Politica & Istituzioni

Nuovi Lea, sì dalla Commissione Affari Sociali

Parere favorevole allo schema di decreto che dopo 15 anni aggiorna i Lea e il nomenclatore tariffario, ma con una lunga serie di condizioni e osservazioni. Ancora una volta viene esplicitata la necessità di quel «progetto individuale» previsto dall'articolo 14 della legge 328/2000, che dopo sedici anni resta ancora una chimera.

di Sara De Carli

La Commissione Affari sociali della Camera ha dato parere favorevole sullo schema di decreto per l’aggiornamento dei Lea, attesi da più di sedici anni. Per Elena Carnevali (Pd), relatrice del provvedimento, «si supera la precedente rigidità normativa in favore di strumenti più dinamici e aperti a un continuo aggiornamento»: in particolare è stato introdotto un meccanismo di aggiornamento periodico degli stessi LEA, tramite un apposito organismo permanente e il primo aggiornamento dei LEA è previsto già entro il 28 febbraio 2017. «Sono state recepite molte delle preziose osservazioni fatte in fase di audizione dalle società scientifiche e dalle associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità», ha spiegato la relatrice.

Fra le novità, l’introduzione della garanzia di parto in analgesia in tutti i punti nascita; la possibilità di mantenere il sistema tariffario, anziché a gara pubblica, per poter soddisfare le necessità di personalizzazione di alcune protesi e ausili; l’inserimento dei disturbi di personalità negli adolescenti nell’elenco delle patologie croniche. «Altrettanto importante è l’impegno a garantire la sostenibilità economica e finanziaria dei Lea, affinché i livelli essenziali siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, arrivando a superare finalmente le annose disparità e diseguaglianze tra le diverse zone del Paese», conclude l’onorevole Carnevali.

In Commissione, il ministro Lorenzin ha spiegato che gli 800 milioni di euro previsti per i nuovi LEA per il 2016, che non sono stati erogati alle regioni, «non vanno in economia ma costituiscono residui disponibili», che verranno però erogati solo a seguito dell’adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di aggiornamento dei LEA: «considerato che il perfezionamento del provvedimento in esame dovrebbe intervenire entro la fine del mese in corso, l’erogazione non potrà che avvenire nel 2017, in un’unica soluzione». Il parere della commissione Affari sociali è corposo e suggerisce spunti e soluzioni alla commissione Lea insediata dal ministro Lorenzin alla quale spetta l'ulteriore aggiornamento: fra l’altro, c’è la richiesta di integrare la composizione di questa commissione con i rappresentanti del ministero delle Politiche sociali, un passaggio necessario, dal momento che è «indispensabile cominciare a collaborare sedendosi allo stesso tavolo o l'integrazione tra sociale e sanitario rimarrà solo un auspicio», ha commentato Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.

Il parere approvato evidenzia «l’esigenza di rendere tutti i servizi sanitari – dal pronto soccorso all’assistenza di base, di emergenza territoriale o farmaceutica – accessibili alle persone con disabilità, nel rispetto dell’articolo 25 della Convenzione ONU, garantendo l’abbattimento delle barriere nell’erogazione dei servizi sanitari» e rileva «l’opportunità di implementare l’utilizzo di tecnologie aggiornate, finalizzate anche a facilitare l’accesso alla comunicazione e all’informazione delle persone con disabilità». Il parere favorevole è condizionato a 8 condizioni e una lunga serie di osservazioni, che devono essere introdotte nella prima modifica dei Lea, prevista entro il 28 febbraio 2017. Per le persone con disabilità, il parere chiede che «sia previsto espressamente il diretto coinvolgimento della persona con disabilità e della sua famiglia nella predisposizione del percorso assistenziale» e che «sia garantita la continuità assistenziale di cui all’articolo 5 attraverso il progetto individuale previsto dall’articolo 14 della legge n. 328 del 2000, che integri interventi sanitari, sociali e di tutela». Si chiede anche un intervento linguistico, ovvero che siano modificate tutte le parti dello schema di DPCM in cui la disabilità viene intesa come sinonimo di “minorazione, affezione, patologia” e non come interazione tra le persone con minorazione e barriere comportamentali e ambientali. Ancora, che sia mantenuto il sistema tariffario in luogo delle pubbliche procedure per l’acquisto di dispositivi audioprotesici e di alcuni ausili (elencati), «che per le loro caratteristiche e per le specifiche necessità funzionali dell’utenza cui sono destinati necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo condotto da un’equipe multidisciplinare nonché di un adeguato training all’uso, al fine di garantire la massima personalizzazione e aderenza alle esigenze degli utenti: obiettivi difficilmente raggiungibili mediante procedure di gara».

Dal voto si è astenuto il Movimento 5 stelle, che ha depositato un parere positivo ma alternativo: «Avremmo voluto dare parere favorevole, ma ci siamo trovati di fronte a un atteggiamento inopportuno da parte del ministro Lorenzin e assolutamente ostruzionistico da parte della maggioranza. Il ministro ha lasciato la commissione [per il Consiglio dei Ministri, ndr] subito dopo la lettura del parere della relatrice di maggioranza, proprio mentre stavamo illustrando le nostre perplessità rispetto ad alcuni aspetti dei nuovi Lea. L’assenza del ministro ha impedito di poter valutare l’inserimento di condizioni o osservazioni nel parere. Abbiamo comunque depositato il nostro parere alternativo», spiegano i deputati. Le deputate Nicchi e Gregori hanno presentato un parere contrario. Tutti i documenti sono in allegato.


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