Famiglia & Minori

Weworld: i dati drammatici del Garante dell’Infanzia ci spingono a fare di più

Secondo lo studio presentato da Cesare Romano, sono più di 200 i casi di maltrattamenti e violenza "sommersa" fra le mura di casa ai danni di bambini da parte di familiari. «È l’esclusione che porta all'isolamento, che cela le violenze e provoca il silenzio e l'omertà», sottolinea Marco Chiesara presidente della associazione

di Redazione

In Campania esistono intere zone, in “quartieri molto critici”, in cui l’incesto e l’abuso sessuale “sono elevati a normalità”. Secondo lo studio presentato dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania Cesare Romano, sono più di 200 i casi di maltrattamenti e violenza “sommersa” fra le mura di casa ai danni di bambini da parte di familiari. Le vittime sono nell’80% dei casi minori in età preadolescenziale, bambine tra i 6 e i 10 anni nell’87% dei casi. Fra i quartieri più colpiti dal fenomeno Romano cita Salicelle ad Afragola, Madonnelle ad Acerra, alcuni quartieri di Napoli e Caivano, il comune del napoletano ormai indissolubilmente legato agli orrori nel palazzo del Parco Verde in cui hanno perso la vita i piccoli Antonio Giglio e Fortuna Loffredo.

«A poche ore dai dati presentati dal Garante la cronaca ci mette di fronte a un nuovo amaro e terribile atto di violenza perpetrato contro una minorenne: Maria», ha dichiarato Marco Chiesara, presidente di WeWorld, «Da alcuni anni, WeWorld è presente anche in questa Regione con i centri diurni di Fequenza200, per il sostegno educativo e contro la dispersione scolastica di tanti ragazzi, e gli Spazi Donna, luoghi di socializzazione creati per favorire percorsi di emancipazione sociale per le donne. Il nostro lavoro è svolto in contesti di disagio sociale ed economico ed è volto a contrastare l’esclusione di coloro che sono più a rischio: bambini, bambine, adolescenti e donne. È l’esclusione che porta all'isolamento, che cela le violenze e provoca il silenzio e l'omertà come nel caso estremo di Fortuna a Caivano».

Tante le conseguenze a breve e lungo termine dei maltrattamenti quando a esserne coinvolti sono minorenni, tanto da comprometterne la loro vita presente e futura. «Oltre ai danni fisici e psicologici più immediati e facilmente visibili, ve ne possono essere altri: difficoltà sociali e relazionali a seguito degli abusi, la possibile fuoriuscita da scuola e le carenze educative che si riverberano nella vita adulta, in termini di reddito, lavoro e autodeterminazione, senza contare che per le bambine e ragazzine vi è il rischio più deleterio: quello delle gravidanze indesiderate», continua Chiesara.

Un fenomeno, questo ultimo, dal quale l'Italia si colloca all’8° posto nella classifica del WeWorld Index 2016 con un tasso di maternità precoce pari al 3,32%. Una situazione che riguarda solo alcune aree del Paese, secondo i dati Istat del 2014, come la Campania, la Sicilia e la Puglia, su un totale di 1.950 nascite da madri minorenni nel 2014, ben 389 sono avvenute in Campania, 466 in Sicilia e 242 in Puglia.

Per Chiesara, «lo studio condotto dal Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Campania rileva come vi siano differenze notevoli tra città e quartieri: quelli in cui il fenomeno è più diffuso sono Salicelle ad Afragola, Madonnelle ad Acerra, infine alcuni quartieri di Napoli e di Caivano».

Nel quartiere di Salicelle WeWorld interviene con progetti volti a favorire l’educazione – e quindi la consapevolezza di sé e dei propri diritti – di bambine, bambini e adolescenti con i progetti Frequenza200, e con quelli volti ad accrescere l’empowerment delle donne implementati nei quartieri di Scampia e San Lorenzo a Napoli.


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