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Umani a Milano, buona la prima

Positivo il bilancio della campagna su Facebook: una storia al giorno per raccontare dal di dentro le persone della Fondazione. Ritratti di senza dimora, migranti, volontari e operatori che sono stati protagonisti di tutto il mese di febbraio. L’iniziativa social come primo risultato ha aumentato il numero degli aspiranti volontari

di Antonietta Nembri

Sono state oltre 87mila le persone hanno interagito con i post della campagna “Umani a Milano per Progetto Arca” e dall’ufficio volontari della Fondazione segnalano anche un aumento delle richieste di entrare a far parte dei volontari della onlus. Sono questi i primissimi dati dell’iniziativa che ha visto per tutto il mese di febbraio la pagina Facebook di “Umani a Milano” dedicare il post quotidiano sul social network alle persone di Progetto Arca (operatori, volontari, senza dimora ecc.). Una campagna che ha colpito nel segno, insomma.


Nelle immagini alcuni dei protagonisti di "Umani a Milano per Progetto Arca"

Una delle novità di questa campagna è che tra quanti hanno prestato il loro volto e raccontato la propria storia vi sono stati diversi senza dimora, persone che di solito fanno fatica a raccontarsi e a mettersi in primo piano. Sono proprio loro gli invisibili che Stefano D’Andrea, ideatore della pagina Facebook Umani a Milano, ha voluto raccontare.
«Per lo scouting siamo partiti contattando innanzitutto i coordinatori dei centri e con loro abbiamo individuato le storie più interessanti, gli stessi responsabili dei centri sono stati protagonisti della narrazione», racconta Domitilla Musella che in Progetto Arca si è occupata di questa campagna. Ma una volta individuate le storie occorreva calibrare il racconto (alla fine tra i protagonisti non solo i senza dimora ma anche migranti) che nei 28 giorni di febbraio è stato pubblicato online. «È stato un lavoro lungo, abbiamo raccontato il progetto e spiegato che occorreva un ritratto sui social e un racconto libero, dopo una prima selezione abbiamo dato ancora tempo per pensarci e sono arrivate anche 5, 6 candidature spontanee» continua Musella. «Stefano D’Andrea è stato molto bravo a interagire con tutti i soggetti anche perché è chiaro che tra i nostri ospiti sono molti quelli restii raccontarsi». Ma una volta che il racconto era avviato «diventavano dei fiumi in piena. I senza dimora si sono raccontati e dalla narrazione della propria storia facevano emergere la consapevolezza degli errori compiuti, ma anche una speranza verso il futuro», continua Musella che osserva come molto spesso il racconto partiva proprio dal passo falso compiuto.

Per Fondazione Progetto Arca questa campagna è stata un’operazione di comunicazione e advocacy vincente «si sono superati alcuni pregiudizi e poi il target di Umani a Milano è molto sensibile alle tematiche sociali. Per noi è stata un prova zero e non nascondo che ci piacerebbe fare il bis di questa esperienza anche perché abbiamo aperto un nuovo canale di comunicazione»