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Sharing economy: tutti ne parlano, ma la conoscono?

È in programma mercoledì 27 luglio a Milano la presentazione di "Dalla proprietà all'utilizzo", secondo volume del progetto editoriale Food For New Thought. Occasione per una tavola rotonda e un dibattito sulle dinamiche in atto e sulle prospettive di business dell'economia della condivisione

di Antonietta Nembri

Dalla proprietà all’utilizzo. Questo il titolo del secondo volume del progetto editoriale Food For New Thought (iniziativa di Mbs Consulting con Feltrinelli e Slow Food Milano) che ha l’obiettivo di approfondire fenomeni economico-sociali rilevanti. Il libro viene presentata mercoledì 27 luglio a Milano (vedi particolari in agenda).

Un volume che affronta il passaggio dal desiderio di possedere in modo esclusivo alla facoltà di utilizzare un bene quando necessario. Il libro affronta il cambiamento in atto grazie alla sharing economy. Ma ascoltando Paolo Ceresi, partner di Mbs Consulting e uno dei relatori dell’incontro di mercoledì non tutto è sharing economy.
«Occorre distinguere tra tra pay per use che si basa sul B2C e il modello di condivisione innovativo che si basa su un approccio C2C» spiega sottolineando come per esempio esperienze quali Car2go o Enjoy appartengano al B2C, mentre BlaBlaCar sia invece vera sharing economy «il paradigma alla base è sempre il passaggio dalla proprietà dei beni, siano essi auto, media, food. al loro utilizzo. Al momento è difficile fare previsioni su quale delle due modalità risulterà vincente dal momento che entrambe rispondono a questo cambiamento in atto».

Di sicuro è un fenomeno che va a due velocità: «Airbnb ha una capitalizzazione superiore a quella della catena Hilton, mentre in Italia il Social eating non sfonda anche perché abbiamo tante altre alternative tradizionali» continua Ceresi. Terreno fertile per questa tendenza sicuramente è stata la crisi, ma non solo: «È una questione di cultura, soprattutto della generazione Y i millenials per i quali non è importante possedere una macchina, ma poterla usare quando serve. E questo va a incidere sugli stili di vita soprattutto nelle metropoli».

Oggi tutto sembra essere sharing economy, ma anche se – mette in guardia Ceresi «non si tratta di una moda, ma di un trend inarrestabile e davanti al quale le industrie dovranno attrezzarsi». I modelli di business tradizionali dovranno modificarsi, ma per evolvere questo tipo di economia dovrà anche affrontare gli attuali punti di debolezza che vanno per esempio dall’essere radicati quasi esclusivamente nei centri urbani all’essere anche un business ancora poco redditivo. «Il libro è nato da una tavola rotonda sul tema, ma la riflessione deve proseguire perché il fenomeno crescerà, quello che dobbiamo comprendere è il come evolverà».

Per cercare di capire e conoscere meglio questo fenomeno che sta crescendo davanti ai nostri occhi un’occasione per approfondire la riflessione è l’incontro di mercoledì in cui si analizzeranno le dinamiche del cambiamento in atto.

In apertura foto di John MacDougall/Afp/Getty Image


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