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Se la tecnologia lavora per l’integrazione: in Finlandia, una blockchain per i migranti

Una start-up finlandese sta portando avanti un progetto innovativo per l'integrazione finanziaria basato sulla tecnologia blockchain. A beneficiarne, grazie a un accordo con il Governo della Finlandia sono soprattutto i migranti e chi non possiede uno smartphone. Un primo segno della rivoluzione che sta avvenendo nel mondo delle transazioni digitali

di Marco Dotti

Avere un conto corrente e controllarlo da uno smartphone è oramai alla portata di tutti. Non proprio tutti, in verità. Se non si possiede uno smartphone o se non si ha la possibilità di aprire fisicamente un conto o se si risiede in zone del mondo dove le connessioni sono precarie, le cose si complicano.

Oggi, una start-up finlandese sembra aver trovato la chiave di volta, basando i propri servizi sulla tecnologia blockchain, ovvero su un sistema peer-to-peer che consente lo scambio di valute, la loro tracciabilità e soprattutto di conoscere l’identità dei soggetti che effettuano le operazioni.

A usufruire del servizio, sono principalmente i migranti che, pur non avendo un conto corrente "fisico", da due anni stanno beneficiando dell'uso carte di credito prepagate, garantite dal sistema blockchain e supportate dalla piattaforma messa a punto dalla start-up MONI.

«Abbiamo messo a punto un sistema crypto-based che può dare a tutti l’accesso a un conto bancario» – spiega Martti Malmi, sviluppatore che ha influenzato in modo significativo lo sviluppo di Bitcoin e oggi, con Jari Kajala, ex direttore della tecnologia Rovio, fa parte del team di dieci persone che costituisce la start-up finlandese MONI, che registra un fatturato di 667mila euro e un capitale di rischio di quasi 2milioni di euro proveniente soprattutto da fondi americani.

Che cosa si propone MONI? Risolvere i problemi bancari di milioni, forse miliardi di persone. Un obiettivo ambizioso, legato allo sviluppo digitale di strumenti come un conto bancario auto-elaborato, un account intelligente gestito da browser o da applicazioni, una carta di pagamento prepagata e un sistema basato su tecnologia blockchain.

«Il nostro obiettivo è ottenere un conto bancario per tutte le persone del mondo, attraverso un modello che finora abbiamo testato solo in Finlandia», afferma il fondatore e CEO di MONI, Antti Pennanen. Attualmente, la start-up è in fase beta, opera con un sistema a invito e funziona solo in Finlandia. Per ottenere l'invito ci si può registrare sul sito web aziendale o sui social e attendere.

Il perno dell’infrastruttura è un conto intelligente programmabile situato in una cloud, che può essere gestito sia da browser sia da applicazione mobile. L'utente può caricare i soldi da un normale conto bancario o da una carta di credito e trasferirli in tempo reale.

L'utente può ordinare una carta MasterCard che può essere utilizzata per addebitare denaro e prelevare contanti. Nell'ambito della gestione del proprio conto intelligente, la carta può essere bloccata e attivata quando si vuole.

La vera novità di MONI è negli utenti: il primo grande gruppo di utenti sono stati i richiedenti asilo. Per le carte aperte a loro nome, il Servizio Immigrazione finlandese paga un sussidio statale e ai datori di lavoro il corrispettivo dello stipendio che verseranno.

Il parco utenti è multi-target, comprende infatti persone con un conto bancario e quelle senza (unbanked e underbanked). «Ci sono due miliardi e mezzo miliardi di persone nel mondo senza strumenti finanziari adeguati».

Secondo gli sviluppatori soprattutto nei paesi in via di sviluppo si è fatta urgente la necessità di avere una banca “mobile”. La cosa importante, in questi Paesi, è che la tecnologia funzioni anche su telefoni base, senza una connessione veloce, garantendo standard elevatissimi di privacy e sicurezza. Da qui il ricorso alla tecnologia blockchain.

In Finlandia e in Europa, MONI punta sui giovani. Secondo Pennanen il sistema bancario occidentale si porta dietro un carico che ne impedisce lo sviluppo, ma lui crede che la direttiva europea sui servizi di pagamento PSD2 ( la direttiva 2015/2366/UE sui servizi di pagamento nel mercato interno) accelererà la crescita, favorendo in particolare l'emergere di aggregatori.

«Abbiamo già reso possibile la PSD2. L'utente può determinare quali carte e conti sono una fonte di denaro. Vogliamo aggregare gli account-utente di diverse banche affinché l'utente possa gestire i propri conti in un unico luogo », spiega Pennanen.

«Molti nostri concorrenti chiedono una licenza bancaria, ma noi non vogliamo competere con le banche. Vogliamo completare il campo, per agire come telecomando per i servizi finanziari. Essenziale è la facilità d'uso», afferma Antti Pennanen.

MONI intende aprire interfacce sia per startup che per operatori tradizionali. «Vogliamo che le banche siano coinvolte. Possono accedere all'applicazione MONI-app dove l'utente può verificare ad esempio quanti soldi sono nell'account OP e la visualizzazione è OP-branding».

Un altro esempio potrebbe presto essere la richiesta di prestito in tempo reale. Molti possono richiedere prestiti e nell'applicazione l'utente può scegliere un prestito che verrà immediatamente visualizzato nell'account. La programmabilità multi-conto consentirebbe anche, ad esempio, programmi di fidelity. Questo programma pilota è stato avviato in agosto tra i ristoranti e per i negozi di Helsinki. Il cliente associato al programma può ricevere uno sconto sull'acquisto, che viene immediatamente accreditato sul conto sula piattaforma.


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