativa coltiva il cacao nella regione di San Martin, dal 2005 ha la certificazione Fairtrade. In quelle terre dove ora si coltiva cacao, fino a 19 anni fa, i contadini lavoravano la cocaina per il mercato del narcotraffico. «Da quando siamo entrati a far parte del sistema Fairtrade», racconta Jorge Laimito Quispe, «abbiamo potuto investire sulla qualità del nostro cacao migliorando anche la qualità della vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità. Ci prendiamo cura dell’ambiente: oltre a seguire i metodi dell’agricoltura biologica, abbiamo piantato due milioni di alberi destinati alla riforestazione dell’area in cui operiamo, per evitare l’erosione del suolo. Per questo abbiamo ricevuto in concessione dal governo regionale 110.000 ettari di bosco per 40 anni».

FAIRTRADE è il Marchio di Certificazione del commercio equo e il marchio etico più conosciuto al mondo. Il sistema di certificazione Fairtrade garantisce il pagamento di un prezzo equo e stabile alle organizzazioni di produttori dei Paesi in via di sviluppo (Fairtrade Price) e assicura un margine di guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo a favore delle comunità, come la costruzione di scuole, ospedali, corsi di formazione e borse di studio per i figli dei lavoratori (Fairtrade Premium). Inoltre assicura il rispetto dell’ambiente, della biodiversità e promuove pratiche di agricoltura sostenibile.


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