Famiglia & Minori

Bimbi di strada, un appello alle Nazioni Unite

74 esperti di tutto il mondo, in rappresentanza della società civile e del mondo accademico, hanno inviato una lettera aperta alle Nazioni Unite per porre l’attenzione sul tema dei diritti economici, sociali e culturali dei bambini

di Cristiano Morsolin

74 esperti di tutto il mondo, in rappresentanza della società civile e del mondo accademico, hanno inviato una lettera aperta alle Nazioni Unite per porre l’attenzione sul tema dei diritti economici, sociali e culturali dei bambini/e, considerando che a Ginevra nel marzo 2012 si stava presentando il nuovo rapporto mondiale sui bambini/e che lavorano e vivono in strada in occasione della 19ma sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite sui diritti umani.

Il Deputato Davide Mattiello ha diffuso un messaggio-video in appoggio alla lettera aperta all’Onu, promossa da Morsolin Cristiano – esperto di diritti umani in America Latina, insieme a varie personalità come il Premio Nobel Adolfo Perez Esquivel e la Cattedra Unesco per i diritti umani dell’Universitá di Padova, diretta da Marco Mascia e Antonio Papisca. C’è anche l’importantissima adesione del Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel: «condivido le indicazioni dei 74 esperti perché credo sia di vitale importanza tenere in considerazione la partecipazione reale dei bambini/e e giovani nel disegno e nell’implementazione di politiche per l’infanzia in modo che siano ascoltate le loro esperienze. Appoggio tutte le azioni che si possano promuovere per migliorare la qualita’ della vita dei bambini/e che vivono in strada e lavorano, affinché termino le violazioni dei loro diritti».

Incidenza politica dal basso
Le Nazioni Unite riconoscono formalmente i diritti dei bambini in situazione di strada: il Commento Generale a loro interamente dedicato è stato pubblicato dal Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia di Ginevra nel luglio scorso. Il Commento Generale è l’interpretazione che l’ONU fornisce ai governi di tutto il mondo circa i modi per assicurare che i bambini di strada abbiano l’accesso agli stessi diritti di cui godono tutti gli altri bambini.

Attualmente molti governi non riconoscono ai bambini di strada gli stessi diritti umani degli altri e questa è la prima volta nella storia in cui ottengono un simile riconoscimento.

Un momento di grande importanza a cui si è giunti dopo 5 anni di campagne dedicate, consultazioni innovative e la collaborazione tra bambini di strada, le ONG e la societá civile che si occupano del fenomeno, mondo accademico e l’ONU.

L’ONU ha dato loro voce e adesso, per la prima volta nella storia, ha rilasciato ai governi delle linee guida autorevoli, necessarie a superare al meglio questo gap, creando un ponte tra loro e le Nazioni Unite al fine di riconoscere che i diritti che spettano anche ai bambini meno fortunati.

L’impegno di questa mobilitazione mondiale non si ferma qui. Questo progetto non è altro che l’inizio di una nuova fase di lavoro che prevede la collaborazione di tutto il network e dei governi affinché le linee guida vengano rispettate e diventino una realtà per i bambini di strada in tutto il mondo che si presume siano 100 milioni.

Seminari accademici per dare voce al cambiamento di paradigma
Tra l’11 e 22 ottobre si stanno organizzando vari seminari accademici di alto livello; “Politiche pubbliche con l’infanzia e adolescenza lavoratrice:prospettive ed esperienze dal Sud Globale” si realizzerá a La Paz -Bolivia (promosso da Universitá di San Andrés UMSA e la rete di Ong EUROPANats).

Il terzo congresso internazionale sull’educatore sociale, promosso dalla Universitá Federale di Maringá dialoga con il Movimento Meninos e Meninas de Rua MNMMR.

Il Convegno Internazionale SCONFINI DELL’EDUCAZIONE si svolge a Napoli (12- 15 ottobre) con la leadership dell’associazione Maestri di Strada e Dipartimento di Studi Umanistici Università degli Studi di Napoli Federico II, Comune di Napoli, insieme a vari esperti provenienti dal Brasile, Colombia, Messico, Spagna, Finlandia, tra cui Marco Rossi Doria -Coordinatore cabina di regia sulla dispersione scolastica.

