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Fundraising e società della condivisione

Aperte le iscrizioni al nuovo programma formativo di The FundRaising School, promossa da Aiccon. Dal 1999 ad oggi sono quasi 4mila i fundraiser che hanno partecipato ai corsi della scuola promossa da Aiccon.

di Redazione

Come conferma l’ultima indagine sulle donazioni in Italia realizzata da Vita, la solidarietà degli italiani continua a mantenersi attiva: ammontano a oltre 4,5 miliardi di euro le donazioni al non profit solo nel 2015. A crescere, in particolare, è la cosiddetta “bontà dal basso”, le donazioni informali (ovvero le offerte in contanti versate direttamente ai beneficiari) che, secondo i primi dati 2016, hanno coinvolto il 35% degli italiani (Doxa). Significativo anche l’aumento dei contributi volontari alle scuole (che hanno conquistato il 40% in più dei genitori ogni anno), agli enti culturali (+27%) e alle associazioni sportive dilettantistiche (+5,3%).

Il comportamento dei donatori italiani, però, è in evoluzione continua. Basti pensare al forte incremento della digitalizzazione delle relazioni che – oltre ad orientare i comportamenti di acquisto verso il web – contribuisce a un forte cambiamento delle modalità di donazione. Degli oltre 20 milioni di italiani che si connettono quotidianamente ad internet, di cui 18 milioni attraverso un “device mobile”, l’87% è un donatore, ossia una persona che almeno una volta all’anno ha sostenuto un progetto a finalità sociale (Doxa Duepuntozero con Rete del Dono e PayPal).

Come cogliere le opportunità offerte dal fundraising digitale e non solo? La mancanza nelle organizzazioni non profit di una cultura manageriale orientata alla raccolta fondi può compromettere lo sviluppo strutturale ed economico del fundraising. In questo scenario nasce l’esigenza di una maggior competenza e professionalità nel promuovere le proprie buone cause.

Come sottolinea anche Paolo Venturi, direttore di The FundRaising School: «Il senso del fundraising, e la sua più grande innovazione, sta nel tenere insieme beneficiario, donatore e società per produrre impatto sociale. Porre l’innovazione sociale come orizzonte del fundraising introduce nuove sfide nella professione del fundraiser: in primis raggiungere obiettivi concreti per una buona causa, ma con la speranza che questa si trasformi in una soluzione utile a cambiare i meccanismi di sviluppo di un pezzo di società».

Da dove iniziare per diventare un buon fundraiser? Affiancando all’esperienza sul campo un percorso formativo e una metodologia specifica. Le competenze in fundraising, infatti, stanno diventando una high skill sempre più richiesta, e non solo nel mondo delle organizzazioni non profit.

Per questo motivo The FundRaising School – promossa da Aiccon (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit) – e che promuove corsi altamente qualificanti che forniscono gli strumenti e le competenze per garantire la sostenibilità dei progetti sociali degli enti non profit, pubblici e privati ha ideato 2 Certificati che si ottengono partecipando a 3 corsi:
il Certificato in Fundraising Management (XVII edizione), per imparare ad elaborare una strategia di fundraising ad hoc per la propria organizzazione;
il Certificato in Digital Fundraising (IV edizione), ideato per acquisire le competenze e gli strumenti indispensabili per progettare la strategia online di un’organizzazione, dai social media al crowdfunding.

Per chi ha già mosso i primi passi nel mondo del fundraising o è interessato a focalizzarsi su un tema specifico, The FundRaising School ha previsto inoltre tanti corsi specialistici (in allegato il catalogo): digital fundraising, fondazioni internazionali, impresa sociale, cultura, social media e crowdfunding, impatto sociale, enti ecclesiastici e religiosi.
Tra le novità di quest'anno c'è il nuovo corso Fundraising per le organizzazioni sportive, un'opportunità unica per conoscere gli strumenti utili per programmare ed elaborare strategie di raccolta fondi per l’associazionismo sportivo.

I corsi sono rivolti non solo a chi vuole intraprendere questa carriera, ma anche a lavoratori con esperienza pregressa e a professionisti che vogliono continuare la loro formazione, specializzarsi e aggiornarsi. La durata dei corsi, che va dai 2 ai 3 giorni, è stata pensata per permettere anche a chi lavora di poter partecipare.

La scuola, con sede presso l’Università di Bologna Scuola di Economia, Management e Statistica di Forlì, si avvale della direzione scientifica del professor Pier Luigi Sacco e del contributo dei maggiori fundraiser italiani.


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