Welfare & Lavoro

Sprar: «A Riace l’accoglienza non è a rischio»

"Sono stati fatti dei rilievi gestionali su cui il Comune può lavorare per sistemare le cose", spiega il Servizio centrale del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. "I nostri controlli puntano a migliorare qualitativamente l'offerta e la segnalazione di eventuali irregolarità va in quella direzione". Ridimensionati quindi i timori del sindaco del paesino calabrese che accoglie migranti dalla fine del secolo scorso

di Daniele Biella

"Al modello di accoglienza del Comune di Riace sono stati contestati dei rilievi su cui l'amministrazione comunale può operare per sistemare le cose. Non c'è alcuna intenzione da parte del ministero di fare terminare l'esperienza in atto, che tra l'altro è una delle più longeve d'Italia". E' una risposta importante quella che il Servizio centrale dello Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati, organo facente capo al ministero dell'Interno) fornisce tramite Vita.it proprio nei giorni in cui si sta diffondendo ampiamente un appello, sottoscritto da varie personalità e migliaia di cittadini, che chiede di salvaguardare il "modello Riace" – le specificità del progetto di accoglienza del comune calabrese – su cui anche Papa Francesco aveva speso parole di apprezzamento.

"Il problema quindi è tecnico", fa sapere il Servizio centrale. Potrà tirare un sospiro di sollievo Domenico Lucano, sindaco di Riace che aveva preannunciato le dimissioni in caso di chiusura dell'esperienza. Quello che lo Sprar gli chiede è, quindi, di tenere conto dei rilievi fatti e porre le necessarie modifiche per continuare nella direzione intrapresa.

Il Servizio centrale "come per ciascuna amministrazione comunale aderente allo Sprar, intende fornire il massimo supporto al progetto di Riace, condividendo il percorso avviato da anni. Quelli in atto sono rilievi ordinari, nell'ottica di un servizio sempre migliore a livello qualitativo".


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