Cooperazione & Relazioni internazionali

La bufala del Blue Monday

Il giorno più triste dell’anno è in realtà frutto di una geniale campagna pubblicitaria, diventata una fake news a cui tutti hanno creduto

di Ottavia Spaggiari

È di nuovo il Blue Monday, il lunedì più triste dell’anno…oppure no. Contrariamente a quello che leggiamo sui giornali, oggi non saremmo più tristi del solito. Il giorno più triste dell’anno, non sarebbe altro che un’enorme operazione di marketing. A raccontarlo sulle pagine del Guardian, Polly MacKenzie, direttore del Money and Mental Health Institute.

A definire il terzo lunedì di gennaio come quello più triste dell’anno, sarebbe stata una formula matematica che avrebbe tenuto in conto il tempo meteorologico particolarmente rigido, il numero di giorni passati dal natale e quello dei giorni che mancano al momento in cui la maggior parte delle persone abbandona i propositi per l’anno nuovo.

Una formula però clamorosamente falsa, prodotto di una geniale trovata di marketing, per promuovere l’offerta dell’agenzia di viaggi Sky Travel, puntando sul fatto che, appunto, nell’oggettivo grigiore di metà gennaio, cosa può renderci tutti più felici se non la prospettiva di vacanza a cui anelare?

Da allora il Blue Monday, è rimasto una leggenda a cui tutti hanno creduto. Mentre sui giornali si sono moltiplicate le ricette su come combattere la tristezza nel lunedì più nero dell’anno, le più svariate campagne pubblicitarie hanno fatto leva sul “Monday blues”, cercando di vendere i prodotti più diversi, dai fiori alle automobili.

“Ci sentiamo dire tutti i giorni dai pubblicitari che comprare cose ci renderà felici. Un nuovo paio di scarpe ci farà sentire meglio dopo una separazione. Nuovi prodotti di bellezza ci daranno la sensazione che “noi valiamo”. Una macchina più grande ci darà uno status sociale. Nuovi giocattoli renderanno i bambini più felici.” Spiega MacKenzie, precisando però che la promessa di una felicità “acquistabile”, può avere effetti deleteri, specialmente per chi soffre di depressione. “Nove persone su dieci con problemi di salute mentale si trovano a spendere di più nei periodi in cui soffrono maggiormente.” Continua Mackenzie, spiegando che questo è solo la prima fase di un circolo vizioso. “Dopo arriva il senso di colpa. Le persone che soffrono di disturbi mentali hanno più facilmente redditi più basse e il danno finanziario che lo shopping compulsivo può provocare è straordinario.” Proprio il Money and Mental Health Institute ha sviluppato Shopper Stopper un’applicazione che aiuta a tenere monitorato l’accesso degli utenti allo shopping online, fissando degli orari di apertura e chiusura dei siti di e-commerce, un primo passo per fermare la tendenza agli acquisti compulsivi soprattutto notturni.

E se la felicità non può essere comprata, non è nemmeno così giusto cercare di scacciare la tristezza a tutti i costi.

Il presidente della Società italiana di psichiatria, Claudio Mencacci, in un’intervista ad Ansa, proprio interpellato su “come affrontare il Blue Monday”, ha suggerito un modo diverso per affrontare quello che dovrebbe essere il giorno più triste dell’anno (ma che non lo è), offrendo un consiglio da ricordare in tutte le giornate storte: "È giusto accogliere in noi un 'arcobaleno' di emozioni, incluse quelle 'blue', o tristi, perchè così potremo dare un corretto valore a tutte le altre."

Foto: Brooke Cagle


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