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Come nasce l’architettura anticamorra

A Castel Volturno, 34 ville confiscate ai boss diventeranno hub di produzione artistica. Le idee ed i progetti nascono dai giovani professionisti del territorio. Nel 2018 al via, a Santa Maria la Fossa la realizzazione di una fattoria didattica

di Anna Spena

Da simbolo della sopraffazione e del degrado a icona del riscatto, il Parco Faber di Castel Volturno si candida a diventare il più importante laboratorio nazionale di rigenerazione urbana sviluppato su beni confiscati alle mafie. Trentaquattro ville confiscate alla camorra realizzate attorno a un lago, per un’estensione complessiva di circa 6.000 metri quadrati, potranno diventare il più grande centro di produzione per le arti del Mezzogiorno.

Ad arricchire di senso la sfida all’oppressione della criminalità organizzata è anche il fatto che a ridisegnare gli spazi del vecchio Parco Allocca, considerato “la madre dei beni confiscati” alla camorra, sono dei giovani professionisti del territorio che offrono idee-progetto e visioni programmatiche per la rigenerazione all’Amministrazione. Tutti studi di fattibilità sono infatti il frutto del lavoro del Master-Lab di riuso dei beni confiscati della Scuola di Architettura Strategica di Salerno “NewItalianBlood”.

«L’obiettivo», spiega a Vita.it Luigi Centola, dello studio Centola & Associati e direttore del Master il Master Architettura|Ambiente NIB, New Italian Blood «è quello di costruire programmi funzionali, innovativi e autosostenibili in grado di creare poli stabili di incontro, aggregazione, cultura, lavoro e reddito per le associazioni che potranno gestire i beni confiscati per lunghi periodi».

Non è più il tempo quindi di ripensare all’architettura solo come qualcosa che “abbellisca” gli spazi. «Diventiamo architetti del sociale», prosegue Centola. «C’è sempre più bisogno di Progetti-manifesto emozionali, con materiali, naturali e artificiali, utili per innescare un profondo senso di comunità, appartenenza, interattività e partecipazione al riscatto del territorio e alla vita delle opere.

L’architettura eviti, quando parliamo di beni confiscati, la tabula rasa provando a sovrascrivere o a ricordare l’immagine e gli spazi esistenti, esterni e interni, senza tuttavia cancellare, la storia, la testimonianza e la memoria di persone e luoghi. Non cancelliamo la sua memoria – anche quando è negativa – e utilizziamo quel ricordo affinché diventi didattico, didascalico».

«Da due anni», ha affermato Dimitri Russo, sindaco di Castel Volturno, «il Comune e il Master Architettura|Ambiente NIB lavorano in sinergia per sviluppare progetti pilota di rigenerazione urbana come il recupero di Parco Faber. L'idea dell'amministrazione è di realizzare un parco del cinema e della musica. Da anni Castel Volturno è diventata un set naturale per tanti film, basti pensare a ‘Indivisibili’ di Edoardo De Angelis, ed è forte l'esigenza di creare un luogo fisico di supporto alla produzione logistica, come casting, montaggio e promozione. Anche la musica è una esigenza di tutto il territorio che ha tante culture musicali da offrire, si pensi alle 70 etnie diverse, ma che oggi non hanno una struttura che possa valorizzale. Vista l'estensione del bene serviranno almeno 3 milioni di euro che l'amministrazione si impegna a reperire intercettando fondi regionali e privati».

Il Parco Faber copre una superficie totale di 5.780 mq, con 2.570 metri quadri di aree verdi esterne. L'idea-progetto di recupero delle ville e degli spazi pubblici elaborato da Gabriella Elisa Maffey, Jona Malaj e Valentina Manzo nell’ambito dell’edizione 2016-2017 del Master NIB Architettura|Ambiente prevede inoltre pavimentazioni in legno esterne (2.230 mq) e, sul lago, pontili e attrezzature galleggianti (per circa 1.000 mq). Nell'edizione del Master 2015-2016 Marika Maione, Michele Iorio e Joseph Alan Valia avevano sviluppato una serie di giardini e attrezzature galleggianti sul lago.

Borse per 60mila euro a giovani progettisti
Le idee-progetto di rigenerazione sono state realizzate appunto nell’ambito della terza edizione del Master Architettura|Ambiente promosso da NIB e coordinato da Centola&Associati, che ogni anno mette a disposizione per architetti, paesaggisti, pianificatori, ingegneri e designer under 35 di tutta Italia borse di studio destinate alla frequenza dei corsi e degli stage. Giunto alla quarta edizione, quest’anno saranno messe a disposizione 60mila euro ai migliori progettisti.

La fattoria didattica di Santa Maria La Fossa…
«Il progetto della fattoria didattica sui terreni confiscati alla camorra lungo il fiume Volturno, nel comune di Santa Maria la Fossa, paese di 2.700 abitanti nel cuore del territorio Casalese, vincitore di un concorso nazionale bandito da AGRORINASCE, Agenzia locale che ha recuperato ben 57 tra beni e terreni confiscati in 6 comuni della Provincia di Caserta. Costituisce un messaggio, concreto e replicabile, di contrasto alla criminalità e sviluppo dell’economia attraverso il progetto e la partecipazione alla gestione e all'economia dell'opera», continua Centola. «Grazie a 2.700 vasetti in bioplastica, uno per ogni residente che potrà seminarlo e curarlo, si comporrà un "Mosaico Vegetale" sostenuto dallo scheletro in legno, memoria astratta delle masserie locali, che scomparirà tra le essenze tipiche o rimarrà spoglio in mancanza di partecipazione attiva dei cittadini».

La sfida è lanciata. La fattoria può diventare il manifesto più evidente di unità contro la camorra e allo stesso tempo un piccolo laboratorio dei prodotti tipici, generatore di lavoro e senso di comunità.

«L’edificio sarà coltivato (vasetti con grano, leguminose, erbe aromatiche, fragole, specie ortive…) in continuità con i preziosi filari di fertile terreno confiscato alla camorra, riscoprendo il valore della vita in simbiosi con madre natura. La fattoria accoglierà cittadini, studiosi, appassionati, pensionati, ragazzi, bambini e scolaresche».

L’idea è quella di reimpiantare le famose alberate aversane, il caso più straordinario ed eclatante di sopravvivenza millenaria di un paesaggio agrario risalente agli Etruschi, ritratto nelle vedute di Hackert e descritto da Goethe, con le viti sospese tra i pioppi. Auto-produzione, trasformazione, vendita e degustazione dei prodotti tipici, come il vino Asprinio doc, serviranno a sostenere gestione e manutenzione di fattoria e terreni.

«Il ruolo sociale del progettista per il riuso e la gestione dei beni sottratti alle associazioni mafiose», conclude Centola «può ritrovare, finalmente, in questo tipo di progetti la sua essenza accompagnando una nuova coscienza civica e la volontà di riscatto delle comunità».


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