Welfare & Lavoro

La dignità riparte da #unpastoalgiorno2016

Mille postazioni, oltre 4mila volontari tra sabato 29 e domenica 30 ottobre in Italia, Inghilterra, Olanda, Germania, Portogallo, Svizzera, Russia, Bolivia e Cile per l'ottava edizione dell'iniziativa "Un pasto al giorno". Obiettivo continuare a sostenere le 41mila persone in difficoltà aiutate dall'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

di Antonietta Nembri

La dignità riparte da #unpastoalgiorno2016. Questo il nome social dell’iniziativa promossa dall’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – fondata da Don Oreste Benzi nel 1968 – che vedrà sabato 29 e domenica 30 ottobre oltre 4mila volontari animare un migliaio di postazioni non solo in Italia, ma anche in Inghilterra, Olanda, Germania, Portogallo, Svizzera, Russia, Bolivia e Cile, per accogliere chi vorrà compiere un gesto di solidarietà a favore di quanti sono in difficoltà.

Questa ottava edizione di “Un pasto al giorno” che ha scelto lo slogan “La dignità riparte da qui” vedrà i volontari offrire un pacco di pasta da poco di 100 grammi – in pratica una porzione, il pasto di un giorno – in cambio di una donazione grazie alla quale l’Apg23 potrà continuare a garantire un aiuto alle oltre 41mila persone in difficoltà che ogni giorno si siedono alle tavole delle oltre 600 realtà di accoglienza (tra case famiglia, Capanne di Betlemme per i senza dimora, Centri nutrizionali) in 38 Paesi del mondo. La realtà fondata quasi quarant’anni fa da don Benzi si contraddistingue – si sottolinea in una nota – per la condivisione diretta di vita: chi ne entra a farne parte, infatti, apre le porte della propria casa e della propria vita per condividere la quotidianità con i più poveri, i più deboli, con coloro che comunemente vengono definiti gli ultimi della società, per offrir loro un aiuto costante, senza scadenza e senza “orari d'ufficio”. Tutti, così, diventano fratelli e sorelle, figli, membri di una stessa famiglia. Lotta alla fame piatto dopo piatto, dunque, salvando un fratello e una sorella per volta: è questa la mission dell'iniziativa.

Per l’Apg23 “Un pasto al giorno 2016” assume un significato particolare: «siamo nell’anno del Giubileo della Misericordia. Ed è proprio condividendo l’esperienza e la sofferenza dell’altro che si realizza l’ideale più completo di fratellanza». In questo senso, il semplice “pacco di pasta” assume il significato di un abbraccio dato da lontano a chi è in difficoltà. «Cibo è stare insieme, è mettere in comune, è espressione della generosità di Dio. Lo spiega anche il Vangelo – continua la nota dell’associazione – , dall’ultima cena alle Nozze di Caana, fino all’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci o alla parabola del Figliol Prodigo. Un aspetto importante, poi, riguarda le parole di Papa Francesco: più volte il Pontefice si è soffermato nel mettere in guardia contro la dilagante cultura dello spreco, che concerne non soltanto gli alimenti e le cose, ma tocca, di riflesso, anche le persone». In questo senso lo “scarto” del cibo diventa metafora dell’abbandono di chi è più in difficoltà, come gli anziani, i disabili, considerati gli ultimi della società.

Il responsabile dell’associazione, Giovanni Ramonda ricorda come : «La facilità di “buttar via” è sinonimo di indifferenze e insensibilità, gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tanti nostri concittadini, lasciati soli ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Il nostro “pacco di pasta”, dunque, vuol essere il simbolo di un nuovo patto sociale, che consente di accrescere se stessi aiutando gli altri, tutelare il diritto al cibo: uno dei diritti umani fondamentali».

E per agire in concreto contro la cultura dello spreco l’associazione propone un piccolo ricettario “antispreco”, con le istruzioni per preparare dei piatti sfiziosi utilizzando gli avanzi del giorno prima, oppure le parti di ortaggi e verdure che solitamente si buttano via, come le bucce di mela o d’anguria. Il problema dello spreco del resto ha un riflesso economico rilevante.
Secondo la Coldiretti, il valore monetario degli sprechi alimentari ammonta a 12,5 miliardi. Di questi, il 54% proveniente proprio dal consumo, il 15% dalla ristorazione, l’8% dall’agricoltura e il 2% dalla trasformazione. Se consideriamo che nel 2015 i poveri nel nostro Paese hanno superato i 4 milioni e mezzo (cifra record rispetto ai 10 anni fa), si coglie come il miglioramento delle condizioni di vita può passare anche da una lotta alla cultura delle eccedenze. «Anche attraverso il cibo si realizza la dignità dell’uomo» conclude Ramonda.

L’iniziativa ha anche una declinazione social. Per partecipare basta scattare una fotografia e postarla su Facebook o Instagram utilizzando l’hashtag ufficiale dell’evento: #unpastoalgiorno2016.


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