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Sostenibilità sociale e ambientale

La rivoluzione contro lo spreco alimentare ha preso il largo

In occasione della quinta giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, Costa Crociere ha lanciato il suo progetto “4 GoodFood” organizzando un convegno che ha visto tra i relatori i partner dell’azienda nell’iniziativa di recupero delle eccedenze e nel cambio di rotta nella produzione delle cucine della nave ammiraglia

di Antonietta Nembri

Una data non scelta a caso, quella per il lancio ufficiale del programma “4 GoodFood” da parte di Costa Crociere: il 5 febbraio è, infatti, la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare. Questa mattina a Milano il recupero delle eccedenze e i progetti di riduzione degli scarti sono stati al centro di un convegno che ha allargato gli orizzonti alla sostenibilità della produzione e non solo, come ha sottolineato il direttore generale di Costa, Neil Palomba: «Il 2018 è l’anno nazionale del cibo italiano e per questo vogliamo affrontare il tema del cibo a 360 gradi. Certo non possiamo trovare da soli le soluzioni per questo abbiamo chiamato dei partner e coinvolgiamo sia gli ospiti sia gli equipaggi per portare a bordo il consumo responsabile».
Quello del cibo è un tasto sensibile nel mondo delle crociere, l’esperienza gastronomica a bordo rappresenta l’80% dell’indice di gradimento. La sostenibilità poi non si ferma al programma 4 GoodFood ma si allarga «siamo stati i primi a ordinare una nave a combustibile a gas, il meno impattante tra i combustibili fossi» ha proseguito Palomba. «La prima nave entrerà in servizio a fine 2019 e in questo campo abbiamo lanciato il trend del settore e altri player ci stanno seguendo e così si otterrà un ulteriore abbattimento dell’impatto ambientale».

Nella giornata di oggi gli obiettivi sono puntati sull’abbattimento dello spreco alimentare del 50% che Costa Crociere punta a ottenere con dieci anni di anticipo rispetto al termine fissato dall’Agenda Onu 2030. Quando si parla di sviluppo sostenibile però non bisogna dimenticare che il cibo, la sua produzione e il suo spreco fanno parte di un ecosistema che ha importanti ricadute come ha testimoniato Peter Bakker (nella foto il suo intervento), presidente del World Business Council for Sustainable Development e ricordato Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Per Bakker: «Lo spreco del cibo è stupido», ma non va neppure dimenticato che un terzo del cibo che produciamo non viene mangiato, mentre «800 milioni di persone al mondo soffrono la fame e ogni sei secondi un bambino muore per malnutrizione» e la stessa madre terra lancia messaggi inequivocabili sulla necessità di un cambiamento per evitare il climate warming. «Sono urgenti azioni di business per affrontare il problema dello spreco alimentare e raggiungere i target previsti dall’accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite» ha concluso.
Sul global warming Luca Mercalli climatologo, che ha moderato il convegno ha fatto osservare che rispetto all’accordo di Parigi che auspicava di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi nel 2020 «l’abbiamo già superata. Non possiamo spegnere il mondo per questo dobbiamo agire subito».

«Già 40 anni fa sapevamo già cosa si doveva fare per rendere il futuro più sostenibile», ha osservato Giovannini ricordato gli studi e le tesi del Club di Roma. «Il tema dello spreco alimentare si lega al cambiamento alimentare, alla sicurezza degli approvvigionamenti di cibo e acqua, alle migrazioni: fenomeni da affrontare con un approccio integrato. Tutto questo richiede un cambio di mentalità difficile», ma per Giovannini occorre osservare che «le imprese che hanno abbracciato il cambiamento occupano più persone e aumentano i profitti. Occorre crederci». Tra le soluzioni per Giovannini «la cooperazione internazionale il cui tema non è aiutiamoli a casa loro» ha concluso. «Costa dimostra che si può cambiare».


