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Cooperazione & Relazioni internazionali

Migranti, 10mila salvataggi in tre giorni e nuovo decreto per i Msna

Con il mare calmo aumentano le partenze dalla Libia: 53 distinte operazioni di salvataggio, messe in atto da mezzi di ong, Marina militare, Guardia costiera, e in misura minore dai dispositivi Ue EunavforMed e Triton, hanno permesso di ridurre al minimo - due i corpi senza vita recuperati - un bilancio delle vittime che nei primi 8 mesi del 2016 ha superato quota 3100. Intanto sul fronte accoglienza si cambia: i prefetti possono attivare direttamente nuove strutture per i minori non accompagnati

di Daniele Biella

Ben diecimila persone salvate nel mar Mediterraneo dalla sera di venerdì 27 agosto alla mattina di oggi martedì 30 agosto, di cui almeno 7mila solo – in 53 distinte operazioni di salvataggio – nella giornata di lunedì. Sono numeri importanti quelli che si stanno registrando in queste ore e il dato è ancora più significativo dato che finora i casi accertati di persone che hanno perso la vita sono due (le cui salme arrivano nelle prossime ore a Brindisi assieme a 720 superstiti): segno che la macchina dei soccorsi, in questo periodo, ha raggiungo un’efficacia più che virtuosa, capace di ridurre al minimo le tragedie in mare.

Almeno 2500 persone sono state salvate dalla Marina militare, attraverso le quattro unità navali a disposizione e i mezzi della Guardia costiera, altrettanti dalla flotta del dispositivo europeo Eunavfor Med, ribattezzato Operazione Sophia e da mercantili che erano nei pressi delle barche in pericolo, mentre buona parte delle restanti sono state recuperate dalle navi delle ong presenti in mare, in particolare Dignity 1 di Medici senza frontiere e Astral, la nave privata (un vascello di 30 metri) dell’imprenditore Livio Lo Monaco donata nei mesi scorsi all’ong di bagnini spagnoli Proactiva open arms per salvare vite nel Mediterraneo. Altre imbarcazioni di enti umanitari all'opera in queste ore sono quelle di Moas e Sos Méditerranée. Nel solo giorno di lunedì Dignity I ha partecipato alle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale di circa 3mila persone che viaggiavano su circa 20 gommoni e diversi barconi di legno alla deriva (nella foto di apertura un momento dei salvataggi di ieri). Il numero di persone soccorse in un solo giorno è il più alto da quando abbiamo inziato le nostre operazioni nel Mediterraneo centrale un anno fa”, riporta Nicholas Papachrysostomou, responsabile del progetto a bordo della Dignity I. Ong e volontari sono in queste ore assiduamente impegnati nel salvataggio di persone così come nella collaborazione con le autorità marittime, compresi il sacerdote eritreo Mussie Zerai e l’attivista italo-marocchina Nawal Soufi, che stanno ricevendo numerosi SOS da imbarcazioni in pericolo.

Gli ingenti arrivi di queste ore sono dovuti alle buone condizioni del mare, che fanno aumentare il flusso delle partenze dalle coste libiche, a vantaggio dei trafficanti, che per ogni persona a bordo ricavano almeno mille dollari, come avviene da anni senza soluzione di continuità. Proprio ieri alcuni dei salvataggi più difficili sono stati effettuati non lontano dalle coste libiche ma senza la presenza della guarda costiera del paese nordafricano, quasi irreperibile (come riporta l’esperto giurista Fulvio Vassallo nel suo blog Diritti e frontiere) dopo l’atto increscioso di abbordaggio della nave Bpurbon Argos di Msf della scorsa settimana. E in queste ore le imbarcazioni di fortuna in viaggio sono talmente tante che alcune sfuggono ai radar o non lanciano SOS (magari non disponendo di un telefono satellitare a bordo) e arrivano fino alle coste italiane, come accaduto nelle scorse ore sull’isola di Capo Passero a Portopalo, in Sicilia (35 migranti, di nazionalità bengalese, iraniana, irachena e nepalese, recuperati dalla Guardia costiera dopo che la barca si era arenata sull’isola), e a Capo Teulada in Sardegna, dove con due barche sono giunti 42 migranti algerini, compresa una donna in gravidanza.

Il dato di fine agosto 2016 riguardante gli sbarchi in Italia, aggiornato a 114mila arrivi, è comunque di poco al di sotto del numero totale nello stesso periodo (1 gennaio – 31 agosto) del 2015, quando sono stati registrati 116mila migranti sbarcati. Per quanto riguarda gli arrivi sulle coste greche, dopo mesi di numeri ridotti in conseguenza dell’accordo tra Unione europea e Turchia sancito alla fine di marzo 2016, si assiste invece a una crescita nelle ultime settimane nella sola isola di Lesbo, con un 80-100 arrivi al giorno è un picco di 285 persone nella sola giornata di ieri, anche in questo caso recuperate sia da navi dell’agenzia Frontex sia da volontari presenti sulle spiagge del nord dell’isola, come le ong Lighthouse relief e, anche in questo caso, Proactiva open arms.

Una volta concluse le operazioni di sbarco si sapranno anche quanti saranno i Msna, Minori stranieri non accompagnati, presenti tra i 10mila arrivi. Statistiche degli ultimi tempi alla mano, se venisse confermato il 20% degli ultimi tempi – quindi almeno 2mila minorenni – aumenterebbe per loro l’emergenza accoglienza, dato che da mesi le strutture (in particolare in Sicilia) sono al collasso in quanto a capacità e molti sono trattenuti, come nell’hotspot di Pozzallo, in strutture destinate agli adulti, come denunciano da tempo le ong. In questo senso una novità potenzialmente positiva è arrivata da un recente decreto-legge governativo: dal 21 agosto le Prefetture potranno selezionare strutture idonee per minori attraverso assegnazioni dirette ("è disposta dal prefetto, ai sensi dell'articolo 11, l'attivazione di strutture ricettive temporanee esclusivamente dedicate ai minori non accompagnati, con una capienza massima di cinquanta posti per ciascuna struttura", si legge nell'allegato del testo pubblicato in Gazzetta ufficiale), senza ingolfare il lavoro dei Comuni, a cui finora spettava la presa in carico dei Msna. “Potenzialmente positiva”, perché lo sarebbe del tutto se gli enti affidatari fossero affidabili e con esperienza: in questo senso, attivisti e giuristi sono già in allerta.


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