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La legge Zampa compie un anno con 4mila tutori volontari per i minori non accompagnati

Per la Garante per l'Infanzia è «un patrimonio di generosità e solidarietà che non può e non deve andare perduto”, per Save the Children «uno degli aspetti più positivi e che meglio ha funzionato della legge 47». A un anno dalla legge Zampa, ecco cosa è cambiato e cosa no nell'accoglienza dei 14.300 minori arrivati in Italia soli

di Redazione

Compie un anno la legge 47/2017, Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati, promulgata il 7 aprile 2017. In questo primo anno quasi 4mila cittadini in tutta Italia hanno dato la loro disponibilità a diventare tutori volontari di un minore non accompagnato: al 23 febbraio 2017, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza contava 3.981 cittadini che hanno presentato domanda e partecipato ai corsi di formazione in vista dell’eventuale nomina del Tribunale per i Minorenni.

«Si tratta di un dato significativo – commenta l'Autorità garante, Filomena Albano – che dimostra la straordinaria partecipazione con cui le persone stanno rispondendo all’ appello a far da guida ai tanti ragazzi che arrivano nel nostro paese senza adulti di riferimento. Un patrimonio di generosità e solidarietà che non può e non deve andare perduto». Si va dalle 700 candidature del Lazio alle 589 del Piemonte e Valle d’Aosta, alle 581 della Lombardia ai 265 della Sicilia.

Save the Children in novembre in collaborazione con alcuni Garanti regionali (Basilicata, Campania, Marche, Umbria, Veneto, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trento e Bolzano) ha fatto una prima analisi su 2.000 tutori volontari: sono soprattutto donne (3 su 5), con un’età media compresa tra i 40 e i 50 anni, per la maggior parte con una laurea, in particolare nelle facoltà di giurisprudenza, socio-educative e sanitarie. Oggi, nel primo anniversario della legge Zampa, Save the Children apre le porte dei suoi CivicoZero a Milano, Catania, Roma e Torino, spazi che molti minori non accompagnati frequentano abitualmente così che altri futuri tutori possano conoscere direttamente chi sono i minori non accompagnati e ascoltarne il punto di vista. I minori non accompagnati presenti in Italia e censiti al 28 febbraio 2018 sono 14.338, bambini e ragazzi giunti nel nostro Paese senza alcuna figura adulta di riferimento al loro fianco e dunque facilmente esposti a rischi di sfruttamento e violenza: un numero in calo rispetto ai 16mila di un anno fa e ai 18.479 di ottobre 2017, ma certamente un numero che dice quanto ancora ci sia bisogno di cittadini volontari che diano disponibilità a fare loro da tutori. La figura del “tutore volontario” è stata infatti fortemente sostenuta da Save the Children per dare loro un punto di riferimento che li orienti nelle scelte e li accompagni nel percorso di integrazione: prima della legge 47, la tutela veniva prevalentemente affidata al sindaco del comune di accoglienza o a un assessore, che evidentemente non poteva assicurare ad ogni minore una relazione diretta, costante e personalizzata. Il tutore volontario invece ha proprio questo ruolo, di affiancare e guidare un minore non accompagnato nelle sue scelte di vita quotidiana, dalla scuola alla salute, dando consigli, supportandolo nelle vicissitudini burocratiche, stando al suo fianco nel percorso di integrazione in Italia.

Un anno dopo la legge, che bilancio è possibile fare di questa nuova figura del tutore volontario? Per la Garante Filomena Albano «è fondamentale che i percorsi formativi vengano attivati in tutte le regioni, che i Tribunali per i Minorenni procedano con speditezza alle nomine dei tutori, che siano riconosciuti alle nuove figure polizze assicurative, permessi di lavoro e rimborsi per le spese vive sostenute. Tutti abbiamo la responsabilità di valorizzare e sostenere i tanti cittadini che, fidandosi di noi, si sono dichiarati disponibili a svolgere il ruolo di tutore». Per Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia di Save the Children «è uno degli aspetti più positivi e che meglio ha funzionato, insieme alla promozione dell’affido familiare, da quando è stata adottata la legge 47 del 7 aprile 2017. Una legge innovativa, che riconosce che i minori stranieri non accompagnati, prima ancora che migranti o rifugiati, sono minori soli che vanno protetti e accompagnati nella loro crescita, al pari di ogni altro bambino e adolescente».

Altri aspetti della nuova legge tuttavia devono ancora essere pienamente attuati, rileva Save the Children: l’allineamento delle prassi alla nuova normativa procede infatti «a macchia di leopardo sul territorio nazionale, dove si continua ad assistere a prassi disomogenee e a lungaggini burocratiche che impediscono ancora a tanti bambini e ragazzi il pieno godimento dei loro diritti». Ci sono ancora prassi disomogenee per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, che molto spesso viene negata ai minori prima del rilascio del permesso di soggiorno, al contrario di quanto previsto dalla legge, con gravissime conseguenze soprattutto per chi soffre di malattie croniche o necessita di interventi operatori. «Il mancato rilascio sembra dovuto in numerosi casi a una superabile difficoltà burocratica legata alla necessità di inserire il codice fiscale nella schermata di richiesta di iscrizione, codice fiscale che ovviamente i minorenni appena arrivati in Italia ancora non hanno», sottolinea Save the Children.

Diversi problemi sono stati rilevati anche rispetto al rilascio del permesso di soggiorno per minore età, per cui la legge prevede di semplificare le procedure e ridurre i tempi. In città come Palermo, Milano, Trapani, Roma questa semplificazione delle procedure non risulta attuata. Allo stesso modo, la conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni continua a vedere prassi che non rispettano quanto previsto dalla legge 47, che prevede di agevolare il passaggio, in particolare quando il percorso del minore rischia di essere bruscamente interrotto solo a causa di lungaggini burocratiche. «È pertanto urgente e necessario che su tutto il territorio nazionale siano messe in pratica le disposizioni previste dalla legge, dalle procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, per favorire l’effettiva protezione e l’inclusione sociale dei minori», conclude Milano.

Save the Children da tempo ha realizzato una “guida” per i tutori volontari e ha attivato una Helpline Minori Migranti (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 numero verde 800 141016 o Lycamobile 351 2202016) alla quale i minori stranieri e tutti i cittadini interessati possono rivolgersi per ottenere informazioni e approfondimenti.

Foto Ivan Romano/Sintesi