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L’impegno di Osf per i poveri: una best practice della carità

Numeri e storie del Bilancio sociale 2016 che quest'anno ha dedicato il focus proprio agli utenti dei servizi. I gesti di ogni giorno, dal donare cibo, al curare, dal vestire all’igiene personale diventano cifre e grafici che raccontano l’impegno a favore delle oltre 25mila persone che nel 2016 si sono rivolte - almeno una volta – ai servizi messi in campo dalla onlus milanese

di Antonietta Nembri

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” è con una citazione dal Vangelo di Matteo che padre Maurizio Annoni ha voluto dare il via alla presentazione dei dati del bilancio sociale 2016 di Opera San Francesco, sottolineando che a guidare l’attività dell’associazione è l’attenzione alla persona «è il nostro motore», ha sottolineato. Da otto anni, il bilancio sociale di Osf racconta i gesti di ogni giorno, dal dare cibo, al curare, dal vestire all’igiene personale e li trasforma in numeri, cifre e grafici che raccontano l’impegno a favore delle oltre 25mila persone che nel 2016 si sono rivolte – almeno una volta – ai numerosi servizi messi in campo dalla onlus milanese.

Anche quest’anno il Bilancio sociale ha scelto un focus – un approfondimento – e questa volta al centro dell’attenzione del volume intitolato “Il nostro impegno per i poveri: i numeri e le storie” sono proprio gli “ospiti” di Osf. Dalle pagine emerge una fotografia chiara di chi sono gli uomini e le donne che hanno bussato alle porte della mensa o del Poliambulatorio, delle docce o del guardaroba. Un’istantanea realizzata grazie a un questionario sottoposto agli stessi utenti nei mesi scorsi e un’analisi approfondita dei dati anagrafici e di presenza raccolti dal servizio di accoglienza.

Del resto, accoglienza, gratuità, attenzione alla persona, professionalità e sviluppo sono le linee guida dell’attività dei volontari (814 con un tasso di fedeltà molto alto: il 46% è in Osf da oltre 5 anni) e dei dipendenti.

Al centro di un quadro di sintesi (a sinistra) vi sono i 25.162 ospiti accolti, provenienti dal 131 nazioni diverse. Un dato sottolineato è la presenza di minori non accompagnati provenienti dall’Africa che sono aumentati a partire in particolare dall’ottobre 2016 «siamo preoccupati: siamo passati dai 4-5 minori al mese a 60 – 70» ha detto padre Annoni illustrando i dati.

Guardando al profilo degli ospiti emerge che la maggior parte di loro vive in condizioni disagiate anche per quel che concerne la sfera abitativa: il 25% non ha una dimora, il 30,2% ha un posto letto mentre il 25,7% alloggia in un dormitorio. La situazione lavorativa è ugualmente preoccupante: l’82% delle persone intervistate durante i colloqui effettuati dal Servizio Accoglienza non ha un’occupazione, il 13% lavora in modo saltuario, solo il 3,5% ha un posto fisso.

La mensa si conferma il servizio più frequentato, con 17.614 utenti provenienti in gran parte dall’Italia (14,4%), dal Marocco (10,1%) e dalla Romania (9,4%). Le persone che hanno usufruito del Servizio docce nel 2016 sono state 5.578 e quasi la totalità di esse è di sesso maschile (93,4%). Il Servizio Guardaroba condivide in gran parte l’utenza delle Docce, con 6.005 utenti nell’anno passato.
Al Poliambulatorio di via Antonello da Messina, nel 2016, si sono rivolti 8.709 utenti, provenienti da tutte le 131 nazioni presenti in Osf I paesi più rappresentati sono El Salvador (13,3%), Egitto (12%) e Romania (8,7%).

Per conoscere come gli utenti valutassero Osf sono stati raccolti 703 questionari nei quali gli ospiti hanno potuto esprimere una serie di valutazioni circa il loro rapporto con i servizi di cui usufruiscono e l’organizzazione in generale. La maggioranza degli utenti intervistati ha mostrato di sentirsi molto ben accolto in Opera San Francesco (73%), con un picco di quasi l’80% per gli utenti dell’assistenza sanitaria e distribuzione farmaci. Per raccogliere spunti interessanti, volendo anche dare uno sguardo al futuro, è stato chiesto agli utenti quali potrebbero essere ipoteticamente ulteriori servizi svolti da Osf. La metà delle persone intervistate ha dichiarato che Osf potrebbe aggiungere un servizio di accoglienza notturna (50,4%), seguito da servizi vari come lavanderia e parrucchiere (38,4%).

