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A Milano 12 profughi accolti senza fondi pubblici da Ceas e Casa della Carità

Cinque giovani coppie e una ragazza madre con la figlia neonata sono da venerdì 8 luglio nella sede del Centro ambrosiano di solidarietà nel Parco Lambro. Provengono dal Corno d'Africa, il progetto di accoglienza è realizzato in collaborazione con il Comune di Milano ma in completa gratuità

di Redazione

Nei locali del CeAS (Centro Ambrosiano di Solidarietà) nel Parco Lambro, da venerdì hanno trovato ospitalità cinque giovani coppie, provenienti dall'Eritrea, dall'Etiopia e dalla Somalia, sbarcate da poche settimane nel sud Italia. Il giorno prima, ad essere accolta era stata Deborah, una neonata di pochi giorni, arrivata insieme alla sua mamma diciottenne.

In giorni in cui il sistema di accoglienza milanese si trova sotto pressione, a seguito delle numerose richieste di asilo presentate dai tanti profughi in arrivo nella nostra città metropolitana, la Fondazione Casa della carità e il CeAS, che da tempo collaborano nell'accoglienza di persone fragili, rispondendo all'appello del Comune di Milano, hanno deciso di mettere temporaneamente a disposizione i propri spazi in gratuità, senza cioè nessun contributo pubblico. "Non lo facciamo per bontà, ma per il senso di responsabilità che, da cittadini, sentiamo di avere di fronte all'ennesima situazione di 'emergenza', per altro ampiamente prevedibile", spiega don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità e consigliere d’amministrazione del CeAS.

"Durante la campagna elettorale, nonostante le sollecitazioni a provvedere per tempo a un'adeguata campagna di accoglienza dei profughi, gran parte della politica ha accantonato la questione. In questi giorni, in cui gli enti del terzo settore stanno mettendo a disposizione tutte le loro risorse, credo sia urgente che le istituzioni locali, in coordinamento e con il sostegno di quelle regionali e nazionali, realizzino finalmente un programma di accoglienza non emergenziale, organizzato e di lungo periodo, mettendo in campo adeguate risorse e competenze", continua don Colmegna. Le giovani coppie di profughi sono state accolte in un salone della sede del CeAS, mentre per le mamme con bambini è stato messo a disposizione un piccolo appartamento, sempre al Parco Lambro, più adatto alle loro esigenze. Nel periodo di loro permanenza, gli ospiti sono seguiti da operatori sociali, mediatori, medici e avvocati.

“Sono arrivati tutti molto stanchi e provati dal viaggio, con i corpi ancora segnati dalla dura traversata nel Mediterraneo. All’inizio non hanno fatto che dormire”, racconta Donatella De Vito, che coordina il progetto di accoglienza. “Poi, una volta rimessisi, sono come rinati e hanno iniziato a raccontarsi, instaurando un buon rapporto con il luogo che li ha accolti".


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