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Cooperazione & Relazioni internazionali

Premio Sakharov a due donne simbolo della resistenza all’Isis

Da schiave sessuali dello Stato Islamico ad ambasciatrici della libertà di pensiero. Il Parlamento europeo ha insignito con il riconoscimento due giovani Yazide: Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar

di Lorenzo Maria Alvaro

Da schiave sessuali dell’Isis ad ambasciatrici della libertà di pensiero. Il Parlamento europeo assegna il premio Sacharov 2016 alle due giovani Yazide: Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar.

Nadia e Lamiya «sono un incoraggiamento ed un simbolo per noi a non aver paura» dell’Isis e del terrorismo, ha affermato annunciando il premio il presidente del parlamento Ue Martin Schulz. «Sono state testimoni di atrocità senza precedenti», ha sottolineato Schulz, «e hanno intrapreso un lungo cammino per ricevere la protezione dell’Europa: ora noi siamo obbligati a sostenerle per garantire che la loro testimonianza eviti l’impunità».

Gli Yazidi sono una popolazione di origine e lingua curda che pratica un’antichissima religione contenente elementi dell’Islamismo, del Cristianesimo e dello Zoroastrismo. Per questo motivo sono considerati dagli estremisti islamici come i peggiori infedeli.

Il 3 agosto 2014 inizia l’incubo delle due ragazze. Quel giorno, nella sua offensiva in Iraq, l’Isis occupa il loro villaggio, Kocho, vicino al confine con la Siria. Il 15 agosto i miliziani massacrano gli uomini e separano le donne, uccidono le anziane e riducono in schiavitù le altre. Catturate, torturate e usate come schiave sessuali, sono poi riuscite a scappare in Europa. Adesso sono impegnate per assistere le vittime del genocidio yazida e sollecitare la comunità internazionale a salvare altre donne che si trovano nelle loro stesse condizioni.

Le due ragazze

Nadia Murad

Il 16 settembre scorso, Nadia Murad aveva ricevuto un importante riconoscimento per il suo impegno umanitario al Palazzo di Vetro di New York. La giovane 21enne era stata nominata "Ambasciatrice di Buona Volontà dell'Onu per la dignità dei sopravvissuti alla tratta degli esseri umani" conferitale dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc). Si è trattata della prima onorificenza assegnata a una vittima dei miliziani del sedicente Stato Islamico, in occasione della Giornata internazionale della Pace.

Da diversi mesi, la giovane curda è impegnata in un'infaticabile attività per sensibilizzare la comunità internazionale sulla tragedia che ha colpito il suo popolo.

Lamiya Aji Bashar

Ha diciotto anni e per due anni è stata costretta ad asservire gli uomini del Califfato come schiava sessuale. I segni e le cicatrici di ciò che la giovane donna ha dovuto subire solcano visibilmente il suo volto. Ha perso l'occhio destro, dal sinistro vede poco e molti membri della sua famiglia sono stati trucidati. Dopo quattro tentativi di fuga falliti, Lamiya Aji Bashar è riuscita a raggiungere le zone controllate dai curdi e mettersi in salvo. Attualmente la giovane vive in Germania dove segue un programma di recupero.


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