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Politica & Istituzioni

Gigi De Palo: “Lega e M5S? Ora lavorare al bene del Paese”

«Le due formazioni che hanno vinto non hanno snobbato e banalizzato le paure e le ansie delle persone. Ora è il tempo, per loro, di trasformare le proposte elettorali in concretezza». Intervista al presidente del Forum delle Famiglie

di Giuseppe Frangi

«Può piacere o non piacere, ma gli italiani hanno votato e questo voto merita tutto il rispetto. Le Istituzioni sono una cosa seria. E se il voto è “sacro” come diritto, lo è anche come esito finale delle elezioni». Con un post sulla sua pagina FB Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni famigliari, ha voluto chiarire subito un concetto: non richiudiamoci nell’indignazione per l’esito del voto che ha premiato le forze “populiste”.

Il post è stato commentato e moltissimo condiviso, segno che davvero c’era bisogno di una parola che aiutasse a metabolizzare lo choc. «Oggi, piaccia o non piaccia, inizia una nuova fase del nostro paese. Migliore? Peggiore? Lo scopriremo solo vivendo. E molto, comunque, dipenderà da noi italiani. Non chiamiamoci fuori».


Nel post dici che non ami le analisi, ma ti sarai dato una spiegazione di un risultato come questo?
Posso dire con molta semplicità che secondo me le due formazioni che hanno vinto non hanno snobbato e banalizzato le paure e le ansie delle persone. Anche se sul tema immigrazione, non la vedo come loro, tuttavia Non hanno detto agli elettori, in modo a volte un po’ elitario, guarda che sbagli, adesso te lo dimostro io, adesso ti faccio crescere io. La politica ha sì un compito educativo, ma è anche bidirezionale. Deve ascoltare e deve saper convincere le persone, contaminandosi con loro e con le loro inquietudini. Perché poi l’elettore sceglie d’istinto chi stabilisce con lui un rapporto diretto e non chi parla dall’alto. Di Maio e Salvini sono due leader che danno del tu alle persone e si fanno dare del tu.

Forse è il mondo associativo che ha più difficoltà a relazionarsi con loro?
Non credo, tuttavia ora è bene superare qualsiasi preconcetto. Come ho scritto nel mio post, adesso, vi prego, non buttiamola in caciara con frasi tipo “siamo un Paese schifoso”, “ci meritiamo tizio e caio”, “è tutto un complotto” o addirittura “è meglio emigrare”. Invece bisogna avere non solo rispetto, ma anche stima del voto: chi mette una croce su un partito piuttosto che sull’altro ci ha pensato, ha studiato. Non possiamo banalizzare la scelta di milioni di italiani. Piuttosto da parte nostra è giusto fare una riflessione, visto che in questo caso la politica sembra aver intercettato le domande del Paese reale meglio di quanto riesca a farlo una parte della società civile. È stata capace di più concretezza e di ragionamenti meno astratti, meno ideologici.

I cattolici non escono ridimensionati da questo voto?
Non lo so. Tutto dipende da quanto riusciremo a lavorare attorno al Bene Comune nei prossimi 5 anni. La vittoria o la sconfitta si misura sui temi che si riescono a porre, sul bene che si riesce a generare non sui posti che si occupano o sull’egemonia culturale che si riesce ad affermare. Il cristianesimo è cosa molto concreta, fatta di incontri, di capacità di costruire cose buone insieme ad altri. Personalmente anche prima di questa campagna elettorale abbiamo cominciato un dialogo diretto e fruttuoso sul tema natalità e famiglia con tutti gli schieramenti. È finita la logica del tifo. Adesso è importante porre temi all’opinione pubblica.

A proposito di obiettivi “buoni” che riscontri hai avuto rispetto al tema della famiglia e della natalità dalle due formazioni premiate dal voto?
Ho avuto modo di parlare de visu anche con i vincitori di queste elezioni politiche. Ho trovato molta preparazione su questi temi sia nei 5stelle che nella Lega, con un’attenzione non formale, non di facciata. Hanno due approcci diversi, la Lega insiste in particolare sulle misure che favoriscano la natalità. I 5stelle invece puntano sulla fiscalità, con un quoziente famigliare alla francese. Certo, tutto sta a vedere come questo si concilierà con il reddito di cittadinanza. Noi ci siamo messi a disposizione per condividere tutti gli studi fatti in questi anni e le simulazioni in nostro possesso. Adesso, ma è quello che avrei detto anche se avessero vinto altri, è il tempo, per lorodi trasformare le proposte elettorali in concretezza, per noi di continuare a fare il nostro lavoro con la stessa passione e competenza. Prima di tutto viene il bene del Paese.


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