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Sostenibilità sociale e ambientale

Monte Isola, il paradiso che ha fatto innamorare Christo

L’associazione “Il Mosaico, Guide Turistiche abilitate” ha gestito con sette info-point il milione e mezzo di visitatori arrivati sul lago d’Iseo per The Floating Piers, la passerella galleggiante di Christo. Ed ha lanciato anche una campagna di sensibilizzazione per la conoscenza del territorio. Vita.it intervista Rossana Braga, segretario dell’associazione che spiega perché è cosi importante andare oltre l’evento internazionale…

di Anna Spena

«Perla del Lago, isola lacustre abitata più grande d’Europa, annoverata tra i borghi più belli d’Italia (…) Sulla vetta la Madonna della Ceriola, da uno scrigno di roccia, accoglie il ricordo portato dall’onda e l’approdo delle genti. L’isola è il cuore pulsante della passerella con cui Christo realizza il miracolo di renderla raggiungibile dalla terraferma camminando sull’acqua. Ognuno diviene parte dell’opera e al contempo del paesaggio; sospeso tra cielo e terra, immerso in un teatro naturale, fissa lo sguardo nella sublime visione d’insieme, fruibile dalla rocca Matinengo, la mirabile istallazione artistica, dono d’amore si farà ricordo indelebile».

Questa è la descrizione di Montisola fatta da Rossana Braga guida turistica che ricopre il ruolo di segretario dell’associazione Il Mosaico, fondata 30 anni fa, da sempre si occupa di promozione sociale e culturale del territorio. La passerella di Christo, The Floanting Piers, ha ridato visibilità ad un lago, quello d’Iseo, dimenticato. Ma, l’opera dell’artista bulgaro è solo il valore aggiunto di uno spettacolo naturale – di per sé – già bellissimo. «Montisola è una montagna incastrata nel lago», dice Rossana Braga. «Scrivere il volantino della campagna di sensibilizzazione è stato semplice: l’ho guardata con gli occhi innamorati di chi vive questo territorio che non finisce mai di sorprendere. E più lo si guarda, più lo sguardo cambia».

All’associazione Il Mosaico, per i giorni di The Floating Piers, è stato affidato il compito di realizzare sette info-point per aiutare i tantissimi visitatori previsti che sarebbero arrivati alla passerella. «Non così tanti rispetto a quelli che sono poi effettivamente arrivati», scherza la Braga.

La passerella, infatti, è stata chiusa ieri tre luglio, le stime dicono che a passeggiarci sopra siano state circa un milione e mezzo di persone, ben oltre ogni benevola previsione. «Ci hanno avvisato della realizzazione degli info-point solo un paio di mesi fa», spiega la Brega. «Abbiamo lavorato come matti ma è stato bellissimo e ne è valsa la pena. Con noi hanno lavorato ragazzi del liceo, stagisti e neo laureati. La maggior parte delle informazioni che abbiamo dato sono state di tipo logistico, soprattutto sui trasporti».

L’associazione Il Mosaico non ha chiesto nessun tipo di compenso per il servizio svolto, «solo un rimborso spese», precisa Rossana Brega. «Però abbiamo chiesto al comune di darci la possibilità di promuovere il nostro progetto: una campagna di sensibilizzazione per la conoscenza di Monte Isola».

L’associazione infatti ha previsto cinque percorsi diversi e pur non tralasciando le tappe più note, abbiamo invitato le persone che sono arrivate a Monte Isola a seguire anche percorsi diversi: «Tracciati inconsueti», dice la Braga, «che svelano un territorio in larga parte ancora permeato da un incedere del tempo lento. Percorsi che conducono a punti panoramici da togliere il fiato, piccoli borghi medioevali che meritano di essere scoperti».

Per questo motivo, insieme agli info-point, l’associazione ha messo a disposizione 15 guide turistiche per accompagnare le persone alla scoperta di Monte Isola. «L’idea è stata quella di dire “guardate quanto altro c’è”. Però non ha ottenuto un grande seguito.

Ancora una volta ha vinto l’evento – bellissimo sia chiaro – che è stato più pubblicizzato. Ma forse questo era anche un po’ normale. Le persone sono arrivate fino a Monte Isola per Christo. È stato difficile provare a convincerle che valesse la pena visitare anche altro. Forse questa di The Floating Piers non è stata l’occasione giusta per lanciare una campagna di sensibilizzazione del territorio. Ma non sarà sicuramente l’ultima».


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