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Le forze dell’ordine per impedire l’ingresso in aula: che immagine di scuola è?

Cosa dice ai bambini la vista di un dirigente scolastico che chiama le forze dell'ordine per impedire a un compagno di classe di entrare in aula? Spetta davvero ai dirigenti far rispettare le nuove regole sull'ingresso a scuola dei non vaccinati? «Spiacerebbe che proprio i responsabili, chiamati a promuovere la scuola dell’inclusione, si trovassero ad essere protagonisti di un’immagine di scuola che esclude e contrappone»

di Redazione

È accaduto a Milano, a Sesto San Giovanni, a Roma, in Puglia… Interventi delle forze dell'ordine, chiamate ora dalle famiglie ora dalle scuole, per impedire l'ingresso in aula di bambini dell’asilo o della scuola dell’infanzia. Addirittura in provincia di Como si è letto di un bambino fatto uscire dalla classe, dopo due ore di dibattito tra scuola e famiglia. C’è una legge di cui tutti sono informati, queste situazioni accadono là dove c’è il rifiuto da parte della famiglia a rispettare ciò che la legge (la si condivida o meno) prevede, genitori che si presentano con il bambino a scuola sapendo che non potrà essere ammesso in classe. Però i dirigenti DISAL oggi si chiedono a chi spetta davvero il compito di allontanare i bambini o di sostenere possibili contenziosi coni genitori.

«A chi spetta questo compito nel D.L. 73/2017 non è chiaramente precisato. Occorre, pertanto, sapere in modo inequivocabile se sia il dirigente scolastico il pubblico ufficiale tenuto all'allontanamento o se la competenza appartiene ad altri organismi. È grave che, per l’assenza di modalità chiare ed univoche a cui attenersi, nella gestione di bambini non in regola si stiano generando situazioni di criticità che creano incertezza, difformità di comportamenti e disagio diffuso», scrive Ezio Delfino, Presidente nazionale DiSAL, in una lettera indirizzata alle ministre Fedeli e Lorenzin. I dirigenti chiedono di chiarire con urgenza come deve comportarsi il dirigente scolastico qualora il genitore accompagnasse a scuola il bambino, nonostante il dispone. Deve avvalersi delle forze dell’ordine per vietare l’accesso ai servizi educativi della scuola dell’infanzia e/o allontanare il minore e colui che esercita la responsabilità genitoriale? O deve rivolgersi ai responsabili delle Asl locali?

«Occorre tener conto che in molti casi si tratta di bambini che negli scorsi anni già frequentavano quel nido o quella scuola d’infanzia. Lo spirito della legge è quello di assicurare la tutela della salute pubblica e il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale e sappiamo che il contesto scolastico è “caratterizzato da un approccio pedagogico e antropologico”, chiamato ad accogliere i bambini, i loro bisogni educativi e formativi, in “una relazione educativa” caratterizzata da dialogo costruttivo con famiglie e territorio. Spiacerebbe che proprio i responsabili di scuola, chiamati per dovere professionale oltre che per passione educativa a promuovere la scuola dell’inclusione, si trovassero a dover gestire modalità che li rendessero protagonisti di un’immagine di scuola che esclude e contrappone», conclude Delfino.


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