Cooperazione & Relazioni internazionali

Moas: una nuova unità di soccorso per i Rohingya

Ad un mese dall'apertura della prima Aid Station in Bagladesh, per assistere in Rohingya in fuga da Myanmar, il Moas inaugura una nuova unità di soccorso a Unchiprang, un luogo molto difficile da raggiungere che necessita di aiuti urgenti. A oggi, solo poche organizzazioni umanitarie hanno potuto accedere all’area, a causa delle condizioni del terreno scosceso e spesso impraticabile, dove molti rifugiati muoiono a causa degli elefanti che li travolgono

di Redazione

Una nuova unità di soccorso medico a Unchiprang, in Bangladesh, per continuare ad assistere in Rohingya in fuga dal Myanmar. È questo il progetto di Moas che, un mese fa, ha inaugurato la prima Aid Station a Shamlapur nel Paese.

Il nuovo centro garantirà l’assistenza medica di cui c’è estremamente bisogno fra i rifugiati Rohingya nei campi vicino la riserva di Teknaf e nella comunità bengalese che li ospita, con particolare attenzione per le donne incinte le neo-mamme e i bambini.

A causa della sua posizione isolata e immersa nella giungla, l’OIM ha recentemente indicato Unchiprang come un luogo molto difficile, che necessita aiuti urgenti. A oggi, solo poche organizzazioni umanitarie hanno potuto accedere all’area a causa delle condizioni del terreno scosceso e spesso impraticabile, dove molti rifugiati muoiono a causa degli elefanti che li travolgono.

Viste le terribili condizioni negli accampamenti, questa seconda Aid Station è dotata di tende mediche all’avanguardia e di sistemi elettrici e idrici indipendenti. Moas ha reclutato un team di dottori e infermiere che forniranno servizi medici primari e secondari, con particolare attenzione nella lotta all’elevato tasso di malnutrizione fra i bambini e fra i soggetti a rischio.

La clinica può contare anche su un’attrezzatura d’avanguardia per la diagnostica che è stata donata da La Comunità di Sant’Egidio.

Seguendo il modello già sperimentato con la prima MOAS Aid Station in Shamlapur, il centro medico di Unchiprang avrà un Pronto Soccorso e una farmacia aperti a tutti per cure e medicine.

La sala parto, gestita da una levatrice e da un ginecologo, può diventare una sala operatoria quando necessario, per traumi e operazioni minori. Qualora le condizioni del ricoverato siano gravi, la nostra ambulanza trasporterà invece il malato al più vicino ospedale locale.

Secondo il direttore medico di MOAS Giada Bellanca, le Aid Stations possono curare fino a 300 pazienti al giorno, garantendo un’assistenza medica di qualità in luoghi dove mancano le strutture di base.

“MOAS è riuscita a superare i tanti ostacoli incontrati per portare assistenza medica a Unchiprang. Si tratta della struttura medica più avanzata di quest’area. Il modello operativo “reattivo” di MOAS, unito alle competenze del nostro team internazionale e locale, ci permette di somministrare cure efficaci e di intraprendere interventi umanitari dove maggiormente necessari”, afferma Christopher Catrambone, fondatore MOAS.

Regina Catrambone, co-fondatrice e direttrice MOAS, spiega “MOAS crede nelle azioni concrete e grazie al nostro eccezionale team in Bangladesh siamo riusciti a creare una seconda Aid Station in meno di due mesi. Non resteremo a guardare mentre il mondo rimane indifferente alla sofferenza dei Rohingya”.

Mentre MOAS continua a fornire cure e aiuti medici urgenti, auspichiamo che la comunità internazionale agisca per supportare i rifugiati Rohingya e in solidarietà col Bangladesh per alleviare questa crisi umanitaria. Sono tantissime le vite a rischio e serve una mobilitazione generale per prevenire il diffondersi di malattie e malnutrizione endemica.

Foto: Moas


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