Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Dopo quello ucraino per la Russia si fa caldo anche il confine con la Moldavia

Il Paese ha riacceso il conflitto sulla Transnistria che nei primi anni ’90 si proclamò indipendente e rimanendo da quel momento priva di riconoscimenti internazionali e presidiata dall’esercito russo

di Redazione

Nell’Europa orientale le pressioni verso la Russia si fa sempre più incisive e multiformi. Dalla massiccia dislocazione di truppe Nato su tutto l’arco che va dal Mar Baltico al Mar Nero, fino all’Ucraina che, coerentemente alle sue posizioni di accesa russofobia, solo qualche giorno fa ha adottato un disegno di legge presidenziale sulla “reintegrazione del Donbass”, documento che definisce la Federazione Russa “Paese aggressore”.

Alla luce di questo contesto anche la Moldavia si è lanciata nell’arena rispolverando una questione, quella transnisitriana, che risale agli ultimi anni dell’URSS. Questione latente, solo congelata e mai risolta.

La Transnistria, con il 60% dei suoi abitanti composto da russi e ucraini, proclamò la propria indipendenza dalla Moldavia nei primi anni ‘90. Fu l’inizio di una guerra sanguinosa che si concluse solo con un accordo di cessate il fuoco nel luglio 1992.


Da quel momento la Transnistria si è trovata in una situazione congelata senza riconoscimenti internazionali, nonostante “de-facto” fosse ormai indipendente dalla Moldavia. Dalla fine della guerra nella regione è tuttora dislocato un gruppo operativo di truppe russe, i cui compiti principali sono: la missione di mantenimento della pace e la protezione dei depositi di munizioni.

La Moldavia, a sua volta, vive in questo periodo una grave crisi politica interna causata da una situazione di costante tensione tra il governo pro-occidentale guidato dal primo ministro Pavel Filip, e il presidente Igor Dodon di orientamento filorusso che, forte del suo consenso popolare, è invece determinato a portare il Paese nell’orbita russa.

Nei giorni scorsi il presidente del parlamento moldavo, Andrian Kandu, in una intervista su Latvijas Avize, ha accusato la Russia di violazione delle norme di diritto internazionale e ha annunciato l’intenzione di esigere da Mosca miliardi di dollari per “l’occupazione” della Transnistria.

Kandu ha definito “forze d’occupazione” le forze di pace russe dislocate in Transinistria: “Le unità militari russe rappresentano una minaccia alla sicurezza, in quanto costituiscono una presenza militare illegale, come in egual modo anche la presenza dell’esercito russo in Abkhazia, in Ossezia del Sud e in Ucraina orientale”. Kandu ha espresso la speranza che la questione della “presenza illegale di truppe russe” in Transnistria possa approdare nel campo d’azione delle Nazioni Unite.


Alcune immagini di Tiraspol, capitale della Transnistria

Il politico moldavo ha inoltre annunciato la sua intenzione di presentare il conto a Mosca “da misurarsi in miliardi di dollari”. Ha aggiunto: “Si tratta di una violazione del diritto internazionale da parte della Russia. Intendiamo assumere uno studio legale internazionale per calcolare le perdite dovute alla presenza della Russia in Transnistria, per 25 anni”.

Alla domanda del giornalista, se Chisinau in tal caso chiederà un risarcimento monetario anche per “l’occupazione sovietica”, il portavoce del parlamento ha risposto in modo evasivo. Secondo la sa opinione, si tratterebbe di un «problema più sensibile» al quale l’opinione pubblica moldava non sarebbe ancora preparata: «Non possiamo, per tutto, necessariamente incolpare l’occupazione sovietica. <…> Forse un giorno creeremo una simile commissione per calcolare il risarcimento».

Il politico ha anche annunciato il desiderio di Chisinau di costruire relazioni rispettose con Mosca: “Come partito pro-europeo, non vogliamo un conflitto con la Russia, ma una relazione basata sul rispetto reciproco, in modo che la Russia interagisca con noi su un piano di parità, e non come con un paese di seconda o terza classe”.

Kandu ha pure aggiunto che, a differenza del presidente moldavo “pro-russo” Igor Dodon, vede l’UE e gli Stati Uniti come partner della Moldavia.

Alle esternazioni di Kandu, non si è fatta attendere la risposta di Mosca.

Il senatore russo Alexej Pushkov, su Twitter, ha commentato l’intenzione della Moldova «di presentare il conto» a Mosca per l’“occupazione” della Transnistria: «In Moldova, vogliono ottenere dalla Russia miliardi per la fantomatica “occupazione della Transnistria”? Una tipica logica da parassiti: inventare una scusa e gridare “date i soldi!” Tentativi destinati al fallimento. Che neppure ci pensino! Così potrebbero perdere il mercato russo e rimanere senza niente».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA