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In Italia mezzo milione di irregolari. È ora di affrontare il problema

Contrapporre alla retorica della paura la realtà dei fatti che parla di integrazione virtuosa quando le persone hanno garantiti diritti e doveri. Questo il tema centrale affrontato dal referente Anci immigrazione Matteo Biffoni, Emma Bonino, Luigi Manconi e don Virginio Colmegna nel rilanciare la campagna “Ero straniero” per superare la legge Bossi-Fini

di Daniele Biella

“Oggi c’è un enorme bisogno di chiarezza sul tema delle migrazioni, a cominciare dalla Costituzione italiana a cui molti di noi s’appellano spesso. Ebbene, all’articolo 10 si parla apertamente di ‘diritto di asilo, che crea nuovi cittadini’. Non c’è da girarci intorno, che ci piaccia o no, lo si possa considerare una ricchezza o una sciagura, è da affrontare”. Parla schietto Matteo Biffoni, sindaco di Prato e referente immigrazione dell’Anci, Associazione nazionale degli 8mila Comuni italiani, quando c’è da affrontareil tema accoglienza. Siamo nel cuore del convegno Souq, organizzato mercoledì 24 giugno a Milano dalla Casa della carità, nel quale ha appena terminato un lungo intervento Filippo Grandi, Alto commissario dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati. Biffoni, con l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino, il senatore Luigi Manconi e il presidente di Fondazione Casa della Carità don Virginio Colmegna, chiudono il convegno offrono sguardi diretti sul tema dal punto di vista del loro impegno in prima linea.

Alla data del 18 maggio 2017 le persone in accoglienza erano 177mila, ovvero lo 0,3% della popolazione italiana. Siamo la settima potenza del mondo, non stiamo parlando di milioni di accolti: ce la possiamo tranquillamente fare a garantire loro dignità e diritti mantenendo i nostri”, incalza Biffoni. “E’ ora di fare i conti con la realtà: come dicono da tempo esperti e testate come il New York Times, il fenomeno durerà almeno il prossimi 20 anni se non cambiano le dinamiche nei Paesi di provenienza”. Affrontarlo in modo serio significa per Biffoni “passare gradualmente dal sistema prefettizio dei Cas, Centri di accoglienza stroardinaria, che oggi accolgono 140mila persone su 177mila, allo Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati dove gli enti capofila del progetto sono i Comuni”.

Il referente immigrazione dell’Anci porta poi il suo discorso su “un tema cruciale: al di là dell’accoglienza strutturata, necessaria oggi più che mai, quello che dobbiamo affrontare sono le persone irregolare sul territorio, i cosiddetti ‘diniegati’, ovvero coloro che non hanno diritti all’asilo non avendo rischi concreti nel Pese di invio”. Queste persone, una volta ricevuto il diniego, non tornano nel loro paese per evidenti mancanze di opportunità e rimangono sul territorio alimentando loro malgrado la criminalità organizzata che li sfrutta a livello lavorativo.

Siamo arrivati a quota 500mila persone senza documenti in regola Ci stiamo creando da soli un problema che diventerà sempre più grave, se non mettiamo mano alle leggi in vigore, cambiandole”, s’inserisce Emma Bonino, “Queste persone hanno come unico canale d’ingresso la richiesta d’asilo. E una volta che non viene loro concesso perché non hanno i requisiti di rischio di vita di in patria, non possono beneficiare di canali d’ingresso basati sul lavoro”: Sarebbero necessari, come i decreti flussi del passato? “Sì, basti pensare che l’alternativa attuale è lo sfruttamento a ogni livello, come accade ogni mattina all’alba nelle ai mercati generali di Milano, per fare un esempio: senza stranieri fatti lavorare in nero non si aprirebbe nemmeno”.

L’occasione del cambio di rotta è, anche alla luce della manifestazione riuscita di Milano, con 100mila persone in piazza per un approccio serio e positivo sul tema delle migrazioni, è la nuova campagna lanciata dalla stessa Bonino, Casa della Carità e tante altre sigle, chiamata Ero straniero: una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che superi il testo in vigore, la tanto criticata Bossi-Fini. Anche Luigi Manconi ha aderito alla campagna: “Al di là dei valori, impostiamo l’accoglienza sul concetto di altruismo ‘interessato’, perché a livello economico mettere in regola le persone e garantire l’accesso al lavoro regolare – che genera tasse e contributi per le casse erariali – è un’azione che può portare solo benefici”, spiega il senatore e presidente dell’associazione A buon diritto, “come accade oggi agli immigrati con permesso di soggiorno”, che contribuiscono all’8% del Pil e danno molto più di quello che viene speso per l’accoglienza e il welfare legato all’immigrazione.

“Bisogna scendere nelle piazze e porre la pressione migratoria per quello che è: una grande sfida da vincere” sottolinea infine don Virginio Colmegna. “È una questione culturale: è ora di smetterla di considerarla un pericolo sociale, non si devono più invitare in televisione persone che parlano del tema con un linguaggio feroce, divisivo. Ci vogliono persone serie, competenti, che ci indichino la strada migliore per tutti, accoglienti come accolti”.


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