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Malaria, almeno uno l’anno in Italia i casi autoctoni

Il nostro paese è classificato indenne dalla malattia, tuttavia sono numerosi i casi di importazione: nel quinquennio 2010-2015 se ne sono registrati oltre 3600, di cui 7 non «d’importazione». Nel reparto dove è deceduta la piccola Sofia era stata ricoverata un’intera famiglia malata, appena rientrata dalla Nigeria

di Gabriella Meroni

È «allarme malaria» nel Triveneto dopo la morte della piccola Sofia Zago, la bimba trentina deceduta nella notte tra domenica e lunedì a Brescia a causa della malaria, ma senza mai essere stata all’estero. Anche in Italia, come in Europa, la malaria è la malattia tropicale più frequentemente importata, ma non è vero che mancano i casi autoctoni. Secondo i dati epidemiologici più recenti, relativi al periodo 2010-2015, i casi di malaria notificati sono 3.633, di cui 89% con diagnosi confermata. La quasi totalità di casi sono d’importazione, ma quelli autoctoni riportati sono stati 7. Tra i cittadini italiani si sono riscontrati il 20% dei casi, di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato/missione religiosa. Negli ultimi anni la diffusione della malaria nel mondo è stata notevolmente ridotta grazie all’attuazione di programmi di lotta e controllo della trasmissione promossi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e, nel mese di aprile 2016, I’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS ha comunicato agli Stati Membri I’eradicazione della trasmissione di malaria autoctona sul territorio della Regione Europea.

Tuttavia nelle aree tropicali e sub tropicali la malaria rappresenta ancora la più importante malattia trasmessa da vettore, una zanzara. Nell’ultimo rapporto sulla situazione mondiale della malaria, pubblicato sempre dall’OMS, vengono riportati 95 paesi ancora con endemia malarica, circa 214 milioni di casi e 438 mila decessi.

Tornando alla piccola Sofia, i quotidiani locali segnalano alcune testimonianze secondo le quali una famiglia trentina di ritorno dalla Nigeria era stata ricoverata in ospedale al Santa Chiara (lo stesso che ha prestato le prime cure a Sofia) con febbre altissima e vomito. La diagnosi anche in quel caso fu di malaria per tutti i componenti. In Italia – è bene chiarirlo – non sono presenti specie di zanzare che possono trasmettere la malattia ma, nei casi di origine non definibile, le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità consigliano di effettuare una disinfestazione del reparto come misura di ulteriore profilassi – disinfestazione che verrà effettuata a Trento nella giornata di oggi, anche se non si ravvisano rischi per coloro che hanno frequentato il reparto nei giorni scorsi.


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