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Politica & Istituzioni

E adesso evitiamo le “cattedrali sociali” nel deserto

Lettera aperta alle forze politiche dei 43mila assistenti sociali d'Italia. Gazzi (CNOAS): «quella appena conclusa è stata la legislatura più “sociale” di sempre. Ora serve proseguire su questa strada ed evitare incompiute o, peggio, “cattedrali sociali” nel deserto»

di Redazione

Proposte vere, realistiche, concrete e credibili: le chiedono gli assistenti sociali italiani in una Lettera Aperta inviata alle forze politiche in vista delle prossime elezioni politiche. «Nella prossima legislatura sarà necessario migliorare, razionalizzare ed affinare politiche ed interventi a favore dei diritti e della dignità delle persone. Tutto ciò secondo una prospettiva sociale ampia, che si sviluppi da e per i territori, mettendo insieme bisogni ed esigenze di varia natura per la costruzione di effettivi percorsi di inclusione e accompagnamento, in grado di consentire alle persone e ai gruppi in difficoltà di superare i momenti difficili che si possono incontrare nella vita e di fronteggiare condizioni di fragilità e svantaggio»: così scrivono i 43mila assistenti sociali italiani.

Per Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, «quella appena conclusa è stata la legislatura più “sociale” di sempre. Temi molto importanti sono stati affrontati in modo positivo: esecuzione penale esterna, reddito di inclusione, Dopo di noi, minori stranieri non accompagnati. Ora, però, serve proseguire su questa strada ed evitare incompiute o, peggio, “cattedrali sociali” nel deserto. Per questo per noi è importante capire quanto le forze politiche siano disposte ad investire sia in termini normativi che in termini finanziari».

Tre i temi di fondo che sono al centro delle attività degli assistenti sociali: diritti, ovvero esigibilità e universalità dei diritti dei singoli e delle comunità è il primo grande tema sul quale viene chiesto alle forze politiche di esprimere le loro proposte; territorio, con una non più rinviabile riforma dei servizi sociali territoriali, per adeguarli ai nuovi bisogni dei cittadini in parte iniziata con la recente nuova disciplina sul Terzo settore, per creare le infrastrutture sociali che siano in grado di individuare e gestire gli interventi e gli strumenti più idonei a garantire il benessere dei singoli e delle comunità; competenze, con una norma organica che regolamenti le professioni sociali.

Nello specifico, poi, gli assistenti sociali chiedono ad esempio interventi specifici favore della natalità, azioni di contrasto verso le diverse forme di vulnerabilità delle famiglie, consolidamento e allargamento della platea dei cittadini attualmente in grado di fruire del REI, rafforzamento degli interventi professionali a favore di soggetti disabili, delle loro famiglie e del sistema degli interventi domiciliari e residenziali; definitiva soluzione del tema riguardante i minori ormai di terza generazione che pur nati in Italia e avendo frequentato cicli di studi nel nostro Paese, rimangono tuttora privi della cittadinanza italiana; realizzazione dei Livelli essenziali sociali in grado di garantire ad ogni cittadino un livello minimo di servizi sociali che possano essere fruiti sul territorio.

Foto DAIANO CRISTINI/AG.SINTESI


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