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Media, Arte, Cultura

Fotografia, futuro in collettivo

Inizia Milano Photo Week, una settimana densissima di incontri e mostre. Tra gli appuntamenti più attesi quello dedicato al fenomeno dei Collettivi fotografici che stanno sostituendo le agenzie. Con esperienze in tutto il mondo

di Giuseppe Frangi

Un palinsesto diffuso che coinvolgerà più di 100 sedi e circa 150 iniziative in città, con un calendario di appuntamenti speciali in primo piano appositamente ideati per la Milano PhotoWeek, cui si aggiungerà un’intensa programmazione di mostre, incontri di approfondimento, visite guidate, laboratori, progetti editoriali, opening, finissage, proiezioni, film e molto altro ancora.

Uno degli appuntamenti più attesi di Milano PhotoWeek è quello che si svolgerà questa sera a Base e che metterà al centro il lavoro dei collettivi fotografici. Common Thinking, questo il titolo dell’evento, sarà una lunga proiezione, protagonisti i gruppi di giovani fotografi rappresentanti dei progetti e dei linguaggi più significativi e contemporanei nel mondo: uno dei fenomeni fotografici più interessanti degli ultimi anni. I collettivi sono l’alternativa alle agenzie, nuove forme di associazione che permettono ai fotografi di produrre idee e progetti, distribuirli, trovare finanziamenti. Common Thinking è curata da Cesura (collettivo italiano) per Milano PhotoWeek.

Cesura è un collettivo nel vero senso del termine: i fotografi vivono insieme a Pianone in Val Tidone, sugli appennini piacentini e lavorano in tutto il mondo, privilegiando le situazioni di frontiera. «Cesura è un luogo nel quale si condivide tutto il proprio tempo e i propri spazi, dove c’è confronto continuo e dove lo stare insieme e il lavorare insieme crea un ambiente eclettico e unico», ha spiegato Alessandro Sala uno dei fondatori. La scelta di stare a Pianello è originata dal fatto che il collettivo nasce dall’esperienza di uno dei maggiori fotografi italiani, Alex Majoli che oggi fa parte della squadra di Magnum.

Moioli aveva qui il suo laboratorio: i fotografi che compongono il collettivo sono stati suoi assistenti e hanno mantenuto questa scelta di stare in provincia (ma solo a un’ora da Linate: se c’è da partire si parte veloci…). È stato Gabriele, Micalizzi insieme a un gruppo di amici a fondare Cesuralab – poi diventato Cesura. «Iniziando a fare i fotografi», spiega, «volevamo semplicemente stare insieme e fare forza, quella forza di cui il singolo non può disporre».

Lo statuto di Cesura ha come primo scopo la promozione e la diffusione della cultura fotografica. Il che significa sviluppare progetti lavorativi e di ricerca, ma anche produrre progetti editoriali, mostre. Cesura ha una casa editrice indipendente, e si occupa della formazione organizzando workshop e incontri coinvolgendo fotografi importanti capaci di uno sguardo nuovo sulla contemporaneità. L’esperienza dei Collettivi fotografici oggi è resa possibile grazie a Internet: «Ci permette di mantenere solida la nostra rete di contatti, e in questo modo continuiamo a mantenere viva quella concezione del nostro collettivo come di una bottega», spiegano quelli di Cesura. L’appuntamento di Milano permetterà di conoscere altre esperienza di collettivi, come i francesi Fractures, i portoghesi Colectivo Photo, i peruviani Versus Photo, i serbi Kamerades, gli americani MJR. A introdurre la serata un dialogo condotto da Alessandra Capodacqua, con i fotografi dei collettivi italiani Cesura, Riverboom e Terra Project.


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