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Baretta: «Sulla riforma del sistema-gioco è il momento delle scelte»

Un'intervista esclusiva col sottosegretario all'Economia, con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta sul progetto di riordino della rete di vendita dell'azzardo

di Marco Dotti

Il Governo dà il suo ultimatum. La proposta è questa (la potete leggere integralmente qui) ma, secondo il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, non è un prendere o lasciare. «Discutiamo da due anni, ora dobbiamo trovare un accordo per il bene di tutti», racconta Baretta a Vita. «Abbiamo fatto molti passi avanti, abbiamo ascoltato le voci migliori. Ricordiamoci sempre da dove siamo partiti: un discorso che puntava unicamente alla tutela delle entrate erariali e ignorava completamente l'impatto sociale di questo settore. Abbiamo rovesciato la prospettiva, ora dobbiamo iniziare a camminare. Un passo alla volta, ma questo è il passo decisivo».
Il dibattito è aperto ma il tempo, comunque la si pensi, è oramai poco, sia in termini istituzionali (il prossimo autunno sarà monopolizzato dalla Legge di Bilancio), sia politico-elettorali, con il 2018 che vedrà la Lombardia (la regione più impegnata sul fronte no slot) al voto, forse prima o forse in concomitanza con le votazioni politiche nazionali. In ogni caso, spiega in questa intervista il sottosegretario, «l'occasione di questa riforma è un'occasione da non sprecare».

Sottosegretario Baretta, lei ha ricevuto una delegazione – composta anche da rappresentanti della Consulta Nazionale Antiusura, delle associazioni anti azzardo e della Caritas. Ha ascoltato le loro richieste. Su quali punti della proposta del Governo sono state accolte queste richieste?
La prima novità è stata quella di lasciare la completa libertà agli Enti Locali in tema di distanze e collocazioni. In effetti, parlando con Monsignor D’Urso e col professor Maurizio Fiasco, era emerso il problema che una decisione centralizzata sulle distanze non avrebbe portato a nessun risultato. Il vero problema era, invece, garantire il principio costituzionale di sussidiarietà e che questo stesso principio potesse avere una sua gestione locale. Anche loro condividevano la preoccupazione che si creassero delle zone di eccessiva concentrazione dell’offerta di gioco, quelli che a più riprese ho definito “quartieri a luci rosse dell’azzardo”. Mi è sembrato che ci sia stata una svolta, perché tra la proposta iniziale che avevo fatto agli Enti Locali e quella che gli Enti Locali avevano fatto a me le differenze erano tali che ci saremmo imbarcati in una discussione senza fine.

La seconda riguarda le misure per la prevenzione e la lotta all’azzardo patologico inserite nel documento predisposto dall’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave…

…Parla de testo dell'Osservatorio sul Gioco d'azzardo ancora in discussione?
Sì, l'Osservatorio istituito presso il Ministero della Salute, e del quale fanno parte rappresentanti del mondo istituzionale (ministeri, regioni, province, comuni, ecc.), della sanità e del mondo associativo (Age, Moige, Codacons, Federsed, Alea, Cnca, Fict). La terza novità concreta, nata dall'ascolto delle associazioni, riguarda l’approccio generale al problema ossia l’idea che la partita sull’azzardo ha una valenza sociale generale.

Come ha colto le critiche che le sono venute dalle associazioni anti azzardo in occasione della presentazione del documento in Conferenza Unificata Stato Regioni Enti locali il 4 agosto scorso?
Sinceramente non le ho capite, perché mi era sembrato avessimo fatto un passo rilevante verso una condivisione. Forse, però, essendo critiche così tempestive non c’è stata un’informazione adeguata, anche perché sono arrivate prima che potessero studiare a fondo il documento. Spero ci possa essere ora.

Adesso c’è tempo fino al 7 settembre, data in cui è stata rinviata la Conferenza…
Già a maggio, con gli Enti Locali avevamo condiviso l’esigenza di fare il punto della situazione prima della pausa estiva. La data del 7 settembre non è casuale, in autunno inizierà la discussione sulla Legge di Bilancio con il rischio concreto che il lungo confronto in Conferenza unificata non si concretizzi prima della fine della legislatura.