Cesare Moreno, Direttore dell’associazione Maestri di Strada, commenta: “Ai margini della mente vigile, ai margini della città ben organizzata, ai margini del mondo agiato esistono dolorose realtà: quella dei giovani disorientati che non sanno o non possono progettare il proprio futuro, quella degli emarginati che vivono cronicamente nei ghetti e nell’illegalità, quella dei poveri del mondo che sono esclusi o sfruttati dall’economia globale. In questi territori, percorsi da violente emozioni, dove la ragione e la parola sono precarie e il vivere civile incerto e difficile, l’educazione è luogo di possibile speranza”.

L’On. Davide Mattiello, esponente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha incontrato Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani e questioni latinoamericane, che ha sottolineato che “La scuola, così come è fatta – scriveva nel suo libro “Di mestiere faccio il maestro” Marco Rossi Doria – serve davvero molto poco ai poveri e agli esclusi. Forse è maturato il tempo per rifondare dal basso… una scuola popolare o comunitaria”. Questo púo avvenire anche attraverso i maestri di strada, insegnanti itineranti sia nei luoghi che nelle possibilità educative, inventando nuove proposte e relazioni pedagogiche controcorrente a Bogotá con l’associazione Scuola Viaggiante, come il progetto AXÉ a Salvador de Bahia come a Napoli con il progetto Chance”.

L’On. Davide Mattiello ha sintezzato di questo percorso globale di mobilitazione internazionale: «Ho iniziato il mio percorso sociale con l’educativa di strada promossa dall’Associazione ACMOS che ho fondato a Torino nel 1999. Il lavoro di strada è fondamentale, è un elemento importante che stiamo portando avanti in molte parti del mondo, dall’India al Senegal, nelle periferie di Napoli come nelle banlieu di Parigi, dalle favelas brasiliane alle “comunas” colombiane. Lavoro di strada con bambini e adolescenti significa allo stesso tempo azioni di animazione, di educazione, di riduzione del rischio e del danno che passa attraverso la costruzione di un legame di fiducia. Credo che il lavoro di strada ci insegni molte cose, sicuramente una in particolare, che la vera sfida oggi è una sfida politica e istituzionale e ci chiama in prima linea a unire pubblico e privato e lavorare per un cambiamento strutturale, perché i bambini e gli adolescenti possano crescere in modo autonomo, formandosi a una “cittadinanza planetaria” che costruisce una nuovo paradigma di cambiamento.

Tanti abitanti della strada, bambini e adolescenti prima di tutto, che spesso vengono sfruttati dalla criminalità organizzata e dalle mafie, diventano attori-imprenditori di strada grazie a progetti che permettono loro di passare da una condizione di abbandono e di emarginazione ad una condizione di autonomia e dignitá. Anche lo Stato Italiano, la cooperazione internazionale devono promuovere culturalmente, economicamente questo forte cambio di paradigma nelle relazioni Nord-Sud.

Il nuovo Commento Generale adottato dalle Nazioni Unite riveste un’importanza particolare perché si richiede che le azioni avviate dalle agenzie e organismi delle Nazioni Unite, ampliino i loro margini di azione, in modo che si possa rafforzare la ricerca sociologica e l’azione interculturale.

È necessario approfondire l’analisi delle cause e della ricerca di soluzioni che conducano a migliori interventi governativi fondati su politiche pubbliche culturalmente pertinenti e socialmente effettive, traducendo anche in politiche globali le buone pratiche della societá civile internazionale. Il testo del Commento Generale viene dal basso e rispecchia il confronto avvenuto tra organizzazioni internazionali, bambini di strada e lavoratori, operatori sociali e Universitá in occasione delle consultazioni realizzate appositamente per la sua formulazione nei tre continenti, una metodologia che deve continuare anche per verificare la sua applicazione nei vari stati e sopratutto una metodologia che potrebbe adottare anche lo Stato Italiano per la cooperazione internazionale», conclude On. Mattiello.

*Cristiano Morsolin è esperto di diritti umani in America Latina dove risiede dal 2001


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