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Ad Aleppo est 250mila civili intrappolati tra le bombe

Si intensifica l'offensiva dell'esercito governativo siriano, sostenuto dalla Russia, contro le zone cittadine sotto il controllo dei ribelli, dove però la densità della popolazione civile è molto elevata. «Almeno 100mila bambini rischiano di essere bersagli inermi»; denuncia Sonia Khush, direttore dell'ong in Siria

di Daniele Biella

Almeno 250mila persone, tra cui circa 100mila bambini, sono intrappolate ad Aleppo est, negli ultimi quartieri ancora nelle mani dell’opposizione, in seguito all’assalto condotto nelle ultime ore dall’esercito siriano e dai suoi alleati.

In poco più di 36 ore le forze lealiste hanno conquistato diversi distretti chiave della città, costringendo migliaia di persone a fuggire verso l’area controllata dall’opposizione. Qui, secondo Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, le persone in fuga si trovano di fronte a uno scenario di vera e propria devastazione, dove uomini, donne e bambini vivono ormai da settimane in edifici fatiscenti, senza cibo e in condizioni precarie.

"Con così tante persone intrappolate in uno spazio sempre più piccolo, i bambini diventano bersagli indifesi sotto le bombe. Le testimonianze raccolte dai nostri partner siriani ad Aleppo est ci parlano di famiglie spaventate, che non sanno se riusciranno a superare la notte", racconta Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria. Migliaia di persone, tra cui numerosi bambini, in questo momento non hanno un tetto sopra la testa e non hanno un posto dove mettersi al riparo dall’offensiva dell'esercito siriano.

"Sappiamo che decine di famiglie sono state trasferite nelle zone di Aleppo est recentemente conquistate dall’esercito e dai suoi alleati, ma da allora i contatti con loro sono stati persi. Siamo profondamente preoccupati per la loro sicurezza e per le condizioni di vita in cui stanno vivendo, soprattutto considerando che esistono rapporti, ad ora non confermati, che raccontano di uomini e ragazzi separati dalle loro famiglie, sottoposti a interrogatori e persino arrestati”, prosegue Khush. Un'infermiera che lavora ad Aleppo est, racconta che l’ospedale nel quale operava è stato bombardato da un attacco aereo e che i medici e gli infermieri sono stati costretti a rifugiarsi nel seminterrato, dove continuano tuttora, con grande difficoltà e scarsezza di attrezzature, a fornire cure mediche ai feriti.

"Non soltanto le persone devono cercare di fuggire e mettersi al riparo dagli attacchi aerei, ma allo stesso tempo corrono il rischio crescente di rimanere vittime dei numerosi ordigni inesplosi sparsi per la città, che hanno già ucciso o ferito civili inermi. In questo scenario, con l’offensiva dell’esercito siriano che proseguirà anche nelle prossime ore e giorni, sono soprattutto i bambini a subire le conseguenze inaccettabili di un conflitto cruento e sanguinoso”, afferma ancora Khush. Save the Children continua a chiedere con urgenza l’apertura di canali umanitari che consentano alle famiglie di fuggire in maniera sicura e che permettano agli operatori umanitari di fornire cure mediche e acqua pulita alla popolazione civile in tutta Aleppo est. L’Organizzazione sollecita inoltre tutte le parti in conflitto affinché la protezione dei bambini sia garantita in maniera urgente e prioritaria e affinché questi ultimi siano risparmiati dalle violenza che si sta abbattendo in queste ore sulla città siriana.