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Economia & Impresa sociale 

Rimesse: ancora un anno “no”

Anche nel 2016, per il sesto anno consecutivo, l’ammontare delle rimesse verso i paesi d’origine dei migranti ha registrato un trend negativo. Il maggior flusso di rimesse è partito dalla Lombardia, da dove i migranti hanno spedito nel 2016 oltre 1 miliardo e 167 milioni di euro. Questi i dati che emergono dal Dossier Statistico Immigrazione 2017

di Marco Marcocci

È stato presentato oggi il Dossier Statistico Immigrazione 2017, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti, quasi cinquecento pagine ricche di notizie e numeri sulle migrazioni. Nel capitolo dedicato alle rimesse di denaro dei migranti, scritto da Lorenzo Luatti, ricercatore di Oxfam Italia e corredato da chiare ed esaustive tabelle elaborate da IDOS su dati Banca d’Italia, viene scattata una nitida fotografia del fenomeno.

Emerge così che anche nel 2016, per il sesto anno consecutivo, l’ammontare delle rimesse verso i paesi d’origine dei migranti ha registrato un trend negativo.

Lo scorso anno dall’Italia sono stati inviati quasi 5,1 miliardi di euro, con una riduzione di 3,4 punti percentuali rispetto al 2015. Quello maturato nel 2016 è stato il volume più basso delle rimesse degli ultimi dieci anni; occorre, infatti, risalire al 2006, quando i trasferimenti di denaro dei migranti si attestarono intorno ai 4,4 miliardi di euro, per trovare una cifra complessiva minore rispetto a quella registrata nel 2016.

La Romania si conferma al primo posto tra i paesi ricettori delle rimesse fuoriuscite dall’Italia nel 2016 con oltre 777 milioni di euro ricevuti (-8,3% rispetto al 2015), pari al 15% del flusso totale.

Al secondo e terzo posto, rispettivamente il Bangladesh con 486,5 milioni di euro e le Filippine con quasi 335 milioni. A seguire Senegal (€ 279 mln); India (€ 274,7 mln); Marocco (€ 270 mln) e Sri Lanka (€ 244,8 mln).

I paesi che nel corso del 2016 hanno registrato gli aumenti più significativi rispetto all’anno precedente sono stati soprattutto quelli dell’Asia meridionale dove troviamo Sri Lanka (+39,5%), Pakistan (+20,1%), Bangladesh (+11,8%) e India (+10,6%). Nell’Europa dell’Est spicca il risultato ottenuto dall’Ucraina (+15,8%), mentre in Africa sono stati Costa d’Avorio (+42,1%) e Ghana (+36,5%) a conseguire i migliori incrementi percentuali.

Se questi sono stati i paesi che hanno conseguito i migliori risultati in termini di incremento percentuale tra il 2016 ed il 2015, merita citare anche quelli che al contrario hanno registrato un’importante contrazione. Fa scalpore, al riguardo, l’inarrestabile crollo delle rimesse verso la Cina che nel 2016 ha ricevuto solo 238 milioni di euro dall’Italia, con un calo del 57,3% rispetto all’anno precedente. Il paese del dragone, dopo essere stato per anni il primo paese ricettore delle rimesse dall’Italia, oggi occupa soltanto l’ottavo posto nella classifica dei principali paesi beneficiari. Si ridimensiona anche il flusso verso la Nigeria (-24,3%) e quello verso la Moldova (-13,0%).

Il maggior flusso di rimesse è partito dalla Lombardia, da dove i migranti hanno spedito nel 2016 oltre 1 miliardo e 167 milioni di euro (+23,0 rispetto all’anno precedente). Quasi la metà del volume totale delle rimesse è stato prodotto da tre regioni: Lombardia, Lazio e Toscana.
A livello provinciale è Roma a guidare la classifica con oltre 670 milioni di euro spediti, seguita da Milano (€ 587 mln), Napoli (€ 201,5), Torino (€ 164 mln) , Firenze (€ 158,4 mln) e Brescia (€ 150,8 mln). Il calo delle rimesse verso la Cina, pocanzi accennato, si riflette nel volume registrato dalla provincia di Prato che nel 2016 si è contratto rispetto all’anno precedente di 33 punti percentuali.

Naturalmente quanto esposto si riferisce alle rimesse di denaro inviate per mezzo dei canali ufficiali, ossia banche, uffici postali e soprattutto money transfer. Resta senza risposta l’interrogativo di sempre: quanto è il volume inviato per mezzo dei canali informali quali parenti, amici, banchieri di strada…?


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