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Ivan Lion, Mano de pedra e Fondazione Maugeri

Il 27enne affetto da spina bifida è uno degli atleti seguito dal Centro di Medicina dello Sport della Fondazione. Si appresta a partecipare ad un torneo al al tennis Club di Pavia ma il suo sogno sono le olimpiadi di Tokyo

di Diletta Grella

«Per me il tennis è innanzitutto vita. Nel senso che ha reso la mia vita molto più bella e le ha dato un significato profondo». Ivan Lion, 27 anni, è un campione di tennis in carrozzina. Affetto da spina bifida, ha iniziato a giocare a nove anni.

In questi giorni Ivan si trova a Pavia, per disputare il Torneo nazionale maschile di tennis in carrozzina Mano de pedra, che si terrà nel Tennis Club della città dal 23 al 26 giugno. Una manifestazione sportiva che è giunta ormai alla seconda edizione e che ha richiamato l’attenzione di tutta la città.

«La Fondazione Maugeri è felice di sostenere e patrocinare l'evento», spiega il vicedirettore generale Paolo Migliavacca. «Da un lato, infatti, riteniamo che si tratti di un appuntamento di grande valore e dall’altro crediamo che il lavoro svolto in questa occasione dai nostri medici dello sport possa servire a migliorare sempre di più le terapie riabilitative che pratichiamo con i pazienti che tutti i giorni arrivano nel nostro ospedale».

In particolare, il Centro di Medicina dello Sport ha svolto alcuni controlli medici su Ivan. «L’abbiamo sottoposto anche ad un importante test valutativo da sforzo, che misura la quantità di ossigeno consumata in rapporto all’intensità dell’esercizio compiuto, e i risultati ottenuti sono stati molto buoni», chiarisce il professor Roberto Bottinelli, direttore del Centro di Medicina dello Sport della Fondazione Maugeri e Ordinario di Fisiologia all’Università di Pavia.

«Da molto tempo il nostro Centro si occupa di atleti disabili. Seguiamo per esempio una squadra di hand-biker, tra i più forti in Italia, e un triatleta con problemi agli arti superiori. È interessante osservare come questi atleti abbiano saputo sviluppare capacità motorie che una persona normodotata non possiede, o quantomeno non sa di possedere: per compensare il fatto che non possono svolgere alcuni movimenti, hanno imparato a farne altri davvero incredibili. Lo studio di questi campioni, poi, ci ha permesso di capire l’importanza che lo sport praticato con regolarità riveste per la vita di un disabile. La sedentarietà, infatti, è causa di numerose malattie e una persona portatrice di handicap tende ovviamente ad essere molto sedentaria. Lo sport può davvero fare la differenza e migliorare la salute, sia fisica che mentale, riducendo il rischio di incorrere in patologie serie».

Ivan Lion, che vive ad Alpignano, in provincia di Torino, fa parte, insieme ad altri due compagni, della squadra del Tennis Club Pavia, dove appunto si svolgerà il Torneo a partire da giovedì 23 giugno.

«Gli atleti in gara saranno sedici e Ivan è tra i favoriti», spiega Sandro Centanni, direttore sportivo del Tennis Club. «Del resto, nella categoria juniores, è stato per ben due volte campione italiano e numero dieci nel ranking mondiale; nella categoria seniores è stato invece più volte campione regionale e numero due d’Italia per molto tempo (ora è alla quinta posizione)».

Oggi Ivan si dedica esclusivamente al tennis e, nella Regione Piemonte, è l’unico istruttore di primo grado della Federazione Italiana Tennis (FIT) ad essere in carrozzina.

«Il mio sogno», dice Ivan, «è partecipare alle paralimpiadi di Tokyo. Ci arrivano però solo i primi 48 atleti al mondo e per rientrare in quelle posizioni bisogna disputare molti tornei all’anno e avere quindi una disponibilità economica notevole. Da qui al 2020, anno in cui si svolgeranno i giochi paralimpici, di strada da fare ce n’è ancora tanta. Per il momento ce la metterò tutta per vincere il Torneo di Pavia. E poi chissà, stiamo a vedere!».


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