Comitato editoriale

Ernesto Caffo: «In questi trent’anni bambini sono diventati protagonisti dei loro diritti»

Oggi Telefono Azzurro festeggia il suo compleanno. Nato nel 1987 per difendere difende i diritti dell'infanzia, è da sempre in prima linea nella tutela dei diritti dei minori su temi come la lotta agli abusi, pedofilia, bullismo e cyberbullismo e al fianco anche dei Minori Scomparsi Non Accompagnati e dei bambini colpiti dai sisma nelle zone del terremoto. Un'intervista con il suo fondatore e presidente

di Marco Dotti

Cade oggi è il compleanno di Telefono Azzurro, il giorno del raggiungimento dell'importante traguardo dei 30 anni di attività dell'associazione fondata e presieduta da Ernesto Caffo, professore ordinario di neuropsichiatria infantile all'Università di Modena e Reggio Emilia, che dal 1987 difende i diritti dell'infanzia, schierandosi in prima linea nella tutela dei diritti dei minori. Battaglie su temi come la lotta agli abusi, pedofilia, bullismo e cyberbullismo, ma anche l'impegno sui Minori Scomparsi Non Accompagnati e i bambini colpiti dai sisma nelle zone del terremoto. Per 24 ore su 24, tutti i giorni, Telefono Azzurro offre supporto psicologico eintervento immediato attraverso attività sul campo e alle linee di ascolto 114 (emergenza infanzia), 19696 e al 116.000 (segalazione minori scomparsi).

Professor Caffo, che cosa ha visto cambiare in questi trent'anni?
Molte cose, è cambiato il mondo. Attraverso l’ascolto Telefono Azzurro ha fatto conoscere i bisogni di bambini e adolescenti, raccogliendo le loro voci attraverso il telefono prima, e poi via via attraverso tutti gli strumenti e i canali che in questi tre decenni la tecnologia ci ha messo a disposizione. Sempre attenti a parlare la lingua dei più piccoli, a essere presenti lì dove loro sono, dove dialogano, dove imparano e dove crescono. I bambini sono diventati protagonisti. L’ascolto dei bambini è stato per noi l’occasione di capire che l’infanzia cambiava.

Nel frattempo, voi siete cresciuti…
Quando abbiamo iniziato, si aveva poca o nulla percezione delle discriminazioni di natura fisica, psicologica e sociale che colpivano duramente l'infanzia. In questi trent'anni siamo cresciuti osservatorio dei grandi temi dell’infanzia, mettendoci sembre alla ricerca di risposte concrete. Per noi, l’elemento più impegnativo è far sì che le richieste dei bambini diventino azioni. Per questo, la nostra presenza di è fatta sempre più capillare e costante, resa possibile dal grande lavoro svolto dai gruppi territoriali dei nostri volontari, che hanno contribuito a far crescere la storia di questi trent’anni. Lavoreremo ogni giorno affinché nei prossimi trenta venga costruito sempre più un mondo a misura di bambini e di adolescenti.

1/7

Trent'anni fa il web non era quel fenomeno di massa che oggi conosciamo. Nel frattempo, hanno fatto irruzione il cyberbullismo e il cybercrime e abbiamo visto comparire la dimensione dei minori stranieri…
La sfida è sempre aperta, ma mi creda il problema non riguarda solo la prevenzione diretta ai minori. I bambini per esempio sono più coscienti dei problemi e dei pericoli che in questo mondo si presentano loro. Il problema, spesso, sono famiglie e genitori, oltre alle istituzioni. I bambini sono davvero più consapevoli degli adulti. Con gli adulti il problema è che spesso delegano le risposte ai problemi che i bambini pongano, senza poi controllare che le risposte arrivino davvero e siano efficaci.

Quando un bambino, che è parte della nsotra vita, della nostra quotidianità, della nostra esistenza, viene dimenticato in un'automobile qualche domanda dobbiamo porcela…
Porcela tutti, al di là del caso concreto. Perchè se questo accade riguarda tutti e riguarda le forme che la solitudine ha assunto nella nostra societò…

Suppongo sia dfficile dialogare con le istituzioni, oltre i giorni alterni della cronaca…
Non credevo, trent'anni fa, che fosse tanto difficile far uscire dall'occasionalità l'interesse per questa grande battaglia. L'interesse sull'infanzia, governo dopo governo, rimane relativo, senza continuità. Ma per fare un lavoro vero, che incida questa continuità è necessaria. Con Vita lanciammo l'idea, anni fa, di un ministero ad hoc per l'infanzia, sarebbe stata una bella occasione per lavorare a questa continuità. Ma noi ci siamo e continueremo a lavorare affinché questa cultura si affermi e prevalga.