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Azzardo: ecco le promesse del sottosegretario Baretta

Intervenuto questa mattina alla trasmissione Tutta la Città ne parla su Rai Radio Tre, il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha formulato impegni precisi sulla possibilità di un riordino del sistema di vendita dell'azzardo. Ecco ciò che ha detto il sottosegretario

di Redazione

«L'azzardo nuoce alla salute ma non all'economia...» Questo il tema della trasmissione Tutta la Città ne Parla, la popolarissima trasmissione condotta da Pietro del Soldà, andata in onda questa mattina su Rai Radio Tre (qui il podcast). Oltre al sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta, allo psicologo Simone Feder, al sindaco di Genova Doria, al sociologo Maurizio Fiasco è intervenuto anche il nostro Marco Dotti che, su Vita, ieri, era stato il primo a sollevare l'attenzione sul problema dei "mini casinò".

Proprio rispondendo ad alcune sollecitazioni critiche di Dotti sul "progetto di riorganizzazione " della rete di vendita e rivendita dell'azzardo confluite in una bozza di accordo che oggi verrà presentata in sede di Conferenza Stato Regioni, il sottosegretario Baretta ha risposto dicendosi su alcuni punti sostanzialmente d'accordo. Un passo avanti, almeno in linea teorica. Ma ora serve un secondo passo, molto concreto: fermare tutto e tener conto di quanto chiede la società civile.

Ecco i punti critici su cui Baretta ha dichiarato di impegnarsi esplicitamente fin da subito per ridiscutere la bozza di accordo. Noi ci limitiamo a registarli e a segnalarli ai nostri lettori, che potranno continuare a fare quel fact checking che, finora, a troppi livelli è mancato, ma mai nella società civile.

Primo punto: Baretta dichiara che «ai comuni deve restare la gestione del territorio». Ovviamente, aggiungiamo noi, questa gestione del territorio deve significare: autonomia piena su orari di apertura e distanze da luoghi sensibili e sul permesso di aprire o meno questi centri. Su questo punto non si può transigere.

Secondo punto: in 3 anni, fin da subito, Baretta dice che si impegnerà per la riduzione del 50% dei locali in cui si vende azzardo. Nel giro di 1 anno, le slot machine (non le vlt, però…) sul territorio saranno ridotte del 34%.

Terzo punto: il sottosegretario afferma che «le attuali slot machine veranno sostituite con macchine con performance attuale e abbassamento della giocata». Qui, però, il problema è grosso e rimane: non è solo l'abbassamento della somma giocata, ma anche della velocità con cui il denaro viene giocato a costituire il problema… Le VLT sono un problema in sé, proprio per la modalità algoritmica con cui sono impostate…

Dobbiamo riconoscere che c'è un ritardo dello Stato nella regolamentazione dell'azzardo. Negli ultimi anni abbiamo lasciato crescesse in maniera eccessiva sui territori

Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia

«Sui principi generali – ha affermato il nostro Marco Dotti – siamo tutti d'accordo, ma è sul concreto che casca l'asino. Il problema è capire che l'introduzione di una categoria nuova, come quella delle "Sale di tipo A", deve farci chiedere: che cosa finirà, non nelle intenzioni ma el concreto, in quelle sale? A mio avviso, macchine più performanti per i concessionari di Stato. Concessionari che possono, quindi, permettersi un sacrificio anche del 30% di vecchie macchine, se poi però traggono il medesimo o addirittura un maggiore profitto da queste nuove macchine…».

Come ha risposto Pier Paolo Baretta a questa osservazione? Ha risposto che «questo è effettivamente un problema: le macchine che verranno sostituite restano con la performance attuale, ma ci sarà un abbassamento non solo del numero delle macchine ma anche delle prestazioni di queste macchine. Introdurremo la tessera del giocatore. Accolgo in pieno la preoccupazione espressa da Dotti che vi sia una trasformazione del mercato. A questo punto, proporrò che nelle VLT vi sia una drastica riduzione del volume della giocata. Oggi nelle VLT si gioca fino a 500 euro. A me pare una follia».

Questi gli impegni espressi dal sottosegretario Pier Paolo Baretta. Darne atto è un dovere. Renderli concreti è forse un dovere ancora più grande. I cittadini sapranno vigilare, questa è oramai una certezza.


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