Attivismo civico & Terzo settore

Sapete chi produce le Pigotte dell’Unicef?

Sono oltre 800, vivono quasi tutte in Toscana e la loro passione è cucire e fare del bene: sono le "nonne" volontarie Auser che danno vita alle 52 Sartorie della Solidarietà attive in regione. Domenica 14 giugno ci sarà la loro riunione nazionale, e tra ago e filo presenteranno i loro successi. Tra questi, le oltre 60mila bambole Unicef cucite una per una

di Gabriella Meroni

Domenica 14 giugno i volontari di ogni parte della Toscana e non solo si preparano a festeggiarle nella loro Riunione nazionale, a Lastra a Signa (Firenze): sono le Sartorie della Solidarietà Auser, nate nel 1995 e oggi presenti con 52 “postazioni” (le più varie: dai salotti di casa ai garage, dai centri sociali agli oratori) tra Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Piombino e Livorno. Non sono solo il Toscana (a Trani, per esempio, le volontarie Auser insegnano a cucire a un gruppo di dieci donne segnalate dal Centro di salute mentale, e altre sono nate in Veneto ed Emilia Romagna) ma è qui che possono contare sulla pattuglia di “sarte” più agguerrita: sono infatti oltre 800 le volontarie coinvolte, tutte con i capelli grigi ma una grinta da far invidia a delle ventenni. Come a Vaiano, dove tutto iniziò 22 anni fa, nel garage di una volontaria.

Qui alcune amiche decisero di riunirsi per stare insieme e occupare il loro tempo per aiutare i bambini del Terzo Mondo confezionando a mano Pigotte per l’Unicef, abbigliamento per bambini, accessori personali, per la casa e prodotti particolari. La sartoria si è sviluppata sostenuta dagli imprenditori di Prato, che non hanno mai fatto mancare il materiale necessario; le volontarie sono ventiquattro, e lasciato il garage una parte si riunisce e lavora nella sede Auser, altre a domicilio.

«Le sartorie della solidarietà sono una realtà diffusa e consolidata nel mondo Auser», spiega il responsabile nazionale, Giovanni Forconi. «Sono luoghi di incontro e relazione, nei quali le volontarie liberano la loro creatività. Con le sartorie si è sviluppato nell’Auser un nuovo modo di vivere attivamente la cittadinanza, partecipare e fare volontariato», contonua, «un modo che valorizza il sapere e l’abilità delle donne tramandati da generazione in generazione». I risultati delle opere delle volontarie sono devoluti a progetti di solidarietà in Italia e nel mondo. Si va dalla collaborazione con la parrocchia di quartiere, all’adozione a distanza, alla partecipazione a progetti di ong come Nexus, Intersos, Emergency o di organismi internazionali. E c’è una curiosità che in molti non conoscono: moltissime delle famose Pigotte, le bambole di pezza per la raccolta fondi dell’Unicef, nascono proprio dalle mani delle volontarie dell’Auser: «Mediamente ne consegniamo 4000 l’anno», conclude Giovanni Forconi, «e se si considera che le produciamo dal 2000, ne consegue che le nostre signore ne hanno realizzate finora ben più di 60mila».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA