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Bonus Famiglie Numerose, l’Inps paga solo a metà

A luglio, dopo venti mesi, l’INPS ha pagato il bonus a 45mila famiglie, per una spesa complessiva di 20,5 milioni di euro. Cioè nemmeno la metà delle risorse stanziate (45 milioni). Quindi ci sono altrettante famiglie che sono ancora in attesa di riceverlo. Quando?

di Sara De Carli

Sono passati venti mesi. Tanto ci hanno messo Ministero del Lavoro e INPS ad erogare alle famiglie numerose (con quattro o più figli) e un Isee inferiore a 8.500 euro il Bonus Famiglie Numerose introdotto nella legge di stabilità 2015. Ma questo tempo – lunghissimo – non è bastato: a luglio infatti l’INPS ha pagato il bonus a 45mila famiglie, per una spesa complessiva di 20,5 milioni di euro. Cioè nemmeno la metà delle risorse stanziate. Quindi ci sono grossomodo altrettante famiglie che sono ancora in attesa di riceverlo.

I dati sono stati comunicati ieri dal ministro Giuliano Poletti, in un question time alla Camera, a firma di Mario Sberna. Il ministro ha aggiunto che «in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 3 del citato DPCM, cioè che la totale somma deve essere destinata a quella finalità, l'Inps provvederà tempestivamente a redistribuire ai nuclei familiari in possesso dei requisiti le risorse rimanenti rispetto all'iniziale stanziamento di 45 milioni di euro».

«Piuttosto che niente è meglio piuttosto», ha replicato Gianluigi Gigli, l’altro firmatario: «le chiediamo ora se la restante somma, cioè 24,5 milioni, l'Inps dovrà attendere un altro anno per erogarla. Io mi auguro che avvenga già il mese prossimo».

Il bonus famiglie numerose doveva essere un assegno una tantum per dare respiro alle famiglie con quattro o più figli. Nato a dicembre 2014, grazie a un emendamento alla legge di stabilità (nel dibattito in aula si era parlato di mille euro) il Bonus Famiglie Numerose per tutto il 2015 nessuno lo ha visto. A febbraio 2016 il bonus era comparso in Gazzetta Ufficiale (diventando di soli 500 euro più una integrazione eventuale) e il suo pagamento era stato promesso (vedi la nota dell’Inps n. 70 del 29 aprile 2016 a luglio 2016.

Un anno e otto mesi, per nuclei familiari con 8.500 euro di Isee, sono oggettivamente un tempo inaccettabile come risposta. «Voglio precisare che quella legge di stabilità non aveva precisato l'importo di questi buoni, ma ne demandava la determinazione ad un successivo DPCM. Questo DPCM, adottato il 24 dicembre del 2015, ha fissato in 500 euro l'importo di ciascun buono», ha precisato il ministro. «Sul ritardo dell'adozione del DPCM, debbo dire che per determinare l'importo di ciascun buono e conseguentemente adottarlo è stato necessario attendere un congruo numero di dichiarazioni ISEE, al fine di determinare la platea delle famiglie che avrebbero potuto beneficiare della misura in parola».

Sberna e Gigli hanno ricordato al ministro Poletti anche il fatto che «langua» negli uffici ministeriali anche la «Carta famiglia» e il miliardo di euro dell'INPS «indebitamente sottratto agli assegni familiari e destinato ad altri usi, non si sa sulla base di quale giustificazione e chissà perché», di cui «continuando ad attendere il ritorno».


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