Economia & Impresa sociale 

Croqqer, la start up a vocazione sociale diventata benefit corporation

Il portale si propone di incrociare la domanda e offerta di servizi domestici e o familiari secondo tre modalità di pagamento: denaro, baratto o "pro bono". Il ramo italiano fa capo a una società multinazionale attiva anche in Olanda. In meno di un anno di attività gli utenti iscritti sono 10mila per transazioni che in media valgono circa 100 euro

di Redazione

Una piattaforma digitale, ma anche una piazza virtuale di sharing economy. Una comunità fisica, ma anche una start-up a vocazione sociale. Una b-corp (certificazione internazionale rilasciata da B Lab), ma anche una società benefit a norma di legge. Difficile applicargli una sola etichetta, certo è che Croqqer è il prototipo dell’impresa 4.0: web, interattiva, social e sociale. Tanto da essere una delle aziende vincitrici nella categoria “comunità” della “Best for the World Celebration & Awards Ceremony” che ogni anno premia le Top 10% (le migliori 180 B Corp sulle 1.800 aziende certificate).

«Formalmente siamo nati come una srl nel 2015, come costola italiana della holding internazionale che oggi ha le sue operazioni anche in Olanda e a breve anche in Belgio e Svizzera. Lo scorso 26 febbraio poi siamo stati la prima azienda ad avvalerci nella normativa sulle società benefit introdotta dalla legge di Stabilità 2016». A parlare è Francesco Serventi (nella foto di apertura il secondo da destra), romano, 36 anni, country manager Croqqer Italia. Al grido di “Doing things together” il portale prevede tre meccanismi di ingaggio che lo differenzia dai modelli di business tipici di piattaforme verticali affermate come Airbnb e Uber. Il primo è quello su cui si regge il fatturato aziendale, il secondo e il terzo hanno la funzione «di creare valore sociale ed economico e di rigenerare le relazioni umane» (per usare la terminologia del Manifesto di Croqqer) ad esclusivo vantaggio degli utenti che ad oggi sono oltre 10mila considerando tutti Olanda e Italia in cui la piattaforma è attiva.

Il primo meccanismo è quello “a pagamento”. Sostanzialmente «il richiedente manifesta un bisogno (di tutti i tipi, dall’imbiancatura alle lezioni di cinese) e offre un compenso. Dall’altra parte il croqqer fa una controfferta. Nella trattativa noi non entriamo», spiega Serventi. Quanto si chiude la negoziazione, il costo del servizio viene pagato alla piattaforma che a sua volta gira il compenso al croqqer trattenendo il 20%. «Circa la metà di questi fondi servono a sostenere la rete di community manager, in Italia ne abbiamo una trentina (80 sono invece quelli appartenenti all’intero network internazionale), che a livello di zona nelle grandi metropoli come Roma e Milano o di città si occupano di animare “fisicamente” il loro quartiere promuovendo la partecipazione sul web», spiega Serventi.

Oltre alla modalità “pagamento” c’è poi quella del “baratto”. In questo caso un determinato servizio viene liquidato attraverso un’altra prestazione di analogo valore (sempre in base alla libera contrattazione di richiedente e croqqer). Infine la modalità “pro bono”. «In questo caso», spiega Serventi, «la richiesta consta in una prestazione gratuita e a titolo volontario: una formula che sta riscuotendo un buon successo fra le associazioni di volontariato, le banche del tempo e le social street con cui collaboriamo». Tornando ai 10mila utenti registrati e agli altrettanti agreement fino ad ora realizzati «possiamo considerare che oltre il 30% di loro è avvenuto senza transazione economica: volontariamente e come scambio di competenze». Mentre il valore medio dei pagamenti si aggira intorno ai 100 euro.

Fino ad ora i fondatori di Croqqer (Paolo Di Cesare, Rob Van de Star, Eric Ezechieli e Pablo Smolders) hanno impegnato loro capitale (circa 500mila euro per i primi tre anni). «Contiamo di sostenere direttamente i costi operativi fino al raggiungimento di una copertura internazionale più ampia, raggiunta la quale ci muoveremo per trovare partner finanziari e/o industriali per velocizzare la crescita della community», chiosa Serventi, annunciando i prossimi passi «a ottobre 2016: lancio Croqqer Svizzera. A inizio 2017: lancio della nuova app. Entro il 2017: lancio di Croqqer in Spagna, Francia e Germania».


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