Lei cosa si augura a questo punto?
Mi auguro si possano limare gli ultimi dettagli e si possa andare avanti, perché, come ho già detto altre volte, da parte del Governo c’è uno sforzo non solo sincero, ma anche rilevante di cambiamento. Però, a un certo punto, bisogna arrivare a una decisione.

E se non si arrivasse a un accordo con gli Enti Locali, che scenari si aprirebbero?
Credevo che si potesse chiudere già nei giorni scorsi, poi c’è stata una pressione per rivederci il 7 settembre, ma quella è la data conclusiva dell’iter.

Oltre quindi non si procederà?
Mi auguro che la conclusione sia un’intesa, ma il 7 si deve concludere. Se ci sarà un’intesa, si potrà procedere subito con tutto il resto.

Già in Legge di Bilancio?
Sì, ci sono molte cose da fare.

E se non ci fosse un’intesa, farà un decreto?
Mi lasci dire che è un’ipotesi che vorrei del tutto evitare, ma è chiaro che se non ci si accordasse dovremmo comunque procedere. Le linee guida del documento sono chiare, si può ancora tener conto di osservazioni critiche purché siano puntuali e precise e non generiche, ma bisogna evitare che questa materia così delicata entri nel gioco elettorale.

Il documento che lei ripresenterà il 7 in Conferenza Unificata ha comunque raggiunto una sua complessità…
Esattamente, siamo davanti a uno sforzo complessivo e prima mettiamo in cascina questo risultato, prima possiamo occuparci di altre scadenze.

Quali?
Su tutte: pubblicità e online.

Nel documento, c’è molta attenzione al tema del riciclaggio…
Anche in questo caso, il Governo ha un approccio molto preciso sull’antiriciclaggio, non solo per quanto riguarda il gioco. Ricordiamo comunque che nel provvedimento sull’antiriciclaggio, dove si parla anche del rinnovo delle concessioni, c’è anche un ragionamento che porta a escludere su certi canali televisivi la pubblicità. Ma anche sull’antiriciclaggio dobbiamo coinvolgere gli Enti Locali.

Oggi, però, gli Enti Locali chiedono dati ai Monopoli di Stato sui flussi monetari (scomposti per tipologia di gioco), off e online, che riguardano i loro territori e trovano un muro di silenzio. Un muro che un piccolo comune bresciano, Dello, è però riuscito a scalfire ottenendo quei dati necessari per un corretto controllo del territorio e per la tutela di salute e sicurezza dei cittadini…
Non posso che trovarmi d’accordo con lei e sono a disposizione affinché gli amministratori locali possano avere tutti i dati di cui hanno bisogno per garantire ai cittadini sicurezza e controllo. Questa è una battaglia sacrosanta.

Un ritornello costante è che colpireste solo le slot machine da bar e non le vlt presenti nelle sale. Sappiamo però – è l’Unità di Investigazione Finanziaria della Banca d’Italia a dircelo – che è proprio sulle videolotteries che passa potenzialmente il flusso maggiore di riciclaggio di denaro…
Oggi in una vlt si possono inserire anche banconote da 500euro, noi riduciamo l’importo a 100 euro. Questo ovviamente è un punto fondamentalmente legato all’obiettivo complessivo della lotta al riciclaggio, di cui il gioco d’azzardo è un vettore cruciale. Dobbiamo capirci su un punto: qui si affrontano una serie di aspetti, nessuno dice non ce ne siano anche altri. Quello che dobbiamo evitare è che, continuando ad aggiungere dei pezzi, non si approdi a nulla. Dobbiamo invece intervenire e intervenire ora, per passare al resto. Una discussione infinita avrebbe come effetto una paralisi infinita e sarebbe usa sconfitta per tutti.

Forse non per tutti, ci sono “operatori” che sperano di continuare vivere nel provvisorio…
Infatti. Ricordiamo che stiamo parlando di dimezzamento dei punti di rivendita in tre anni, di regolamenti che definiscono criteri qualitativi per l’offerta di gioco, una distribuzione equilibrata. È chiaro che si vanno a colpire i punti nevralgici di un sistema che ha le sue criticità.


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