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Cooperazione & Relazioni internazionali

Migrazioni: cosa cambia dopo il G7

Un vertice da cinque in pagella che ha presentato ancora una volta un nulla di fatto per la creazione di strumenti alternativi e sicuri alla traversata del Mediterraneo

di Redazione

Nei due giorni di vertice, tutti i porti della Sicilia, che hanno sono stati chiusi ma la scelta della location avrebbe potuto rendere impossibile non toccare il tema che più di tutti ha toccato e continua a toccare la Sicilia negli ultimi anni: le migrazioni.

“Anche se il summit ha avuto luogo in Sicilia, a un tiro da dove così tanti migranti sono morti, non ha prodotto nessuna azione concreta per proteggere i profughi o per affrontare le radici alla base delle migrazioni,” ha affermato Roberto Barbieri, il direttore generale di Oxfam Italia, sottolineanco come nel documento finale non si faccia riferimento ai corridoi umanitari, mantenendo solo “un debole richiamo a politiche di sviluppo, mirate a far rimanere le persone nei loro paesi, e una politica attiva per il rientro dei rifugiati". Una linea che non sembra lasciare spazio a provvedimenti concreti che possano aiutare l’Italia nella condivisione degli sforzi per l’accoglienza. Secondo Reuters, Roma aveva cercato si persuadere i colleghi del G7 per aprire canali legali e focalizzare l’attenzione sulla sicurezza alimentare, politiche mirate ad abbassare il numero degli arrivi. Un piano naufragato addirittura prima dell’inizio del summit, con Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone per nulla disposti ad impegnarsi in nuove aperture.

Il documento finale si è limitato a delineare strategie per il sostegno delle economie dei Paesi africani e promuovere lo sviluppo agricolo sostenibile, ma si è focalizzato sulla necessità di garantire la sicurezza nazionale, affermando che “i Paesi riaffermano i diritti sovrani degli stati di controllare i propri confini e fissare limiti chiari sui livelli delle migrazioni.”

“I leader del G7 hanno perso un’opportunità importante per rimediare al fallimento dei governi e fornire una risposta umana alla crisi globale delle migrazioni forzate” ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere. “Hanno deciso di affrontare questa crisi soltanto attraverso il filtro della sicurezza nazionale, punendo e criminalizzando le persone in fuga. Come MSF vediamo con i nostri occhi gli impatti di queste politiche sulle persone che assistiamo in tutto il mondo, nel Mediterraneo diventato un enorme cimitero, nelle terribili condizioni dei centri di detenzione in Libia, nei drammatici bisogni umanitari dei rifugiati siriani o nell’estremo livello di violenza sulla rotta di migranti e rifugiati in America Centrale. Il fallimento del G7 di Taormina potrà solo causare più sofferenze, aumentare le morti in mare, perpetuare le terribili condizioni di accoglienza per migranti e rifugiati, e giustificare accordi inumani che esternalizzano la gestione della migrazione a paesi insicuri. Tutto questo, sotto gli occhi del mondo intero e in totale disprezzo dei diritti umani e dei principi umanitari di base.”

Secondo Reuters, sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna avevano rifiutato l’iniziativa italiana pre-summit di redigere un documento singolo intitolato “G7 Vision on Human Mobility”, che avrebbe contenuto riferimenti alla necessità di aprire rotte sicure e legali per i migranti e i rifugiati.


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