Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

Francesco, dal direttivo Uildm alla vasca di Rio

Francesco Bettella, 27 anni, padovano, ha regalato all'Italia la prima medaglia: è argento nei 100m dorso. Il nuoto è gran parte della sua vita, ma anche la Uildm: da un paio d'anni è nel direttivo della sezione di Padova.

di Redazione

Sarà in gara questa sera, venerdì 9 settembre, ore 22,30 per i 100 metri dorso e poi il 15 settembre per i 50 metri dorso. Francesco Bettella, classe 1989, è a Rio per le Paralimpiadi: lo ammette lui stesso, una medaglia potrebbe benissimo arrivare. Laureato in ingegneria meccanica, Francesco è anche membro del Direttivo della Uildm di Padova. Nuota da oltre 13 anni con l’ASPEA Padova e ha debuttato in Nazionale nel 2009. Quella di Rio è la sua seconda avventura paralimpica, dopo Londra 2012. Ecco l’intervista che gli hanno fatto gli amici della UILDM: questa sera faranno tutti il tifo per lui.

Dopo Londra 2012, Francesco, hai vissuto quattro anni molto impegnativi, vero?
Devo ammettere di sì! Continuando a studiare e ad allenarmi, ho portato avanti una programmazione che mi permettesse di partecipare ai Mondiali del Canada, nel 2013, e a distanza di un mese di concludere il primo ciclo di studi con il conseguimento della Laurea triennale in Ingegneria Meccanica, dopo la quale mi sono subito iscritto alla Magistrale, per completare il percorso. A quel punto ho deciso di dare la massima priorità allo studio, per fare in modo di essere a un buon punto sotto questo aspetto una volta che l’appuntamento con #Rio2016 fosse apparso all’orizzonte. Per tutto il 2014 e il 2015 ho continuato a nuotare, ma con ritmi più blandi, rinunciando alle gare internazionali. Questa scelta mi ha permesso di arrivare a settembre del 2015 con solo tre esami da fare e la tesi, e mi ha dato l’opportunità di avviare quell’intensa preparazione necessaria per le Paralimpiadi.

Da quel momento gli allenamenti sono tornati ad essere quotidiani?
Necessariamente, la partecipazione a un’Olimpiade, o Paralimpiade che dir si voglia, non è mai scontata, uno deve guadagnarsela. Ho iniziato a dare il massimo, con grande impegno, perché non volevo mancare questo appuntamento! A gennaio di quest’anno, poi, mi sono sottoposto a una visita di revisione della mia classificazione [una prassi, quando si parla di patologie progressive come quella di Francesco], a seguito della quale sono stato spostato nella categoria inferiore. A maggio, infine, ho potuto fare una sorta di test delle mie condizioni, partecipando agli Europei di Funchal, in Portogallo (dove Francesco ha vinto tre argenti, nei 200 stile libero, nei 50 dorso e nei 100 dorso, stabilendo anche tre Record Italiani Assoluti, ndr). La convocazione ufficiale per Rio è arrivata ai primi di luglio, festeggiata insieme al conseguimento della Laurea Magistrale.

Con una tesi, fra l’altro, sulla carrozzina utilizzata per il wheelchair rugby…
Esatto. Per farla ho partecipato al Progetto Wheelchair Rugby biennale, che coinvolge la Nazionale Italiana di questo sport. Il tutto è partito a ottobre del 2015, quindi l’ho seguito fin dall’inizio, andando anche con la squadra nei ritiri. Gli obiettivi del progetto sono la valutazione dei benefici psicofisici dell’attività sportiva negli atleti con disabilità, con l’introduzione di metodologie innovative per la valutazione funzionale e l’allenamento ottimale grazie all’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia. Nello specifico, il mio studio ha interessato il telaio della carrozzina da gara, di cui ho fatto un’analisi strutturale. È stata un’esperienza molto bella. Il wheelchair rugby mi affascina molto, ho anche provato a giocare prima di riprendere gli allenamenti in vasca, e mi sono proprio divertito. Venendo da uno sport individuale ho apprezzato tanto l’esperienza “di squadra”, bellissima. Spero di riuscire a rimanere all’interno del progetto anche per il secondo anno. Dimenticavo, dopo #Rio2016 dovrò tornare a concentrarmi sullo studio, anche per l’esame di stato! Le mie sfide non finiscono mai!