Le storie e le vite di queste persone in difficoltà, quest’anno, raccontate nelle pagine del Bilancio grazie al contributo di cinque giornalisti che, dopo aver trascorso una giornata in Osf, hanno scritto cosa significhi essere quotidianamente accanto a chi è in una situazione di difficoltà.
Entrambe le iniziative rappresentano la volontà di rendere chiaro a tutti, più ancora che con i numeri, quale sia la difficile realtà di disagio e povertà che Opera San Francesco cerca di arginare con il supporto di volontari e benefattori.
Tra le storie vi è quella di Miguel, italo-argentino aiutato anni fa e che ora lavora in Svizzera «Non ha però dimenticato quei giorni e l’aiuto ricevuto. Ora dice lui stesso di aver trovato la felicità ma anni fa la speranza è rimasta accesa anche grazie a Osf», si può leggere nella sua testimonianza.

Oggi, martedì 13 giugno, nell’auditorium di via Kramer accanto al bilancio sociale di Osf si è voluto approfondire il mondo della povertà e le risposte del territorio in una tavola rotonda cui hanno partecipato: Marco Magnelli, direttore del Banco Alimentare – Lombardia, Claudio Minoia, direttore politiche Sociali Comune di Milano e Valerio Pedroni, responsabile Fondazione Somaschi Onlus.
«Noi lavoriamo sul tappeto, non sul tessuto della società», ha detto Pedroni a sottolineare il lavoro che viene fatto sugli ultimi, lo strato più basso, mentre da Minoia è arrivata l’osservazione che tra le novità degli ultimi due anni vi sia un incremento dei senza dimora, la strada è spesso l’approdo di molti migranti «a Milano non si muore di fame, ma il tema degli sfratti da privati e quello della casa sono quelli su cui si fa più fatica a rispondere». Per Magnelli è importante che le istituzioni «favoriscano e non si sostituiscano al terzo settore: su problematiche complesse come queste occorre lavorare insieme». Pedroni ha infine osservato che Osf insegna un modo di raccontare i poveri e i migranti «non come categorie sociologiche, ma come persone».

A chiudere la mattina Marco Grumo (nella foto a fianco), professore di Economia Aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e responsabile della Divisione non-profit di Altis, Alta Scuola Impresa e Società «il Bilancio Sociale dell’Opera San Francesco per i Poveri mette in luce una best practice del non profit italiano, che potremmo definire una “organizzazione scientifica della carità”, la cui finalità è l’aiuto rilevante e costante al povero e il metodo è il cuore di molti (volontari e donatori) unito alla razionalità» ha sottolineato. «Sin dalla sua prima edizione, Altis Università Cattolica ha seguito dal punto di vista scientifico e metodologico la redazione del bilancio sociale, affinché sia uno strumento di comunicazione efficace e trasparente del valore sociale che ogni giorno Osf genera per la comunità. Uno strumento che sta dando buoni risultati e che viene anche sempre più imitato da organizzazioni non profit e imprese non solo italiane». E i risultati positivi si riassumono in alcuni indici virtuosi tra cui il rendimento sociale medio delle donazioni: 176% . Il valore generato da Osf (dando un valore monetario ai servizi offerti gratuitamente) è di 12,8 milioni di euro: per ogni euro ricevuto Osf ne restituisce 1,76 in servizi a favore dei poveri. Negli indici virtuosi il professor Grumo inserisce anche il tasso di conferma delle ore di attività dei volontari che è pari a 1,03 e il tasso di conferma delle donazioni di merci che è di 0,88 che in presenza della crisi si dimostra sostanzialmente stabile. «Un’organizzazione di cui essere orgogliosi come città, come regione, nazione e anche come Chiesa» ha concluso Grumo.


Qui sotto la giornata tipo dei servizi in Osf