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Cosa si aspetta un ragazzo dal tutore volontario? Ce lo dicono loro

Ci sono le linee guida, ma chi ci è passato ha parole semplici che vanno dritte al punto. I ragazzi del Care Leavers Network scrivono un messaggio ai tutori dei minori non accompagnati (e a chi ci sta pensando)

di Redazione

Incentivarci a coltivare interessi per scoprire strumenti e abilità. Accompagnarci ad aprire un conto corrente o nella ricerca di una casa. Darci le informazioni giuste relazioni rispetto al grande tema dei documenti necessari. Ma soprattutto esserci, ascoltarci per conoscerci e quindi poi – conoscendoci – aiutarci a prendere le decisioni e a diventare grandi. Per sapere cosa dovrebbe fare un tutore di un minore non accompagnato, non c’è niente di meglio che lasciar parlare un ragazzo che ha vissuto quell’esperienza perché minore non accompagnato già inserito in Italia o perché ha comunque fatto l’esperienza per certi versi analoga di crescere fuori dalla propria famiglia, senza adulti di riferimento. Ecco quindi il “Messaggio per i futuri tutori volontari” da parte del Care Leavers Network Italia, la rete di ragazzi e ragazze tra i 16 e i 25 anni che vivono o hanno vissuto un periodo della loro vita fuori famiglia (casa famiglia, comunità di accoglienza, affido).

«Spesso non sappiamo chi è un tutore e cosa fa, perché nessuno ce lo spiega. In generale per un ragazzo in vista della fine del percorso in comunità, è importante coltivare interessi, raccogliere strumenti e abilità. Per questo le persone adulte attorno a noi ci possono supportare e incentivarci in questo. È importante costruire punti di riferimento, legami significativi con persone esterne alla struttura, che non siano educatori; i tutori volontari potrebbero accompagnarci in questa fase delicata, per non farci provare una sgradevole sensazione di abbandono. Al tempo stesso questa figura ci potrebbe aiutare nell’intraprendere un percorso di indipendenza fatto anche di gesti concreti: andare ad aprire un conto corrente, ricerca lavoro, ricerca di una casa o semplicemente sapere che lui è presente. In generale ci piacerebbe aumentare le occasioni di confronto e inserimento positivo nella società per integrarci, potendo usufruire di alcuni strumenti integrativi tra cui borse di studio per fini scolastici, educativi, sportivi e culturali. Un aspetto molto importante per noi ragazzi stranieri non accompagnati riguarda la possibilità di ottenere i documenti necessari e in tempi il più possibile rapidi, ricevendo le informazioni giuste per capire come averli e a chi rivolgerci. Infine crediamo che un tutore per prendere decisioni importanti debba conoscere noi ragazzi e le nostre situazioni. Se non ci conosce, se non ci ha mai ascoltati davvero, non può prendere delle decisioni sul nostro futuro. Deve fidarsi di chi ci conosce bene, è importante che parli e cooperi con gli altri attori della squadra di aiuto. In sintesi vi chiediamo ascolto, di aiutarci a essere protagonisti e cittadini attivi, di aiutarci nella delicata fase di passaggio alla maggiore età, di favorire la nostra integrazione, di essere punti di riferimento significativi per noi accompagnandoci nella sfida di diventare grandi».

La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Piemente, Rita Turino, ha rilanciato questo messaggio, «pensando di fare cosa utile sia a coloro che stanno per essere nominati tutori sia a chi sta ancora riflettendo o si sta interessando per decidere se fare o meno domanda»: «questi ragazzi, con grande onestà, freschezza e semplicità, esprimono le loro idee e convinzioni su ciò che un ragazzo in difficoltà si aspetta da un tutore. Io l'ho trovato veramente utile».

Qui le Linee guida elaborate dall'Autorità Garante per l'infanzia e l'Adolescenza e qui le FAQ.

Foto Danilo Balducci/Agenzia Sintesi


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