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Cyberbullismo: preoccupati per le modifiche alla legge

Una legge è necessaria e urgente, ma l'estensione agli adulti delle misure previste dalla norma preoccupa gli esperti di Save the Children

di Redazione

Forti preoccupazioni sul testo della legge su bullismo e cyberbullismo approvato ieri dalla Camera arrivano da Save the Children. L'Aula di Montecitorio ha votato ieri la legge in seconda lettura, approvandola con 242 sì, 73 no e 48 astenuti: la legge ora torna in Senato.

Da un lato l’organizzazione accoglie con favore la scelta di approvare finalmente una legge sul fenomeno, poiché una legge su questa materia «risponde ad un bisogno reale ed urgente», ma d’altro canto «siamo invece molto preoccupati dal fatto che l’ambito di applicazione della norma è stato esteso anche agli adulti, modificando profondamente il testo originario»: così commenta Fosca Nomis, Responsabile Advocacy Italia-Europa di Save the Children Italia. «Alla luce della nostra esperienza, l’intervento legislativo dovrebbe essere centrato sulla promozione e il sostegno di azioni di prevenzione e presa in carico, soprattutto in ambito educativo (scuola e famiglia) dei ragazzi e delle ragazze».

Delle modifiche apportate alla Camera, Save the Children accoglie «con favore la scelta di ricomprendere espressamente nella legge anche il bullismo – visto il legame inscindibile con il cyberbullismo», ma rispetto agli aspetti sanzionatori, considerando la natura del fenomeno e il coinvolgimento di minori, sia tra le vittime che tra gli autori degli atti, «l’Organizzazione raccomanda un approccio che privilegi azioni di carattere formativo, preventivo ed educativo».

Il fenomeno del bullismo e cyberbullismo «è per sua stessa connotazione prevalentemente legato ai più giovani, e in modo particolare al gruppo dei “pari”, e l’approccio con cui affrontarlo è di carattere prioritariamente educativo e preventivo», prosegue Nomis, «gli adulti in questo contesto dovrebbero essere considerati come destinatari delle previste misure di formazione per rispondere ai bisogni educativi dei più giovani».