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Cooperazione & Relazioni internazionali

Amatrice, macchinari donati agli allevatori per un nuovo inizio

L'ong, in collaborazione con Coldiretti, ha prima monitorato le necessità post sisma poi ha distribuito a 11 aziende agricole della zona del materiale per ripartire dopo la disgrazia. "Il morale è basso ma c'è voglia di ricominciare, bisogna dare ai terremotati il massimo supporto", spiega Milena Paglia, Project manager Cesvi

di Daniele Biella

Milioni di euro di danni. Quasi nove stalle su dieci danneggiate in modo serio. Centinaia di capi di bestiame persi. Il terremoto che ha sconvolto il Centro Italia dal 24 agosto 2016 fino a oggi, oltre a generare precarietà abitativa per migliaia di nuovi profughi ambientali, ha dato un colpo durissimo all’economia locale. “C’è volontà di riprendere in mano le proprie vite e i lavori, ma è dura. Dobbiamo sostenere il più possibile queste persone”, indica Milena Paglia, Project manager dell’ong Cesvi, che da mesi visita gli allevatori della zona monitorando le loro necessità in stretta collaborazione con Coldiretti.

L’organizzazione non governativa, attiva dal 1985 in progetti contro la povertà e di sviluppo sostenibile in decine di Paesi del mondo, sta infatti portando avanti un progetto che vuole supportare gli allevatori, in particolare nell’area di Amatrice e Leonessa: “dopo la mappatura dei bisogni abbiamo redatto una lista dei beneficiari e nelle scorse settimane abbiamo iniziato a distribuire i materiali, fornendo attrezzi di lavoro a 11 aziende agricole, oltre a 4 impianti di mungitura fissa, 9 frigoriferi per il latte e 4 carrelli mungitori”, specifica Paglia.

Lo stress provocato dalle scosse ha causato una riduzione della capacità degli animali di produrre latte, molti fienili e casolari sono stati lesionati o completamente distrutti, e l’interruzione della viabilità a causa di frane e smottamenti ha reso difficile la consegna del latte, con migliaia di litri che sono andati perduti, e l’assenza di energia elettrica ne ha intaccato la conservazione.

Ora si sta aspettando una maggiore stabilizzazione delle condizioni meteo e l’arrivo della stagione più calda per installare le tensostrutture – procurate dalla Regione Lazio – dove verranno resi operativi i macchinari. I fondi per il progetto di Cesvi e Coldiretti sono arrivati da privati, sia aziende che hanno investito in responsabilità sociale d’impresa che da cittadini che hanno aderito alla raccolta fondi post sisma, mentre risorse aggiuntive sono state poi assegnate a Cesvi dall’Istituto italiano della donazione. “E’ importante per la popolazione locale sapere che c’è chi vuole dare loro una mano per ripartire, perché il senso di abbandono è presente e qualsiasi iniziativa di aiuto sia morale che pratico è ben accetta”, aggiunge Paglia.

“Siamo in una fase delicata, ci troviamo ancora in una condizione di emergenza per le persone ma c’è anche la necessità di tenere in vita le attività economiche senza le quali non c’è ripresa e ricostruzione. Puntiamo a ripristinare le attività di produzione e vendita diretta”, aggiunge Giangi Milesi, presidente del Cesvi.

Foto di Roger Lo Guarro


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