Tavola rotonda, da sinistra Lallai, Lucchini, Gaudioso, Gadda e Mercalli

E il cambiamento che si vuole portare con il progetto 4 GoodFood è a 360°. Non si ferma all’abbattimento dello spreco, ma con la collaborazione dell’Università di Scienza Gastronomiche di Pollenzo ha puntato alla rielaborazione dell’offerta gastronomica in un’ottica sostenibile e correlata al territorio, mentre con il partner tecnico Winnow si sono dapprima, mappati, quantificati e analizzati gli sprechi arrivando a ridurre del 78% l’over produzione delle cucine. Lo spreco al buffet dell’utente finale, cioè del cliente è invece diminuito del 17% ed è qui che si inserisce la campagna di sensibilizzazione “Taste dont’t waste” che ha l’obiettivo di coinvolgere direttamente gli ospiti delle crociere verso comportamenti più responsabili. «In modo non prescrittivo cerchiamo di trasmettere dei valori positivi facendo sì che i nostri ospiti diventino dei soggetti attivi», ha sottolineato Stefania Lallai, direttore sostenibilità di Costa Crociere.

Sull’impatto sociale e culturale dei cambiamenti sono intervenuti il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, il suo omologo alla Fondazione Banco Alimentare, Marco Lucchini e Maria Chiara Gadda, relatrice della legge 166/16. «Il 90% dei passeggeri ha apprezzato la campagna di sensibilizzazione che ha collegato salute, alimentazione e stile di vita e quando tornano a casa hanno la consapevolezza che se vogliono possono provare a cambiare», ha rimarcato Gaudioso. Gli ha fatto eco Lucchini ricordando come nel recupero e nel distribuire il cibo in eccesso sia fondamentale «un processo, non bastano le buone intenzioni». Tutto questo va a impattare quindi sulla rete sociale dei territori come è già avvenuto a Savona e a Civitavecchia (vedi news). «Tra i cinquanta ragazzi della comunità di Civitavecchia alcuni hanno iniziato un corso di cucina e stanno partendo degli stage a bordo e questo porta a valorizzare la rete sociale e il cambiamento di una mentalità».

Cambiamenti che ha ricordato Lallai sono stati resi possibili dalla legge Gadda che ha reso percorribile il cambiamento da rifiuto a eccedenza. «È la prima legge di economia circolare», ha ricordato l’onorevole Gadda sottolineando l’importanza culturale dell’aver ridato valore alle cose «ridando valore al cibo e alle persone». «Una legge che fa cultura», ha chiosato il viceministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andre Olivero (nella foto il suo intervento) che ha sottolineato la necessità di arrivare a scelte di non spreco anche nella produzione. Ha parlato di valore del cibo, Carlin Petrini, fondatore di Slow Food «lo spreco è intollerabile: noi oggi produciamo cibo per 12 miliardi di persone viventi, ma occorre sprecarne meno e cambiare il modello distributivo». E ha ricordato come i nuovi clienti, i giovani, «sono sensibili allo spreco e saranno dei passeggeri-cittadini attivi».

Già oggi il coinvolgimento porta dei frutti: Costa Crociere ha deciso di sostenere la rete Orti in Africa di Slow Food. Ogni anno il contribuito al progetto degli orti sarà correlato alla diminuzione degli sprechi al buffet degli ospiti nell’ottica di contribuire a restituire alla collettività il valore del cibo. Il primo contribuito (nella foto in basso il dg Nei Palomba consegna l'assegno a Carlin Petrini) porterà alla realizzazione di 50 nuovi orti in Mozambico, Sud Africa e Tanzania. Oggi gli orti sono 4mila ma l’obiettivo entro due anni è di arriva a 10mila «gli orti sono un sostegno all’economia locale e aiutano a ricostruire la biodiversità che è oggi minacciata», ha concluso Petrini.


Nel corpo dell'articolo immagini di Antonietta Nembri


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