Welfare & Lavoro

Tetano, possibile che il 3% degli italiani non sia vaccinato?

Secondo quanto afferma la Asl di Torino, dove una bambina di sette anni non vaccinata è ricoverata con i sintomi del tetano, in città i minori di 16 anni non vaccinati sarebbero 27mila, pari al 3% della popolazione residente. Un dato che, portato su scala nazionale, sarebbe un totale di 1,8 milioni di italiani non vaccinati. Possibile?

di Gabriella Meroni

Si sospetta che sia tetano, anche se manca la conferma ufficiale: quel che è certo è che una bambina di 7 anni è ricoverata in rianimazione da sabato a Torino con una diagnosi presunta di una malattia che sembrava dimenticata. Secondo i bollettini medici, sta reagendo bene alle terapie e c'è un moderato ottimismo. Altra cosa certa è che la piccola, come anche il fratello, contro il tetano non è mai stata vaccinata. Come lei, però, a Torino sono tanti, tantissimi: secondo i dati diffusi dalla ASL, infatti, solo in città sono 27mila gli under 16 non vaccinati, pari a ben il 3% della popolaziojne residente, oltre 886mila persone. «È un momento difficile. Mia figlia sta male e non mi va di parlare», ha detto la mamma della piccola, che non abbandona il reparto di Rianimazione, dove la figlia è stata ricoverata in preda a spasmi e convulsioni. Sintomi compatibili col tetano, ma per averne la conferma occorre aspettare l'esito degli esami dei Laboratori di microbiologia e virologia universitaria delle Molinette.

Certo che se i dati della ASL fossero confermati ed estesi a tutta Italia, ci sarebbe da preoccuparsi: risulterebbero non vaccinate circa 1,8 milioni di persone. Possibile? Se prima del decreto Lorenzin, chi decideva di non sottoporre il proprio figlio ai vaccini doveva firmare un rifiuto informato, oggi incorre in una sanzione. La vaccinazione antitetanica è obbligatoria (sin dal 1968) dal primo anno di nascita – i bambini sono più soggetti a cadute e tagli) e conferisce "protezione per 5 anni, dopodiché si ripete un richiamo a 6 e 12 anni. E' facoltativo poi fare un richiamo ogni 10 anni per mantenere l'immunità".


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