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Sostenibilità sociale e ambientale

Auto elettriche, l’epic fail del bando che finanzia le colonnine

Solo lo 0,1% dei veicoli immatricolati nel 2016 era a propulsione elettrica, e la tendenza, invece che al rialzo, è in calo. Colpa anche delle poche colonnine di ricarica: per ovviare al problema, il governo aveva stanziato 50 milioni. Peccato che nessuno li abbia spesi...

di Gabriella Meroni

Lo Stato stanzia 50 milioni per «implementare le infrastrutture di ricarica» per le auto elettriche, ma di fatto ne vengono utilizzati poco più di 6000. Sono questi I numeri che emergono da una delibera della Corte dei conti dello scorso 19 dicembre, che certifica come siano stati spesi appena 6.286,28 euro su 50 milioni stanziati dal 2013 al 2015 per la realizzazione dei punti di ricarica; per aumentare le dimensioni della beffa, si apprende che i 6000 euro non sono stati spesi per le colonnine, ma per stampare i bandi di gara per gli enti locali, nel 2013. Il Mit, inoltre, ha selezionato 19 progetti delle regioni per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, che però al momento risultano «non erogati», quindi ancora in cassa; dei 19 progetti, inoltre, solo per 13 sono state avviate convenzioni con gli enti locali.

Per il rapporto Segnali 2016 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei paesi europei, di più di un quinto delle emissioni di gas climalteranti e di una parte considerevole dell’inquinamento atmosferico. Il nuovo libro bianco sui trasporti impone dunque agli Stati membri dell’UE di ridurre le emissioni di gas serra del settore del 60% entro il 2050 rispetto al 1990. I veicoli elettrici, soprattutto se alimentati con energia da fonti rinnovabili, possono dare un contributo importante per una mobilità sostenibile. Secondo studi scientifici e articoli pubblicati sulla stampa nazionale e internazionale, questo tipo di veicoli possono ridurre significativamente le emissioni di CO2 dovute al trasporto su gomma e l’inquinamento delle città. L’Italia è in forte ritardo: nel 2016 le immatricolazioni di queste auto non hanno superato lo 0,1% del totale, in calo addirittura rispetto all’anno precedente. I numeri sarebbero diversi se esistessero le infrastrutture necessarie? Secondo la Corte dei Conti sì, tanto che i giudici hanno spronato il Ministero dei Trasporti ad accelerare sulla realizzazione delle colonnine, puntando su quelle a ricarica rapida; per il solo 2016 erano state promesse 150 stazioni di ricarica in autostrada, 150 stradali e 150 tra porti, aeroporti e parcheggi. Attualmente in Italia ci sono 1700 punti di ricarica, per lo più nelle grandi città, realizzati per volontà di aziende private. Le colonnine a ricarica rapida, informa sempre la Corte dei Conti, a oggi sono solo 10 in tutto il paese.


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