Spiegaci come ti sei preparato per Rio.
In questi mesi mi sono allenato un’ora e mezza tutti i giorni, in particolare ho iniziato gli allenamenti in vasca lunga per perfezionare il ritmo di gara sui 50 metri. In questa ultima fase stiamo puntando in particolare al miglioramento della velocità.

Da un punto di vista emotivo, come ti senti?
La pressione c’è sempre, avendo ottime opportunità di arrivare a medaglia il peso delle aspettative non lo posso negare. Diciamo che rispetto a Londra forse la sto vivendo più serenamente. In questi quattro anni è cresciuta molto la visibilità dello sport paralimpico e all’interno della nostra Federazione (Finp Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) c’è stato un incremento davvero importante di partecipanti alle attività proposte, sia a livello di numeri che di qualità. Basti pensare che a Londra eravamo in undici a rappresentare l’Italia in vasca, mentre a Rio abbiamo ottenuto ben ventuno posti, quasi il doppio, e molti di noi possono ambire a una medaglia. In questi anni sono cresciuti tanti atleti giovani anche grazie a un grande lavoro in ambito di comunicazione della nostra Federazione anche a livello mediatico.

Credo che la migliore promozione per lo sport, il miglior modo per esserne ambasciatori, sia praticarlo con passione e in modo pulito, quindi proseguirò su questa strada. Ormai sono 13 anni che nuoto a livello agonistico, il nuoto è una grande parte della mia vita, che grazie allo sport è sicuramente migliore.

Francesco Bettella

Come si è sviluppato il tuo rapporto con Uildm e il tuo impegno al suo interno?
Da un paio d’anni faccio parte del direttivo della Sezione di Padova, una realtà che mi ha molto aiutato in questi anni, soprattutto nei periodi di maggiore bisogno da un punto di vista fisico e motorio. Fino al 2012 avevo meno acciacchi, ero più giovane. Dopo Londra, invece, e in particolare quest’anno, Uildm è stata fondamentale. Nutro profondo rispetto per il grandissimo lavoro svolto dall’associazione, non solo qui a Padova ma in tutte le Sezioni locali. Anno dopo anno riesco a capire con sempre maggiore chiarezza il valore delle molteplici attività svolte, da tante persone, giovani e più mature, che mettono a disposizione il loro tempo, le loro energie, per seguire un gran numero di persone e praticamente a 360 gradi. Mi rendo conto che si tratta di attività che richiedono tanto sostegno attivo, per portarle avanti al meglio, e se da un lato sento che vorrei far parte anche di questa squadra, dall’altro sono consapevole di avere ancora tanta strada da fare e tanto da imparare, quindi farò un passo alla volta e vedrò, in questo ambito, cosa mi riserverà il futuro.

Conti di continuare con l’attività agonistica?
Intendo proseguire almeno per un altro paio d’anni, poi vedremo! I Mondiali di Messico 2017 saranno il mio prossimo obiettivo sportivo. Credo poi che la migliore promozione per lo sport, il miglior modo per esserne ambasciatori, sia praticarlo con passione e in modo pulito, quindi proseguirò su questa strada. Ormai sono 13 anni che nuoto a livello agonistico, il nuoto è una grande parte della mia vita, che grazie allo sport è sicuramente migliore. Lo sport ha contribuito a formarmi il carattere, aiutandomi moltissimo anche con la carriera universitaria perché mi ha insegnato a gestire la tensione, l’ansia, a organizzarmi nello studio, a trovare il giusto equilibrio, quindi è stato fondamentale per la mia crescita, il mio sviluppo, la mia maturazione. Non lo so se riuscirò mai a farne a meno!

L’intervista è ripresa da www.uildm.org per gentile concessione di Uildm. Il sito di Francesco è www.francescobettella.com.