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Minori stranieri non accompagnati, un hub diffuso in Emilia Romagna

Parte a settembre in Emilia Romagna una nuova rete di prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati: accoglienza diffusa: 50 nuovi posti fra Budrio e Ravenna, che si vanno ad aggiungere ai 50 di Bologna

di Redazione

Da settembre in Emilia-Romagna partirà un nuovo sistema di accoglienza diffusa tra i Comuni, rivolta ai minori stranieri che arrivano in Italia senza famiglia. L’iniziativa è dell’ANCI Emilia Romagna, che ha vinto un bando del Ministero dell’Interno, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea. L’obiettivo? Qualificare il sistema di prima accoglienza per i richiedenti asilo minorenni che giungono nel nostro Paese o che vengono rintracciati nel territorio.

Il progetto prevede l’accoglienza di 50 minori stranieri non accompagnati, per un periodo massimo di 60 giorni. Venti ragazzi verranno ospitati a Ravenna e trenta a Budrio, in provincia di Bologna, secondo il principio dell’accoglienza diffusa, per una migliore integrazione con le comunità locali. «Il nostro ruolo come ANCI regionale è quello di supportare e coordinare i Comuni sul tema migranti, facendo sistema tra gli Enti Locali, in un'ottica di sostenibilità per tutto il territorio. Solo se lavoriamo in maniera integrata e condivisa possiamo gestire i flussi migratori, che non possiamo più considerare come un'emergenza, ma una dinamica che dobbiamo essere pronti a governare anche per il futuro. Questo progetto, particolarmente importante perché rivolto ai minori, è tra i primi in Italia ad essere strutturato secondo una logica di hub diffuso e può essere un riferimento per altri territori», ha spiegato Paolo Pirazzini, direttore del dipartimento Welfare di ANCI Emilia Romagna.

A gestire il progetto saranno due cooperative: Persone in Movimento e Camelot, entrambe con una lunga esperienza nella progettazione e gestione dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, sia minori che adulti. I ragazzi avranno assistenza legale e sanitaria, vitto, alloggio e servizi di mediazione culturale. Tutti verranno coinvolti per l’apprendimento della lingua italiana, in attività di mediazione culturale, nella frequentazione di strutture e associazioni del territorio. La seconda accoglienza verrà progettata in base alle caratteristiche personali di ciascuno, in accordo con il sistema Spar. Il progetto si concluderà il 27 marzo 2019.

A Ravenna, nello specifico, i minori accolti saranno alloggiati in due strutture da 8 e 12 posti, in centro: «Per Ravenna è la prima esperienza relativa a un progetto di prima accoglienza di minori stranieri non accompagnati che si inserisce in un piano nazionale finalizzato a creare un unico sistema di accoglienza», ha detto l’assessora Valentina Morigi, con delega a Servizi sociali e Immigrazione, benché nella seconda accoglienza a Ravenna nel 2015 siano stati accolti 115 minori, con 45 presenze attuali e 70 dall’inizio dell’anno 2016.

Nel Comune di Budrio l’ospitalità dei 30 ragazzi avverrà in una zona rurale della frazione di Vedrana, a Palazzo Salina-Aria, struttura di proprietà dell’Associazione Famiglie Cerebrolesi e destinata all’accoglienza di persone svantaggiate: «È importante che il progetto di hub diffuso per minori sia coordinato dall’ANCI regionale» afferma Giulio Pierini, Sindaco di Budrio. Da "Mare Nostrum" in poi, per Budrio è la terza esperienza con gruppi di migranti, il secondo dei quali è ancora in corso a Mezzolara, con esiti positivi e rassicuranti. «Ancora una volta ci dimostreremo, con orgoglio, una comunità solidale e accogliente e insieme attenta agli aspetti della tutela delle persone e alla sicurezza. Siamo certi che il presidio sulla struttura e l'attenzione ai giovani migranti saranno la priorità nell'attività della cooperativa Camelot, già strutturata ed esperta in questa attività. Per parte nostra, non mancherà tutto il sostegno affinché il progetto si realizzi nel segno della convivenza pacifica, del dialogo e della tranquillità».

Questo nuovo hub diffuso si affianca a quello già esistente a Bologna, che ospita 50 minori, 47 ragazzi e 3 ragazze, in tre strutture, due maschili e una femminile, la cui gestione è da poco stata riassegnata al Comune di Bologna, in partenariato con le cooperative CEIS, Csapsa Due, Dolce, Open Group e Camelot. Dal 20 marzo 2015 al 22 febbraio 2016, periodo di riferimento del progetto “Hub accoglienza minori stranieri non accompagnati Emilia – Romagna” del Comune di Bologna, da questo primo hub sono transitati 163 ragazzi (154 maschi e 9 femmine) provenienti in prevalenza da Gambia, Ghana e Nigeria. Hanno in media 16 anni, la maggior parte di loro è scolarizzata. Sono arrivati quasi tutti via mare, affrontando viaggi complessi attraverso l’Africa e l’Asia, spesso da soli, impiegando da alcuni mesi ad oltre quattro anni per arrivare in Italia. 81 minori sono stati imprigionati in Libia, alcuni ad opera della polizia, altri per mano di trafficanti e banditi.

Foto Mary Turner/Getty Images


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