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La nuova impresa sociale al centro della XIII Convention

L'1 e 2 febbraio attesi a Milano un migliaio di imprenditori provenienti da tutta Italia. Due giorni di lavori (tre plenarie e 6 workshop) per un momento di condivisione e confronto per tutti gli attori appartenenti alle imprese sociali del Gruppo cooperativo su un tema che nasce dalla consapevolezza che l'economia sociale è al centro di un grande processo di cambiamento

di Redazione

Tutta un’altra impresa – Sociale, creativa e sostenibile. È questo il titolo della XIII Convention Cgm in programma a Milano a inizio febbraio. Il via dei lavori, nel pomeriggio di giovedì 1 febbraio, con la plenaria dedicata al tema “La nuova impresa sociale: cambiamenti di scenario e prospettive nei mercati” (dettagli del programma in agenda online). Quelli in programma sono due giorni di lavori (3 plenarie e sei workshop tematici) targati Cgm ai quali sono attesi circa mille imprenditori provenienti da tutta Italia. La convention Cgm del resto vuole essere un luogo di incontro, confronto e condivisione per tutti gli attori appartenenti alle imprese sociali del Gruppo Cooperativo e per la rete di partner e stakeholder con i quali il Consorzio Gino Mattarelli collabora quotidianamente.

La scelta del tema: “la nuova impresa sociale” nasce dalla consapevolezza che l’economia sociale è al centro di un grande processo di cambiamento. Nuove istanze si affermano in questo campo di gioco, modificando lo scenario tradizionale. Se la leva istituzionale della Riforma del Terzo settore ha tratteggiato un framework normativo che apre nuovi spazi, una forte spinta al cambiamento arriva dalle dinamiche interne al sistema socio economico.
Ampi segmenti dell’economia mainstream si stanno spostando verso un modo sempre più “sociale” di fare impresa. Al contempo, si affaccia una nuova generazione di imprese che mettono al centro della loro azione le comunità, le persone, i territori e l’ambiente, perseguendo obiettivi di crescita commerciale.

Da un lato la convergenza del mondo profit verso obiettivi di impatto sociale, dall’altro l’ibridazione dei modelli di business tipici della cooperazione sociale con obiettivi di mercato.
A questo quadro vanno aggiunti elementi emergenti che interrogano l’essenza stessa dell’operare sociale come la crescita di nuovi bisogni di welfare nella sfera individuale; i bisogni di matrice collettiva legati alla rigenerazione e alla valorizzazione di luoghi e territori in quanto “casa” di una comunità; e ancora l’affermazione di una domanda che utilizza i consumi per esprimere volontà di riorientare i modelli di sviluppo e come strumento di partecipazione e, infine, le istanze derivanti dalla sharing economy e dall’economia digitale.
In sintesi, la produzione del valore economico è sempre più legata alla produzione di valore sociale e viceversa. Generare sviluppo significa unire la dimensione del risultato di profitto con la dimensione della sostenibilità e dell’impatto positivo sulla società e nelle comunità in cui le imprese operano.

Se nelle fasi più acute della crisi economica la cooperazione sociale è stata uno dei settori tendenzialmente più resilienti e tutt’oggi rappresenta una parte preponderante dell’economia sociale italiana, il quadro attuale propone nuove sfide e nuove opportunità.
Come mantenere e accrescere la forza coesiva e aggregante intrinsecamente connessa alla mission e ai modelli organizzativi della cooperazione sociale? Come entrare nei mercati più innovativi? Come intercettare le nuove risorse della finanza etica? Come creare nuovi bacini di occupazione e di imprenditorialità, soprattutto per le nuove generazioni?

«Nei prossimi mesi Cgm intende lanciare la sua proposta, giocando su nuovi livelli il ruolo che da sempre caratterizza la sua azione: quello di creare connessioni tra le diverse anime dell’economia e della società civile, aprire nuove frontiere di sperimentazione, costruire alleanze e generare opportunità» sottolinea Stefano Granata presidente Cgm. «L’innovazione è il filo conduttore di un percorso che punterà a dare slancio a questo processo di rinnovamento, attraverso un’azione di apertura sia culturale sia imprenditoriale verso i mondi dell’innovazione. L’obiettivo della Convention è aggregare energie e saperi, creare nuovi legami, comprendere meglio – insieme – il contesto in cui operiamo», conclude.