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Pisa, Buffalmacco e quel giudizio strappato alla morte

Definito da Antonio Paolucci "la Sistina Pisana", il Giudizio Universale di Buonamico Buffalmacco è tornato nel Camposanto Monumentale di Pisa, nella parete della galleria sud dove il pittore trecentesco l’aveva affrescato. Strappato dalle pareti dopo l’incendio del 1944, l’affresco è stato sottoposto ad interventi di restauro realizzati delle maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana

di Marco Dotti

Ci vuole pazienza. Pazienza e scrupolo per fare quello che fanno a Pisa. Prendiamo il Giudizio universale in Camposanto. Prendiamo il ciclo di Buonamico Buffalmacco, risalente al 1336. Nell'estate del 1944 tutto sembrava perduto, distrutto nell'incendio innescato da una bomba. Non è stato così, ma per riportarlo a nuova luce ci sono voluti anni di pazienza e scrupolo. E tanta, tanta maestria.

Gli affreschi del Camposanto subirono un gravissimo danneggiamento il 27 luglio del 1944, quando una granata provocò un incendio e la fusione del tetto di piombo: subito staccati dalle pareti, iniziò una lunga e affascinante storia di salvataggio e restauro. Grazie alla campagna fotografica degli Alinari, ai restauratori fu possibile riportare le scene a prima del disastro.

Il Giudizio Universale è forse la scena più bella e significativa del ciclo noto come “Il trionfo della Morte” attribuito al pittore trecentesco Buonamico Buffalmacco, di cui a oggi sono già state ricollocate in parete due scene, le Storie dei Santi Padri e l’Inferno. Si tratta di un’imponente scena in cui i dannati a destra e i beati a sinistra, separati dall'Arcangelo Michele, sono sovrastati dalla Vergine e da Cristo Giudice circondati dai dodici apostoli e da una gloria di Angeli che, reggendo i simboli della Passione, rievocano il sacrificio come fondamento per la salvezza dell'uomo. La scena, anche grazie all’ausilio di scritte un tempo presenti, chiamava lo spettatore ad immedesimarsi e a proiettare il suo presente e il suo passato, per modificare il suo futuro. L'operazione era resa più efficace dalla riconoscibilità di personaggi storici, noti ai fedeli del tempo, riproponendo così uno dei fondamenti dell'efficacia della Divina Commedia di Dante.

Il Trionfo della Morte di Buonamico Buffalmacco a Pisa (Print Collector/Print Collector/Getty Images)

Dal 1944, gli affreschi del Camposanto hanno subito innumerevoli “trasporti”. Con questo termine tecnico si indica il passaggio da un supporto ad un altro mediante la delicata operazione dello strappo della pellicola pittorica. Si è così passati dal trasporto su eternit al trasporto su aerolam.

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Nel 2009 l’Opera della Primaziale Pisana ha dato corso a un'opera innovativa di restauro, sotto la supervisione di un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci e con un gruppo di restauratori guidati Gianluigi Colalucci e Carlo Giantomassi. Un lavoro importante, anche per le innovazioni introdotte: pareti contro- riscaldate per impedire l'effetto condensa e l'uso di batteri addestrati in vitro dal microbiologo Giancarlo Ranalli per "mangiare", letteralmente, le colle animali e le vernici che ricoprivano gli affreschi dal dopoguerra.

Gli affreschi dopo il bombardamento

A Pisa, grazie a un connubio di arte e biotecnologie, sono riusciti, a ridurre i delicati passaggi del restauro in modo che fosse un’operazione relativamente poco traumatica. Il merito? Delle maestranze dei restauratori che hanno rimontato gli affreschi su pannelli rigidi in vetro resina con una camera interna in alluminio, grazie ai quali sono stati messi a parere.

La delicatissima fase del riposizionamento degli affrechi

Ancora pochi mesi e il ciclo sarà definitivamente ricollocato, con il Trionfo della morte di Buonamico Buffalmacco ancora in fase di delicato restauro nel cantiere-laboratorio dove l'Opera della Primaziale affida i suoi capolavori alle cure dei propri restauratori.


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